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Le mie chiavi urtarono il mobile in noce dell'ingresso, il primo rumore forte a spezzare il silenzio tra me e Niall.

Dopo un turno movimentato al locale, era normale che sentissi un ronzio in testa e che mi ci volesse qualche ora per rilassarmi, prima di poter andare a dormire, ma stasera era più dura del solito.

Sentivo ancora Harry sulla mia bocca, sul mio collo,tra le mie gambe. Sentivo ancora il suo profumo e il suo sapore. E quando lui, a fine serata, aveva mantenuto la sua promessa, assicurandosi che io e Niall salissimo su un taxi, avevo finto di non ricordare nulla di tutto ciò. Anzi, non gli avevo nemmeno rivolto la parola.

Non avevo rivolto la parola a nessuno.

Alistair e Harry erano i soli a sapere il perché.

Craig mi aveva guardato con aria confusa per il resto della serata, domandandosi probabilmente dove fosse finito il mio buonumore.

Quanto agli occhi di Niall, li evitai. Li evitai nel locale, li evitai fuori, sul marciapiede, li evitai sul taxi e li stavo evitando anche adesso.

Gli voltai le spalle mentre mi toglievo le scarpe con un calcio dopodiché lo lasciai nell'atrio e andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

«Quindi non abbiamo intenzione di parlarne?» domandò Niall in tono tranquillo, mentre mi seguiva.

Lo guardai, fingendo di non capire.

«Parlare di cosa?»

Mi lanciò uno sguardo esasperato.

«Del fatto che Harry ribolliva di rabbia per via del tuo bacio con Craig, che ti ha seguito nella sala del personale e non è tornato per venti minuti e che poi, quando finalmente l'ha fatto, sembrava essere finito tra le grinfie di un uomo rimasto chiuso per dieci anni in una stanza vuota senza uno sfogo sessuale.»

Visualizzai l'immagine e non riuscii a non scoppiare a ridere. Niall però non era divertito.

«Lou! Sul serio, cosa sta succedendo?» Il riso mi morì sulle labbra.

«Mi ha baciato, ma non siamo andati oltre. Non succederà più.»

«Harry non farà mai marcia indietro se crede che tu sia interessato.»

«Non sono interessato.»

Oh, sì che lo sono.

«Io invece credo di sì e...»

«Niall.» Mi voltai di scatto, i nervi tesi al massimo. «Dacci un taglio, okay? Per favore. Non mi va di parlarne.»

Sembrava un bambino cui avevano portato via il suo giocattolo preferito.

«Ma...»

«Niall!»

«Va bene.» Sospirò.

Nel tentativo di distrarlo, mi appoggiai al ripiano della cucina e aggrottai il sopracciglio destro con aria preoccupata.

«Cos'è successo stasera tra te e Josh?»

«Sono come te. Non mi va di parlarne.»

Sì, giusto.

«Niall...»

Strinse tristemente gli occhi chiari.

«Okay, sto morendo dalla voglia di parlarne. Accidenti, come fai a essere così bravo a tenerti tutto dentro?» disse imbronciato. «È davvero difficile.»

Gli sorrisi e scossi il capo.

«Non per me.»

Mi fece una linguaccia e si lasciò cadere stancamente su una sedia della cucina.

Sei bellissimo, staseraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora