9

4.8K 243 29
                                    

Dopo un paio di settimane, un attacco di panico e una seduta con la mia psicologa, rieccomi qui, a combattere con il manoscritto.

In genere, quando stavo scrivendo qualcosa, il minimo segnale era sufficiente a far sì che il mio cervello salpasse alla volta del regno della fantasia, che fossi al computer o meno.

Di questi tempi, però, dovevo forzare la mia immaginazione a mettersi in moto. E non funzionava mai.

Con il libro in stallo e l'ansia piombata in picchiata sulle mie certezze di riuscire a diventare uno scrittore - e con la preoccupazione su cosa accidenti mi sarei inventato se non ce l'avessi fatta - decisi di optare per quel che so fare meglio: rinchiusi tutto quanto nella cassetta di ferro, che mi porto dentro, in modo da non poterci pensare e mi concentrai su qualcos'altro.

Adesso che il Festival di Edimburgo era cominciato, facevo turni extra al locale e uscivo con Niall ogni volta che mi invitava.

Durante l'ultima seduta, la psicologa mi aveva incoraggiato a ritentare con un'altra cena di famiglia, che riuscii a superare senza attacchi di panico: evviva!

Andavo anche parecchio in palestra, ignorando i sorrisi ammiccanti di Stan, il personal trainer.

Con sollievo di Niall, Nick era sparito dalla vita di Harry alla stessa velocità con cui vi era entrato. Non che l'avrei saputo se non me l'avesse detto Niall.

Da quella mattina in Princes Street, non avevo più visto Harry...

Il lavoro lo teneva molto impegnato. C'era qualche problema con uno dei suoi progetti, ed aveva anche in programma un grande evento nella sua discoteca, il Fire, alla fine del festival.

Fu così che scoprii che Josh, era l'architetto di Harry, dunque, quando Harry era occupato, lo era anche Josh.

Le poche volte che saremmo dovuti uscire tutti quanti insieme, una volta per vedere uno spettacolo comico, un'altra solo per bere qualcosa e l'ultima per la cena di famiglia, Harry aveva dato buca, dimostrando che mi ero sbagliato: per guadagnare, doveva effettivamente lavorare.

Cominciai a vedere la sua assenza come un fatto positivo. Mi sentivo più rilassato di quanto non fossi da settimane, e io e Niall ci eravamo avvicinati ancora di più.

Mi aveva raccontato tutto sul fiasco con Josh...

Innamorato di lui sin da quando era ragazzino, Niall aveva finalmente trovato il coraggio per prendere l'iniziativa, dopo che lui aveva preso a pugni lo stronzo che l'aveva ingannato, per ottenere informazioni su Harry.

Era andato a casa sua e gli era saltato praticamente addosso e lui aveva accettato l'offerta...

Questo fino a che Niall non era stato sdraiato quasi completamente nudo sotto di lui. A quel punto Josh si era tirato indietro, spiegando che non poteva fare una cosa simile né a lui né ad Harry. Che Harry non l'avrebbe mai perdonato, né tantomeno lui avrebbe mai perdonato se stesso.

Rendendosi conto che per lui non si trattava che di un'avventura di una notte, Niall se n'era andato, prendendosi silenziosamente cura di un cuore spezzato e di un ego ferito.

Non avrei mai immaginato che tra loro potesse esserci stato qualcosa.

Niall era molto distaccato in sua presenza. Mi aveva spiegato di non volere che le cose tra loro cambiassero, dunque ce la metteva tutta per accettare la situazione.

Stava proprio facendo l'impossibile - io l'avevo visto con i miei occhi -, ma a volte qualcosa di dolce, di più s'insinuava nella sua espressione mentre lo guardava.

Sei bellissimo, staseraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora