CAPITOLO 19

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CAPITOLO DICIANNOVE
Quando mi svegliai, la prima cosa che feci fu controllare la data. Avevo paura di aver sognato tutto quanto. Una gioia immensa mi prese quando realizzai che era tutto vero, che quel giorno perfetto era passato davvero. A rendere tutto ancora migliore ci pensò un messaggio di Marco.
"Buongiorno piccola"
A scuola raccontai tutto alla mia amica.
"Non ci credo!!"
"Giuro!"
"Sei proprio cotta eh!"
"Io?! Nooooooo"
Mi abbracciò forte e disse:"Sono tanto contenta per te... Te lo meriti... Ora però voglio parlare con lui per dirgli che se non ti tratta come si deve dovrà vedersela con me"
"Fidati non serve..."
"No no, tanto oggi ti viene a prendere giusto? Ti accompagno" Tanto sapevo che non ci sarebbe stato verso e mi arresi
"Ok"
Mi aspettava in macchina stavolta, ma appena ci vide arrivare scese e ci venne incontro. Mi mise la mano dietro alla testa e mi baciò. Di nuovo i brividi. Non potevo andare avanti così, avrei rischiato la vita . Dopo mi strinse a sé e io poggiai la testa sulla sua spalla.
"E tu?" Facendo segno a Greta.
"Sono la sua amica e non ti preoccupare, non sono qui per un autografo"
Marco si mise a ridere, e il mondo si accese per me. Avrei potuto vederlo ridere per sempre e non stancarmi mai. Le porse la mano per presentarsi e lei la strinse sicura. Quanto era diverso l'effetto che aveva su di me e su di lei...
"Ti avverto.... Trattala male e te la dovrai vedere con me, hai capito?"
"Tranquilla, non servirà mai.... Non potrei mai vederla soffrire" e mentre diceva questo mi postò una ciocca di capelli e mi accarezzò il viso, gettando gli occhi nei miei.
"Va bene, va bene , piccioncini ho capito vi lascio da soli... A dopo Ale!"
Rimanemmo finalmente da soli, e per un po' nessuno parlò in macchina. All'uno bastava la presenza dell'altra. Poi lui disse:"Che mi racconti, allora?"
"Ma niente di che... Anzi no!" E gli raccontai la conversazione con mia madre della sera prima. "Allora dovrò presentarmi ufficialmente presto, devo fargli cambiare idea"
"Non è necessario che lo sappiano subito...."
"E invece no, abbiamo dei tempi in po' strettini..."
"Per cosa?"
"Devo piacergli perché se no non ti faranno mai venire ad Amsterdam con me... Sempre che tu voglia venirci..."
"Certo che voglio!" È vero, tra un paio di settimane deve andare ad Amsterdam, me l'ero scordata. La vedevo molto dura, ma non volevo scoraggiarlo.


Questo avrebbe potuto essere un problema. Non ci avevo proprio pensato.
"Facciamo che li invitiamo a cena da me quando torno da Los Angeles?"
"Come? Già riparti? Volevo stare un po' con te..." Ecco, si era intristita.
"Si ma tra in paio di giorni... Abbiamo tempo per stare insieme..."
"Domani non vado a scuola"
"Non se ne parla neanche"
"Perché? Così abbiamo più tempo"
"Non voglio che per me trascuri lo studio... Hai gli esami quest'anno"
"No ti prego non ti ci mettere anche tu" Mi venne da ridere, voleva fare la scocciata ma aveva una faccia buffissima. Approfittando di un semaforo rosso, le strappai un bacio
"Scusa"
"No niente non è per te... Mi stanno stressando troppo..."
"Vabbé dai che abbiamo i pagliacci a casa, oggi ci sono anche Marta, Peter e Davide."
Questi tre ci stavano già aspettando.
"Certo che ce ne avete messo di tempo..." Disse Marta mentre abbracciava Alessia.
"Si saranno infrattati da qualche parte!" Rispose Davide.
"Che classe" mentre gli mollavo un pugno sulla spalla. Alessia e Marta si erano già isolate e avevano cominciato a parlare. Mi piaceva molto l'amicizia che si era creata tra di loro. Marta era molto protettiva con lei, come una sorella maggiore.
Davide invece mi prese da parte:"È diversa dall'ultima volta, si vede che sta bene"
"Si è vero"
"Siete molto carini... Però cercate di darvi da fare presto eh!"
"Madonna, è un chiodo fisso per te!"
Arrivò Marta, seguita da Alessia. La presi per mano e l'attirai a me. Marta mi disse :"Ma non gli hai detto nulla della festa?"
"Ah no, me so scordato."
"Quale festa?"
"Niente, na stronzata... Diciamo che abbiamo deciso si stare tutti insieme per Halloween e tranquilli a casa passiamo la notte così.... Solo per stare insieme al di là del lavoro..."
"Se i tuoi ti fanno storie"disse Marta"digli che vieni a dormire da me"
Passammo il resto della giornata tutti insieme, allontanandoci dagli altri solo pochi minuti. Ma anche quando eravamo con gli altri, per me esisteva solo lei e tutto quello che dicevo o facevo era solo per strapparle un sorriso o avere la scusa per stringerla. Volevo imprimermi ogni singolo momento nostro nella memoria, per riempirne i giorni in cui non l'avrei vista. Già mi mancava. Non volevo rimanere troppo coinvolto da subito. Ma quando ero con lei, era impossibile. Non potevo rimanere distaccato quando si accoccolava sul mio petto, quando la baciavo, quando fissava i suoi occhioni azzurri nei miei e avrei voluto annegarci dentro. Quei giorni volarono velocissimi e ormai era evidente che tra noi stava nascendo qualcosa di molto forte e destinato a durare nel tempo. Era già arrivato il momento di lasciarla di nuovo. L'idea che ci sarebbero stati in oceano e un continente a separarci mi toglieva il fiato. L'ultimo bacio che ci scambiammo prima della mia partenza fu infinito. Mi mancava l'aria ma non volevo lasciare quelle labbra. Alla fine però dovemmo separarci. "Mi raccomando, non mi mettere troppe corna eh!" Cercava di sdrammatizzare. Le dissi di star tranquilla, che non avrei mai trovato nessun'altra con occhi più belli dei suoi.
"E quando il buio si avvicina pensa a me" Mi guardò sul punto di scoppiare a piangere, e dopo un bacio leggerissimo e velocissimo mi lasciò andare.

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Quando il buio si avvicina pensa a me. - Marco Mengoni -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora