CAPITOLO 17

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CAPITOLO DICIASSETTE
Preparai lo zaino dieci minuti prima della campanella. Volevo correre non appena mi avrebbero lasciato libera. Per me non era mai stato un peso stare a scuola, neanche un piacere, ma mai come quel giorno volevo uscire.
Quando finalmente arrivò la fine delle lezioni, mi precipitai fuori da scuola senza salutare nessuno. Arrivai alla solita piazzetta e lui era già li, appoggiato al cofano della macchina, e guardava verso dove sapeva che sarei passata. Appena mi vide sul suo viso si aprì uno di quei suoi sorrisi che tanto mi confondevano. Era talmente bello che mi fece vacillare.
Gli corsi letteralmente incontro e gli gettai le braccia al collo. Lui mi strinse fortissimo, mettendo le sue braccia tutt'attorno ai miei fianchi. Quasi faceva male, ma non mi importava. Respirai a pieni polmoni il suo profumo. Non avrei saputo descriverlo, ma per me sapeva di abbracci, di carezze, di sorrisi. Di casa. Avvicinò la testa al mio orecchio.
"Ciao piccola"
Mi baciò dietro all'orecchio e lasciò la testa nell'incavo tra il collo e le spalle. I brividi iniziarono a percorrermi tutta la schiena.
"Ciao"
Mi sembrava di essere tornata al nostro primo incontro, le reazioni del mio corpo non mi rispondevano e ne ero completamente travolta.
"Non voglio più stare lontano da te per così tanto tempo... Stavo impazzendo..."
Il cuore iniziò a battere talmente forte che quasi ne sentivo il rumore. Il sangue mi ribolliva sotto la pelle, che bruciava. Staccai la testa dal suo petto per poterlo guardare in faccia, rimanendo comunque molto vicina al suo viso. Aveva un'espressione seria e uno sguardo troppo intenso, che non riuscii a sostenere per molto. Mi trovavo in imbarazzo come non mai. Volevo dirgli qualcosa ma non trovavo le parole. Non con quello sguardo puntato addosso.
"Promettimelo allora, ti voglio sempre qui con me"
Come per alleggerire la situazione, sorrise. Stavolta sembrava lui quello imbarazzato. Era troppo dolce.
"Muoio dalla voglia di fare una cosa...." Cominciarono a fischiarmi le orecchie.
"Allora falla.."
Tolse il braccio destro dal mio fianco e con la mano mi tirò su il mento. Si avvicinava troppo lentamente, o forse ero solo io che vedevo tutto al rallentatore. Riuscivo ormai a vedere ogni singolo ciglio distinto dagli altri. Reclinò la testa leggermente di lato. Fece sfiorare il suo naso col mio un paio di volte.
E finalmente poggiò le sue labbra sulle mie, in modo leggerissimo, quasi avesse paura. Era un sogno. Le sue labbra erano morbidissime sulle mie, la barba mi pizzicava il mento. Dentro tutto era in subbuglio. Dopo il primo momento di pietrificazione, cominciai a rispondere al bacio. Le labbra di uno si muovevano sempre più decise su quelle dell'altra. Feci scendere la mia mano destra sul suo petto, mentre la sinistra passava tra i suoi capelli.


Mentre la tenevo tra le mie braccia, il mio pensiero fisso era uno solo. Non volevo però metterle fretta, dovevo prima capire se lo voleva anche lei. Ma dannazione se era difficile.
"Promettimelo allora, ti voglio sempre qui con me"
Era il segnale che stavo aspettando. Era rossa da morire in faccia. Gli occhi le brillavano e tremavano al contempo. Ci misi un po' prima di farlo. Ma alla fine poggiai le mie labbra sulle sue. Prima leggerissimo, poi sempre più deciso, perché anche lei rispondeva al bacio, dopo un primo momento in cui si era pietrificata. Un calore piacevolissimo mi correva sotto tutta la pelle. Per la prima volta dopo tanto tempo sentii di nuovo le farfalle nello stomaco.
Le sue dita intrecciate ai miei capelli. La mia sul suo viso. Il bacio aumentava di intensità ogni secondo di più. Lei schiuse un po' le labbra... Non ci capivo più nulla.
Non so chi lo interruppe, ma quando ci separammo eravamo entrambi senza fiato. Ed emozionati. E felici. Le scese una lacrima sulla guancia. Io la asciugai con il pollice. Premetti ancora le mie labbra sulle sue, una, due, tre volte.
"Andiamo va che è meglio" e salimmo in macchina.

Quando il buio si avvicina pensa a me. - Marco Mengoni -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora