CAPITOLO 8

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CAPITOLO OTTO
Non ce la facevo più, mi mancava l'aria, ma lui non accennava a smettere. La voce di mia madre mi riportò brutalmente alla realtà. Ma come? Di già? Non volevo salutare Marco così presto, non volevo che il sogno che stavo vivendo finisse di già. La proposta di Marco arrivò in modo del tutto insperato. Ma conoscevo i miei, avrebbero detto sicuramente di no. Invece dovetti ricredermi:
" Senti un po' lei..."
Non ci credevo, avevano detto di si. Dissi allora a Marco, così per educazione:
"Sicuro che per te non sia un problema?"
"Tranquilla, te l'ho chiesto io!" facendomi l'occhiolino.
"Ok mamma allora torno con lui, voi andate"
Dopo aver salutato i miei, zia preparò il caffè e ce lo portò fuori. L'intervento dei miei mi ricordò che questa cosa indescrivibile c'è mi stava capitando sarebbe presto finita, quindi volevo godermi ogni minuto che rimaneva. Presi a fissarlo, volevo imprimere nella mia memoria ogni particolare, ogni sguardo, ogni espressione. Le avrei portate tutte con me, ero sicura che non avrei mai dimenticato nulla di quella giornata, dalle risate al fatto che avevo pianto stretta a lui.
"Che te fissi? Lo so che so figo ma regolate!"
"È che voglio ricordare tutto"


Volevo dirle che non ne avrebbe avuto bisogno perché ci sarei sempre stato. Ma non lo feci. Non volevo correre e farle pensare che lo dicevo per quello che era successo poco prima.
"Mica è una cosa così eccezionale..."
"Questo lo dici tu..." Abbassò lo sguardo mentre lo diceva. Era dolcissimo vedere il suo imbarazzo. Nel frattempo le pesti si erano svegliate e avevano cominciato a darle il tormento. Decisi allora di offrirle una via di fuga.
"Che ne dici se torniamo ora a Roma e ti porto a conoscere anche Marta e gli altri?"


La sua proposta mi piaceva, non vedevo l'ora di conoscere anche gli altri. Soprattutto Marta, perché sapevo quanto fosse importante per Marco, quanto facesse per lui, e mi aveva sempre ispirato simpatia. Salutai zia abbracciandola ancora più forte di quanto avevo fatto quando ero arrivata. Mentre mi abbracciava mi disse: "Mi raccomando, mi devi raccontare tutto eh!"
"Certo zia!"
E salii sulla macchina del mio idolo, sulla macchina di Marco Mengoni.

dc

Quando il buio si avvicina pensa a me. - Marco Mengoni -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora