CAPITOLO 20

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CAPITOLO VENTI
Quella frase che mi aveva detto prima di salutarci mi rimase nelle orecchie per tutti quei giorni. La sua assenza aveva quasi una forma. Eravamo stati già altre volte divisi, ma mai così lontani. E soprattutto ci sentivamo. La cosa peggiore era il non poterci parlare quanto avrei voluto, a causa del fuso orario.
"In fondo sono solo pochi giorni" mi ripetevo. Ma non avevo mai provato prima cosa fosse la mancanza, quella vera. E ora ci ero dentro. Ascoltare le sue canzoni ora era quasi una tortura, da una parte mi aiutavano a sentirlo vicino, dall'altra mi ricordavano che in realtà era dall'altra parte del mondo. E poi dovevo cominciare a parlare con i miei. Anche perché non potevo dirgli tutto il giorno stesso della cena organizzata da Marco. Dovevano saperlo prima per metabolizzare la cosa. Decisi di parlare prima con entrambi insieme, così che fosse rapido e, speravo, indolore. Li feci sedere sul divano e esordii con un:"Vi devo parlare"
Subito le loro espressioni cambiarono. Ok, forse non avevo scelto la frase giusta.
"Tranquilli non è nulla di grave" La tensione sui loro volti si allentò, anche se poco.
"Che è successo?"
"L'altro giorno non vi ho detto tutto, intendo riguardo Marco ecco..."
"Ci sei andata insieme?" Perché pensavano tutti a quello...
"No no, mamma no"
"E allora?"
"Bhe ecco... Noi... Noi stiamo insieme..." Ecco l'avevo detto. Ma la cosa non ebbe l'effetto che mi ero immaginata. Non erano sconvolti, ne arrabbiati, solo delusi. Ecco forse era la parola giusta. "Ale... Ma non è grande?"
Avevo immaginato che avrebbero sottolineato la differenza di età... E sinceramente non sapevo come rispondere.
"Si è vero, è più grande di me... Però mamma mi fa stare bene... Credo che potrei anche innamorarmi davvero stavolta..."
Non riuscivo più a guardarli. Non mi ero mai confidata con loro per queste cose. Mi sentivo fragile e indifesa in quel momento. Dove era Marco quando serviva?
"Se è vero questo, allora va bene. Però due cose... La prima è che vogliamo parlarci, la seconda Ale ti prego, non farti prendere in giro... Sai come sono le persone di quell'ambiente..."
"Non ti preoccupare, Marco non è così... Ci tiene davvero, per ora almeno... Per l'altra cosa ci aveva già pensato anche lui..."
Non ci credevo!! Non avevo approvato del tutto è vero, ma neanche avevano detto che non potevo continuare a vederlo. E fuori una... Gli dissi della cena e anche della festa, dato che c'ero. Acconsentirono a tutto. Sicuramente c'era qualcosa dietro, ma non mi andava di indagare. Mi venne voglia di abbracciarli, ma non lo feci. Scrissi subito a Marco. Non sapevo quando lo avrebbe letto. Ma sapevo che sarebbe stato contento.


Non ce la facevo più. Volevo tornare in Italia. Ma forse stare lontano da Alessia per un po' mi avrebbe fatto bene. Almeno avrei potuto capire cosa provavo davvero. Non volevo credere di essere già innamorato. Per innamorarsi ci vuole tempo. Bisogna vivere quella persona, conoscerla quasi come se stessi, dormirci insieme, farci l'amore, questo non per forza. No, non ero ancora innamorato. Ma ci ero pericolosamente vicino. Mi capitava di sorridere da solo quando pensavo a lei. Mi tornavano in mente piccoli dettagli insignificanti. Come aveva sempre le mani tra i capelli, come si tormentava la mani quando era nervosa, il suo essere un po' goffa, in modo buffo e innocente, ma con una femminilità latente. Controllai il telefono per vedere se avevo dei suoi messaggi. Lo facevo in modo quasi ossessivo in quei giorni.
"Ho parlato con i miei e gli ho detto di noi. Tranne Amsterdam, quello lo farai te! Non sono contenti, ma neanche disapprovano del tutto... Però vogliono conoscerti bene... Ci sono delle speranze xD mi manchi da morire "
Piccola... Sarà stato difficile per lei aprirsi così con i suoi genitori. Ma lo aveva fatto per me. Mi fece subito tenerezza e mi venne voglia di essere li per abbracciarla e farle sapere che ero felice per la possibilità che avevamo. Il giudizio dei suoi per me era importante, ma non l'avrei mai lasciata se non gli fossi piaciuto. Tenevo troppo a lei. E soprattutto ero felice di essere riuscito a riportare un po' di gioia e amore nella sua vita. Ora dovevamo solo superare quella cena. Ma prima c'era la festa.


Quando il buio si avvicina pensa a me. - Marco Mengoni -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora