CAPITOLO 11

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CAPITOLO DIECI
Mi avevano accolta bene, lo dovevo ammettere. Erano delle persone meravigliose, Marco se le era scelte bene, erano un gruppo eterogeneo. Ognuno di loro era unico, sia come musicista, sia come persona. Soprattutto con Davide e Peter mi trovai in sintonia. Davide era un pagliaccio, simpaticissimo, con quegli occhioni azzurri che gli davano l'aria di bambino sognante. Peter invece era all'apparenza più taciturno, ma quando parlava aveva sempre qualcosa di interessante da dire. Mi affascinava molto la sua personalità. E poi c'era Marta. Di una dolcezza assoluta. Subito mi prese sotto la sua ala protettiva, non so perché ma aveva nei miei confronti un atteggiamento quasi materno. L'adoravo già prima di conoscerla, e parlandoci non potei che confermare l'idea che mi ero già fatta di lei. Per questo andai in cucina con lei.
"Insomma?"
"Insomma cosa?"
"Che ne pensi di questa gabbia di matti e soprattutto del più matto di tutti?"
"Siete fantastici, tutti quanti e anche tu. Veramente, tra tutti eri quella che non vedevo più l'ora di conoscere" sorrise. Aveva un sorriso molto dolce. Capivo perché Marco la considerasse come una sorella, un'amica, tutto. "Poi Marco vabbé, lo conosci meglio di me.... È incredibile e imprevedibile..."
"Eeehhh lo so! Speriamo che trovi qualcuna che riesca a farlo rinsavire un po'" e mi fece l'occhiolino. Chissà cosa pensava di me e Marco.
"Perché? È fantastico così com'è, matto scocciato e tutto il resto..."
"Si però lo conosco e so che sta cercando un po' di stabilità, perché questa vita va bene fino a un certo punto. E gli auguro di trovarla presto"
"Ma tu e lui..."
"No no no io sono fidanzata! Ahahah"
Il caffè era venuto su e tornammo di là. Il pomeriggio volò tra risate e, ogni tanto, anche qualche discorso serio. Io ero stata tutto il tempo seduta al fianco di Marco e lui spesso aveva passato il braccio attorno alle mie spalle. Quando lo faceva, io mi appoggiavo a lui, sul suo petto, che era già diventato il mio rifugio preferito. Però non restavo molto, non volevo che gli altri pensassero male. Quando arrivò il momento di salutarci, Marta mi abbracciò fortissimo, e ci scambiammo anche i numeri. Lo stessi fecero anche Peter e Davide. E ora pensavo anche un po' preoccupata al prossimo viaggio in macchina con Marco.


Mi faceva piacere che vederla ridere così finalmente. Quando ogni tanto si girava a mi guardava con il sorriso sulle labbra, mi si scaldava il cuore. Allora la abbracciavo, anche se per qualche secondo solamente. Sapevo che Marta osservava ogni nostra mossa. Non volevo darle troppo da pensare, anche perché non sapevo e anche io cosa pensare ancora. Sapevo solo che mi piaceva il contatto del suo corpo col mio, che quando rideva le si illuminavano gli occhi. Avrei voluto annegarci. Quando stavamo salutando il gruppo per andarcene però, un po' mi diede fastidio che Davide e Peter la avessero abbracciata così stretta e che si fossero scambiati i numeri. Ero contento invece del rapporto che aveva creata con Marta. Lei era molto importante per me, e la sua considerazione era fondamentale. Una volta in macchina le dissi:
"Che è sta storia che Peter, Marta e Davide hanno il tuo numero e io no?"
"Che è? Sei geloso?"
"No, però scrivimelo un po'" le dissi passandole il telefono. Arrivammo sotto casa sua.
"Eccoci qua... Ci dobbiamo salutare..."
"Marco grazie mille, per tutto, per oggi, per il passaggio, per tutto quello che hai fatto per me sia oggi sia da sempre..."
"Oh guarda che non è mica un addio.... Anzi, io domani mattina sto ancora a Roma, poi devo ripartire. Sai com'è, il tour...."
"Ma io domani ho scuola..."
"C'è ne dici se vengo a prenderti presto e andiamo a fare colazione insieme da qualche parte, magari vicino a scuola tua così poi non fai tardi?"
"Mi piacerebbe tantissimo..."
"Allora domani alle 7"
"A domani"
La abbracciai per l'ultima volta e le stampai un bacio sulla guancia prima di lasciarlo andare. Poi la vidi sparire nel portone di casa sua. Già mi mancava un po'.


Salii le scale quasi volando. Non ci potevo credere. Era stata una giornata fantastica, un sogno ad occhi aperti. Ma i sogni finiscono, questo invece avrebbe avuto almeno una seconda parte. Per tutta la cena mangia poco e niente, non dissi una parola, ma avevo un sorrisetto stampato in faccia. I miei non chiesero neanche perché, lo sapevano già. Andai a letto presto, non volevo sembrare uno zombie il giorno dopo. Sentii vibrare il telefono. Era un messaggio di Marco
"Sono stato benissimo oggi, sei una persona fantastica, non vedo già l'ora che sia domani per poterti conoscere ancora di più... Buonanotte"
"Anche io non vedo già l'ora! Buonanotte anche a te"
Addio buoni propositi. Sapevo che quella notte non sarei riuscita a chiudere occhio.


Quando il buio si avvicina pensa a me. - Marco Mengoni -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora