27.

351 32 3
                                    

Il sedile della macchina di Zayn era comodo e, finalmente, poteva rilassare le spalle e la propria mente. Eryn poggiò la testa al sedile e chiuse gli occhi, respirando profondamente e cercando di non scoppiare in un pianto isterico. Il cuore continuava a martellarle nel petto, producendo dei tonfi assordanti che la infastidivano. Strinse di più le palpebre, per cercare di mandare via la sensazione di inquietudine che si era fatta spazio dentro di lei, ma fu tutto vano. Riusciva ancora a sentire la punta del coltello premere sulla sua pelle, la lama carezzarle il collo e la guancia in modo quasi letale. Era stata vicina alla fine, lo sapeva, e se non fosse stato per il tempismo di Zayn a quell'ora sarebbe stata morta stecchita. Quella consapevolezza le fece venire la pelle d'oca e rabbrividì.

Senza dire una sola parola, Zayn allungò la mano ed accese i riscaldamenti dell'auto, per alleviare le pene della ragazza che gli stava accanto. Teneva gli occhi chiusi e lui sapeva benissimo che stava cercando di mandare via i pensieri e la paura. Ma, sapeva bene che questi l'avrebbero accompagnata ancora per un po'. Forse per qualche giorno o settimana. Gli psicologi lo chiamavano shock post-traumatico.

-Andrà tutto bene.- disse lui a voce bassa, tenendo gli occhi sulla strada e stringendo il volante. -Non si avvicineranno più a te, lo prometto.- si voltò verso di lei, giusto il tempo di incrociare i suoi occhi verdi e di vederla annuire.

Eryn sapeva che il peggio era passato, che Zayn non avrebbe permesso per nessuna ragione al mondo che qualcun altro le si avvicinasse, che qualcuno le facesse del male e gliene era infinitamente grata, anche se non gliel'aveva ancora detto. Zayn le aveva salvato la vita, ma non era solo questo. Nel momento in cui la porta del suo ufficio era stata spalancata e il viso del moro aveva fatto capolino, il cuore di Eryn si era fermato e la sua anima aveva tirato un sospiro di sollievo; no perché era convinta che lui l'avrebbe salvata, ma perché se quello era il momento in cui avrebbe dovuto morire, lui era l'ultima persona che avrebbe voluto vedere. In quei momenti di puro terrore, l'unico sollievo era avere lì il suo primo amore e poter guardare i suoi occhi un'ultima volta. Sapeva di essere pazza, ma erano stati quelli i suoi ultimi pensieri, prima che la pallottola attraversasse la tempia dell'uomo che la stava per sgozzare. Zayn, in quegli attimi, era stato l'unico pensiero a farla restare lucida. Lui era stato l'ultimo spiraglio di luce.
Zayn e non Dylan. E si odiava anche per quello, perché in punto di morte il suo pensiero, il suo cuore ed ogni particella del suo corpo avevano gridato il nome di Zayn e non della persona che, in quel momento, condivideva la vita con lei.

La rossa chiuse di nuovo gli occhi e lasciò che l'andatura costante della macchina la cullasse, insieme all'odore di colonia e tabacco. Lasciò che tutta la tensione, la paura e l'ansia scivolassero via, permettendo alle braccia di Morfeo di avvolgerla.

Quando, finalmente, l'auto si fermò fuori il suo appartamento, Eryn dormiva beatamente nel sedile scomodo della macchina e Zayn non poté fare a meno di sorridere dolcemente a quella vista. Lei non era solamente bella, questo lo aveva capito già da tempo ma quel giorno ne aveva avuto la conferma. Eryn non era bella perché aveva un viso aggraziato, le labbra carnose e gli occhi verdi più profondi che lui avesse mai visto. Eryn era bella perché era forte, perché era una guerriera che combatteva costantemente contro tutto e tutti, una ragazza con un'immensa forza interiore. Lei era bella perché aveva un gran cuore e, dentro di sé, custodiva una luce che avrebbe illuminato l'intero mondo se avesse potuto ma, che si limitava ad illuminare la sua vita.

Zayn aprì lo sportello e lo richiuse, il più piano possibile per non svegliarla, poi fece il giro dell'auto e raggiunse il lato del passeggero. Quando il corpo di Eryn si adattò completamente alle sue braccia e il suo viso si poggiò nell'incavo del suo collo, pensò che le sue mani, le sue braccia e tutto il suo corpo, fossero stati messi lì per quello: per sorreggerla e proteggerla, per sempre.

Endless LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora