Capitolo 7

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Oggi è il 5 dicembre, sono incinta ormai di quasi 4 mesi e la pancia inizia ad essere abbastanza visibile, e questa è una cosa che odio. Odio che gli altri la vedano e, soprattutto, che la tocchino. Non ho mai sopportato le persone che toccavano la pancia delle donne incinte in generale, non solo la mia.
Non mi piace affatto che le persone sappiano che sono incinta, non so perché, ma mi infastidisce molto. Fortunatamente, si nota poco.
Gli unici a sapere della mia gravidanza sono Viola, Gionata e il mio datore di lavoro, al quale ho assicurato che lavorerò fino alla fine del settimo mese.
Ultimamente sto riuscendo a dormire un po' di più, ma gli incubi continuano a perseguitare i miei sogni, permettendomi di dormire solo poche ore a notte. L'unico vantaggio di questa situazione è che perlomeno sarò già abituata per quando avrò i bambini, i quali, sicuramente, mi terranno sveglia per notti intere.

Sono sveglia ormai da ore e mi sono annoiata di stare a letto, e per di più mi è venuto anche mal di schiena a stare sdraiata tanto a lungo.
Mi alzo con lentezza dal letto ed apro la serranda per far cambiare l'aria.
Il cielo è grigio, come un po' tutti i giorni. Mi manca la mia Roma. Sia chiaro, Milano è una città bellissima, ma a Roma era tutto più bello, persino il tempo atmosferico; basti pensare che da quando mi sono trasferita qui credo di aver visto il cielo terso una sola volta. Il tempo rispecchia il mio umore, è triste proprio come me.
< E infatti piove quando piangi, ci sta il sole quando ridi e si è rifatto nuvoloso
adesso che ti sei intristita>, inizio a canticchiare inconsciamente, ma non appena mi rendo conto che è un pezzo di una canzone di Giorgio mi zitto subito. Anche il cielo mi ricorda lui, è impossibile.
Raggiungo pigramente la cucina, dove trovo Viola e Gionata seduti al tavolo a fare colazione.
< Buongiorno>, dico per annunciare la mia entrata nella stanza. I due fidanzati ricambiano il saluto mentre mi siedo a tavola con loro, prendo il pacchetto delle gocciole ed inizio a mangiarne una dopo l'altra. Ultimamente mi capita spesso di avere molta fame, e il motivo è ovvio, ma mi fa comunque strano. Non voglio però approfittare della gravidanza per mangiare tutto ciò che voglio; non voglio di certo prendere kg che poi non riuscirò a smaltire, o avere la pelle calante perché sono dimagrita troppo dopo il parto. No, non lo sopporterei proprio. Sto facendo di tutto affinché dopo la gravidanza il mio corpo possa tornare ad essere quello di un tempo: partendo dagli oli per evitare le smagliature fino ad arrivare all'alimentazione. Per quanto riguarda quest'ultima, sono andata a parlare con la dottoressa che mi è stata consigliata; mi ha dato una dieta da seguire e mi ha detto quali sono i cibi da evitare assolutamente durante la gravidanza. Delle volte non seguo la sua dieta, non sono mai stata una ragazza capace di seguire gli ordini. So che è per il mio bene, ma delle volte proprio non ce la faccio. Cerco comunque di non saltare nessun pasto, ma a volte mangio troppo e a volte troppo poco. Non sono costante, ma ci sto lavorando.
< Gionata, mi consigli qualche negozio qui a Milano che venda felpe fighe da uomo?>, domando interrompendo il silenzio che si era creato, dato che eravamo tutti impegnati a mangiare. Per evitare che la pancia si veda indosso sempre delle felpe larghe, approfittando anche del fatto che faccia freddo, ma non ne ho molte, dato che più che altro "fregavo" quelle di Giorgio, perciò ho bisogno di comprarnene delle nuove. Su una donna di corporatura normale la pancia nemmeno si vedrebbe, ma su di me si nota molto di più, visto quanto sono magra.
< Il wag shop!>, risponde subito, fin troppo entusiasta.
< Perché ti servono felpe da uomo?>, chiede Viola alzando un sopracciglio.
< Perché sono più larghe e nascondono meglio la pancia, poi sono anche più belle di quelle da donna>.
< Nicole, quante volte te lo devo dire che essere incinta non è un crimine?>.
< Lo so, ma mi dà fastidio che gli altri la vedano>.
< Quanto sei testarda>, si lamenta sbuffando un'altra volta.
< E te sei antipatica>, ribatto imitando la voce di una bambina. Metto il broncio ed incrocio le braccia al petto, per rendere il tutto più teatrale, provocando così le risate di Gionata e di Viola.

Proteggimi, siamo rondini con il guinzaglio~ MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora