Capitolo 44

1.2K 87 52
                                    

NICOLE
Mi squilla il telefono, perciò poggio la piccola Amy- che ha compiuto da poco un anno- nel suo lettino e vado a rispondere al telefono. È Valerio.
< Ciao Vale>, dico subito dopo aver accettato la chiamata.
< Ciao mia non più tanto giovane amica>.
< Grazie, bastardo>, ribatto ridendo.
< Dài, stavo scherzando. Senti, volevo dire una cosa a te e a quel minchione di tuo marito, ma non mi risponde al telefono>.
< È in studio>, lo giustifico io.
< Vabbe, allora lo dico a te. Senti, per puro caso, sono capitato nella cronologia della mia bellissima bambina- adesso Vittoria ha 16 anni, ed è tutt'altro che una bambina, ma questo lui sembra non volerlo capire- ed ho trovato una cosa che penso debba vedere anche tu. Ti lascerà sbalordita, credimi>.
< Vale', fai venire l'ansia>, sbuffo io, provocando una sua risatina.
< Okay, senti, ti va di vederci per un caffè? Così ne parliamo meglio>, propone.
< Ho appena messo a dormire Amy, se ti va passa a casa e ce lo prendiamo qui>. Mentre pronuncio l'ultima frase passa davanti a me Dylan che, curioso come sempre, mi chiede chi debba venire a casa.
< Zio Vale>, mimo con le labbra per non farmi sentire da Valerio, che nel mentre ha accettato la mia proposta. Nonostante sappiano che non sia il loro vero zio, i miei figli continuano a chiamare Valerio "zio", come facevano da piccoli, e come anche Vittoria fa con noi.
< Digli di portare Vicky>, dice mio figlio, riferendosi alla figlia di Valerio, nonché sua migliore amica. La loro amicizia mi ricorda molto quella mia e di Giorgio, dato che sono migliori amici e si conoscono da quando sono nati.
< Vale, Dylan chiede se puoi portare Vittoria>.
< Va bene, basta che quando parliamo si levino tutti e due dai coglioni>.
< Va bene, ti aspetto>. Chiudo la chiamata e riferisco a Dylan che verrà anche la sua migliore amica, ma che dovranno andare a farsi un giro mentre io e Valerio parliamo.

Circa mezz'ora dopo, arriva Valerio, accompagnato da Vittoria la quale, dopo avermi salutato, esce di casa con Dylan.
Io e Valerio andiamo in cucina e mentre preparo il caffè lo incito a parlare.
< Devo farti vedere questo>, prende il suo telefono e una volta che mi sono seduta a tavola, porgendogli il suo caffè, fa partire un video su YouTube.
Non perderemo- Seconda generazione.
Guardo con un sopracciglio alzato Valerio non capendo perché avesse tanta voglia di farmi ascoltare questa canzone, ma lui mi fa segno con una mano di aspettare.
Il video inizia e, dopo l'inquadratura di quello che sembra essere un edificio abbandonato, appare davanti alla telecamera un ragazzo tutto incappucciato. Ma quello non è un ragazzo: è Dylan. Riconosco mio figlio, nonostante non faccia vedere il viso.
Strabuzzo gli occhi stupefatta, pensando che sia l'attore del video e invece, con mia grande sorpresa, poco dopo comincia a rappare, facendomi rimanere ancora più sbalordita. Escludendo la voce simile, mi ricordava molto Giorgio agli esordi: stesso flow, stessa rabbia, stessa grinta.
Quando parte il ritornello, viene inquadrata anche una ragazza, incappucciata come Dylan, ma riesco comunque a riconoscere Vittoria. I due rappano insieme il ritornello, subito dopo poi è il turno della figlia del mio amico.
Quando la canzone finisce, guardo stupefatta il mio vecchio amico.
< Tu ne sapevi qualcosa?>, domanda interrompendo il silenzio che si era creato dopo la fine della canzone.
< Assolutamente no>.
< Io l'ho scoperto un paio d'ore fa, ti giuro, sono rimasto sconvolto. Sia per il fatto che non mi sarei mai aspettato che Vittoria facesse rap, sia perché sono una bomba, cazzo!>, esclama entusiasta.
< Hai ragione, sembrate tu e Giorgio agli esordi, magari Vittoria con qualche pelo il meno sulle gambe>, scherzo, provocando una sua risata.
< Ne hai parlato con Vittoria?>, continuo subito dopo.
< No, ma lo farò appena tornati a casa, volevo che prima lo sapeste voi>.
< Grazie. Qual è il loro nome d'arte?>. Valerio clicca sulle informazioni del video. Dopo essere rimasti sconvolti- per l'ennesima volta- per il gran numero di visualizzazioni, cosa che, in teoria, ci dovrebbe aver fatto scoprire questo loro "hobby", tra le varie informazioni troviamo i loro nomi d'arte: Ferra e Apa-tia.
< Fantasia portami via>, scherza Valerio notando la semplicità dei loro nomi, ripresi dai cognomi.
Rimaniamo per un paio d'ore a guardare tutti i loro video e ad ascoltare le loro canzoni, rimanendo ulteriormente esterrefatti. Quando i due "piccoli rapper" rientrano a casa, facciamo finta di niente e Valerio e Vittoria se ne vanno, come se non fosse successo nulla.
< Signorino, dobbiamo parlare>, dico facendo la finta incazzata rivolgendomi a mio figlio.
< Che ho combinato 'sta volta?>, sbuffa mettendosi a sedere in una delle sedie in cucina.
< Mia mamma crede che penso solo a studiare, ma io ho soltanto voglia di scopare>, dico citando il pezzo di una sua canzone. Nonostante si tratti di mio figlio, sentirgli dire, o meglio rappare, quella frase non mi ha sconvolta come avrebbe dovuto. Ha 16 anni, e fare sesso è la cosa più naturale che possa esistere, perciò è giusto che lo faccia, ma ho scelto quella frase giusto per metterlo un po' in imbarazzo. Essendosi evidentemente accorto della citazione strabuzza gli occhi, ma poi cerca di fare finta di niente.
< Mamma, ma che dici?>, chiede facendo lo gnorri.
< Dylan, non fare il finto tonto con me. Siete stati sgamati, e adesso devi raccontarmi tutto per filo e per segno. Cosa è questa storia del rap?>.

Proteggimi, siamo rondini con il guinzaglio~ MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora