Capitolo 18

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GIORGIO
La pancia di Nicole è ben visibile e perciò abbiamo deciso che prima dirò ai miei genitori della gravidanza, poi li farò incontrare. Mentre ci parlo Nicole starà "nascosta" in cucina, approffitandone per finire di cucinare.
Mi ricordo che quando accompagnai Vittorio a comprare l'anello di fidanzamento per Clarissa pensai che molti lo avrebbero additato come "pazzo" a volersi sposare a 24 anni, chissà come definirebbero me visto che alla stessa età- circa- non solo sto per sposarmi, ma sto anche per diventare padre.
Alle 12:30 precise suonano al campanello, più puntuali di un orologio svizzero. Vado ad aprirli e dopo i vari saluti ci sediamo sul divano.
< E Tommi?>, domanda mia madre guardandosi intorno.
< È in cucina, dopo viene, ma prima devo parlarvi. Devo dirvi un paio di cose che probabilmente vi lasceranno quasi sconvolti. Non è niente di brutto, sono solo delle notizione>, dico strofinando le mani l'una con l'altra, cercando le parole giuste.
<Daje Gio', ce stai a fa veni' il latte alle ginocchia>, scherza mio padre. Abbozzo un sorriso, per poi guardare in basso e tornare serio.
< Bene, allora...l'altro giorno sono andato a Milano a fare un live ed ho incontrato una persona...>, comincio a dire, venendo interrotto d mia madre.
< Quel tuo amico rapper?>, domanda, e in risposta scuoto la testa.
< Il vescovo?>, scherza ancora mio padre, annettendo una piccola e appena accennata risata.
< No, Nicole!>, esclamo, e un sorriso si dipinge sul mio volto. Per qualche istante i miei genitori rimangono impassibili e mi fissano come se avessi fatto una battuta orrenda.
< Nicole Nicole? Cioè, la tua Nicole? La Nicole nata e cresciuta con te che è sparita da 5 mesi?>, chiede mia mamma strabuzzando gli occhi, con un'espressione stupita.
< Esatto! Lavorava nel locale dove ho fatto il live e ci siamo incontrati. Mi ha spiegato le sue motivazioni e si è scusata almeno mille volte. Era sconvolta per la morte di Clarissa e tra noi le cose non andavano bene, perciò aveva bisogno di staccare un po' la spina. L'ho perdonata subito, dato che persino voi avete visto che senza di lei mi stavo distruggendo la vita!>, continuo. Dopo qualche secondo, un sorriso si dipinge sul viso dei miei genitori.
< Oddio, sono così contenta per te! E ora dove è?>.
< Le ho detto di restare in cucina finché non ve lo avessi detto, ora la faccio uscire. Devo dirvi un'altra cosa, preferite capirla da soli o ve la dico io?>.
I miei genitori si scambiano un'occhiata complice e parlottano tra di loro, poi mi dicono che vogliono capirla da soli. Prendo dal tavolino di fronte a noi una scatolina e gliela porgo; mia madre la apre ed estrae due ciucci, uno rosa ed uno blu. Mia madre e mio padre li guardano come se fossero degli oggetti che vedono per la prima volta in vita loro- cosa impossibile, visto che hanno 4 figli-, forse non capendo perché glieli abbia dati.
< Mamma, Papà...>. Prendo un respiro e rivolgo loro un sorriso nervoso.
< Diventerete nonni... di due gemelli!>, esclamo forse con troppo entusiasmo, vista la notizia shockante. Ma io sono veramente entusiasta di questa notizia, anche se non pensavo che lo sarei stato. Vorrei tanto averli registrati per riguardare la loro buffissima reazione; la loro mascella arriva ormai a terra ed io non riesco a trattenere una risatina.
< Ci prendi per il culo?>, domanda mio padre, sollevando un sopracciglio.
< Secondo te potrei scherzare riguardo ad una cosa simile?>.
<Oddio...io...non so neanche cosa dire... congratulazioni amore!>, balbetta mia mamma dopo aver balbettato per qualche istante, reazione dovuta sicuramente allo stupore. Erano anni che non mi chiamava "amore".
Perché non è sempre stata così? Perché prima quando eravamo dei ragazzini e avevamo veramente bisogno di lei era una mamma di merda, mentre ora sembra la più buona del mondo? Non riuscirò mai a capire questo suo cambiamento improvviso.
<Oh mamma, non ci credo!, auguri figliolo!>, urla mio padre, con gli occhi già lucidi. Continuo a maledirmi mentalmente per non averli registrati mentre li ringrazio e mia madre viene ad abbracciarmi, seguita poi da mio padre.
< Hai deciso di tenere Nicole rinchiusa per sempre in cucina o hai intenzione di farcela vedere?>, scherza per l'ennesima volta mio padre, rompendo l'abbraccio.
< Giusto>, esclamo sollevando il dito indice. Mi alzo e vado in cucina, dove trovo Nicole in piedi poggiata al tavolo con le braccia conserte che sta parlando con Tommaso.
< Allora?>, chiedono all'unisono.
< Avevamo ragione, l'hanno presa bene; pensa che mamma mi ha chiamato "amore" e papà aveva gli occhi lucidi>, racconto sorridendo.
< Non ci credo>, dice Tommaso.
< Ti giuro, avrei voluto una telecamera. Hanno fatto una faccia epica! Ora andiamo di là, altrimenti ci danno per dispersi>. Prendo Nicole per mano ed andiamo insieme in sala.
Non appena i miei genitori la vedono le vanno a dare due baci sulle guance, esprimendo tutta la loro gioia per il suo ritorno.
Si congratulano con lei, per poi salutare anche il loro ultimo genito.
< Di quanto sei?>, domanda mia mamma, avvicinandosi di nuovo a Nicole.
< 6 mesi>, risponde lei, sorridendo gentilmente.
< E la pancia dove la nascondi?>, scherza mia mamma, dato che Nicole indossa una mia felpa enorme, che sta grande anche a me, e dalla quale non si vede il pancione che tanto mi piace.
< Qui sotto, tranquilla che c'è, è enorme>, risponde ridendo Nicole, poggiando una mano sulla pancia.
< La volete vedere?>, domanda chinando leggermente la testa di lato. I miei genitori annuiscono e Nicole si tira su la felpa, arrotolandola sopra al pancione.
< Oddio, guarda che pancino!>, esclama emozionata mia mamma. I suoi occhi si fanno lucidi e subito li tampona delicatamente con il dito.
Nicole si abbassa velocemente la felpa, sicuramente a disagio. Come mi ha detto lei, odia mostrare la pancia e sono orgoglioso che sia riuscita a mostrarla ai miei genitori, anche se per pochi secondi.
< Oddio, non mi sembra vero che state per diventare genitori, mi sembra ieri che andavate in due sul motorino di Giorgio a fare i cretini per le strade e adesso state per mettere su famiglia!>, afferma mia mamma ricordando i vecchi tempi, facendo pensare anche a me ai tempi che sembrano tanto lontani, invece sono passati "appena" 7 anni. A questa età, 7 anni sono come una vita intera. Il Giorgio del 2009 e quello del 2016 non si assomigliano per niente, sembrano due persone completamente diverse, sia fisicamente, ma soprattutto caratterialmente.
< A me sembra ieri che andavano all'asilo mano nella mano con i grembiulini colorati e lo zainetto con il nome sulle spalle>, ricorda sorridendo mio padre.
< Se continuate mi metto a piangere>, ammette Nicole asciugandosi una lacrima, passando un dito sull'occhio. È proprio vero che la gravidanza la rende più emotiva, molto più emotiva.
< Già, anche io>, conferma mia mamma facendo lo stesso movimento di Nicole. Effettivamente ricordare quando eravamo piccoli fa emozionare un po' anche me. Sembra passato veramente pochissimo tempo da quando giocavamo a nascondino sotto casa, e adesso stiamo per diventare genitori. Sono più vicini i tempi in cui i miei figli giocheranno a nascondino sotto casa rispetto a quando ci giocavamo io e Nicole, è strana come cosa.
Durante il pranzo parliamo del più e del meno, ma l'argomento principale è la gravidanza di Nicole e il nostro futuro matrimonio. I miei genitori sono sconvolti, a causa di tutte le notizie che ho comunicato loro.
< Avete già scelto i nomi?>, domanda mia mamma, per poi mandare giù un sorso di vino.
< Tarek e Chantal>, rispondo, contento dei nomi che abbiamo scelto.
< Non mi piacciono i nomi stranieri>, afferma mio padre storgendo il naso.
< Sarebbe stato meglio se vi fossero piaciuti, così non mi avreste dato questo nome di merda> sbuffo.
< A me piacciono i nomi classici italiani>, continua mio padre, e anche se non lo avesse detto lo si sarebbe dedotto dai nomi che ha dato ai suoi figli: Edoardo, Vittorio, Giorgio e Tommaso. La fantasia non doveva essere il loro cavallo di battaglia.
< Però questi che avete scelto mi piacciono, anche se sono strani. Bravi ragazzi!>.
< Anche a me piacciono>, conferma mia mamma. Anche se non gli fossero piaciuti avremo comunque dato questi nomi ai bambini; devono piacere a me e a Nicole, non agli altri.

Quando i miei genitori se ne vanno, verso le 3 del pomeriggio, Nicole decide di mandare un messaggio a sua mamma per informarla di quanto sta succedendo. La disprezza talmente tanto, in particolare dopo ciò che è successo con Clarissa, che non vuole nemmeno sentire la sua voce.

NICOLE
" Sinceramente non ti meriti nemmeno di essere definita mia madre e so che non te ne frega un cazzo della mia vita, ma Giorgio ha insistito affinché te lo dicessi, perciò ti scrivo questo messaggio per dirti che tra poco, oltre a non essere degna di essere definita una mamma, non sarai nemmeno degna di essere definita una nonna. Nel caso tu non ci fossi arrivata a causa della tua scarsa intelligenza, te lo spiego: sono incinta, di due gemelli. Ah, mi sposerò con Giorgio, lo dico per semplice informazione, non perché desideri averti al mio matrimonio. Bene, ho detto tutto ciò che dovevo dirti, ciao.", questo il messaggio che invio a mia mamma, sotto consiglio di Giorgio.
< Non sei stata troppo dura?>, chiede dopo aver letto il messaggio.
< Guarda, probabilmente sono stata anche troppo buona ad informarla. Già la odiavo prima, dopo ciò che è successo con Clarissa mi fa proprio schifo come donna, non solo come madre>.
< Ti capisco, ma non ti agitare, amore>. Mi abbraccia e mi accarezza i capelli per tranquillizzarmi, avendo capito il mio stato d'animo.
Quando sento la suoneria del telefono rompo l'abbraccio e rispondo, anche se non ho voglia di parlare con mia madre.
< Non eri buona a scrivere un messaggio?>, domando acida non appena rispondo.
< Innanzitutto non ti permetto di parlarmi in quella maniera, sono tua madre e mi devi portare rispetto!>, sbraita.
< Non meriti il mio rispetto>, la interrompo.
< È inutile che dài a me della cattiva madre, lo sarai anche tu. Guardati: sei ricoperta di tatuaggi, sei una semi alcolizzata, hai delle cazzo di paranoie su tutto ed hai 23 anni, come potrai mai essere una brava madre?>, inizia ad offendere, così, senza alcun motivo particolare. Non ho mai capito perché si sia sempre accanita tanto contro di me. Non le ho mai fatto alcuno sgarro, e anche se lo avessi fatto, sono comunque sua figlia. Mi tratta come se fossi la sua peggior nemica, quando invece dovrei essere l'unico vero amore della sua vita.
< Ma vaffanculo!>, urlo con disprezzo per poi chiudere la chiamata. Non ho assolutamente voglia di discutere con lei; la sua mente è troppo limitata per comprendere che non può offendere sua figlia in quella maniera.
Presa dal nervoso, tiro un calcio alla sedia davanti a me, continuando a mandare a fanculo la donna che mi ha messo al mondo e che mai più in vita mia chiamerò "mamma".
Pochi secondi dopo mi arriva un messaggio, sempre da parte sua.
" Non sei capace nemmeno ad avere una discussione con tua madre, come potrai mai esserlo? Dammi retta, dài i bambini in adozione e continua a fare la tua vita da 'cattiva ragazza', ciao.".
Odio quella donna, la odio con tutto il cuore. Ho sempre avuto problemi di autostima per colpa sua e nonostante ormai sia una donna, riesce comunque a far sì che mi torturino sempre nuove paranoie.
< Te l'ho detto che non glielo avrei dovuto dire!>, inveisco contro Giorgio. Di certo non è colpa sua se mia madre è una donna pessima, ma in questo momento non riesco a ragionare, sono troppo alterata.
< Diventerò come lei, non sarò mai una buona mamma!>, urlo per poi scoppiare a piangere. Odio piangere, ma da quando sono incinta non riesco più a trattenermi.
< Amore, era giusto che quella testa di cazzo lo sapesse, ma non devi farti delle paranoie, dice quelle cose solo per farti star male>, sussurra abbracciandomi.
Bagno la sua maglia nera con le lacrime mentre lui mi accarezza la nuca.
È così dolce.
Lo amo con tutta me stessa.
< Amore, sarai una mamma bravissima, ed in oltre sarai la più bella al mondo>, sussurra nuovamente, prendendo il mio viso tra le mani.
< Sei un leccaculo>, dico sorridendo per sdrammatizzare, mentre le ultime lacrime colano sul mio viso.
< No cara, è la verità>.
Mi lascia un dolce bacio sul naso e poi mi accarezza una guancia.
Giorgio è fantastico, riesce sempre a tranquillizzarmi e a farmi sorridere. Come ho fatto a stare senza di lui per interi mesi non lo so nemmeno io. L'unica cosa che so per certo è che non voglio passare più neanche un solo giorno lontana da lui. È la mia roccia, la luce che illumina la mia strada, il faro che mi impedisce di perdermi in questo mare burrascoso che è la mia vita.

Proteggimi, siamo rondini con il guinzaglio~ MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora