Capitolo 20

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GIORGIO
Non appena il live finisce, torno in camerino senza fermarmi a fare le foto e prendo dalla tasca il telefono, che non ha fatto altro che vibrare per gli ultimi minuti del concerto.
Trovo 23 chiamate da parte di Tommaso. Forse è successo qualcosa, perciò lo richiamo subito.
< Finalmente, dio cane!>, sbraita non appena accetta la chiamata.
< Ero sul palco, idiota. Spero per te che fosse una cosa importante!>.
< Oh, niente di importante, la tua fidanzata è solo in travaglio, nulla di che!>, dice con ironia.
< Cosa?>, urlo strabuzzando gli occhi e portandomi una mano tra i capelli.
< Esatto, è in travaglio! Ti conviene partire subito se vuoi vedere i tuoi figli nascere! Siamo all'ospedale, muoviti!>.
< Cazzo!, Arrivo!>. In preda al panico inizio a correre come un cretino verso Mattia, Carlo e James, che stanno facendo delle foto con delle fans.
< Gente, devo tornare subito a Roma, Nicole sta per partorire!>.
< Oh cazzo, andiamo!>, esclama Mattia facendomi cenno di andare.
< Ragazze, scusateci, ma dobbiamo andare, la fidanzata di Mostro sta per partorire! Vi prometto che rimedieremo!>, urla Mattia per giustificare la nostra fuga. Sento le ragazze urlarmi vari auguri, ma non ho tempo per ringraziarle.
Corriamo verso il furgoncino nel quale siamo arrivati e subito partiamo.
< Oh cazzo, che ansia>, dico passandomi una mano sul viso.
< Vedrai che arriveremmo in tempo>, cerca di rassicurarmi Mattia.
< Cazzo, non ce la posso fa>, affermo poggiando la testa al poggiatesta.
< Eddaje, stai per diventa' papà!>, urla Mattia scuotendomi.
< Eh, hai detto niente>. Mi passo una mano sugli occhi, cercando di trattenere il nervosismo.
Fortunatamente sul raccordo non troviamo traffico, cosa più unica che rara. Ci mettiamo quasi 3 ore ad arrivare; 3 ore che ho passato bestemmiando perché ci stavamo mettendo troppo.
Arrivato all'ospedale vi corro dentro e raggiungo il reparto che mi ha indicato Tommaso. Lo trovo nella sala d'attesa seduto a parlare al cellulare.
< Ti stavo chiamando>, esclama alzandosi e venendomi incontro.
< Sono nati?>, chiedo agitato e respirando affannosamente per la lunga corsa. No, non esiste, non posso essermi perso la nascita dei miei figli!
< No, vai dentro!>, mi incita lui. Subito tiro un sospiro di sollievo, fortunatamente sono arrivato in tempo.
Corro verso il box delle infermiere affinché mi diano il permesso per entrare.
< Sono il fidanzato di Nicole Colombo, è arrivata qui un paio d'ore fa>.
< Vieni ragazzo, ti porto dentro>, mi dice tranquilla quella che credo sia una semplice infermiera, o forse è un'ostetrica. Mi fa mettere uno di quei bruttissimi camici verdi e mi raccomanda di togliermelo qualsiasi volta dovrò uscire dalla stanza.
Non appena mi ritrovo fuori dalla stanza dove dovrebbe essere Nicole sento delle urla, che credo siano le sue. Guardo spaventato la signora accanto a me, la qualche mi incoraggia ad entrare. Prendo un respiro profondo ed entro nella stanza, dove la trovo in piedi poggiata al lettino nella cosiddetta "posizione a 90" mentre si contorce dal dolore.
< Amore, sono arrivato>, dico correndole incontro.
< Finalmente, cazzo!>, sbraita rimanendo nella stessa posizione, senza nemmeno alzare la testa per salutarmi. Ci rimango male per la sua reazione, credevo sarebbe stata felice di vedermi, invece sembra quasi infastidita.
< Ragazzo, vieni un attimo con me>, mi richiama l'infermiera che mi ha accompagnato.
< Amore, esco un attimo con la signora>, dico accarezzandole nuca.
< E levati dal cazzo>, esclama toccandosi la schiena dolorante. Ancora spiazzato per la sua risposta, esco dalla stanza con la signora.
< Ragazzo, ho visto la tua faccia e so che ci sei rimasto male per la risposta della tua ragazza, ma non devi. So che è difficile, ma immagina come sta lei in questo momento, è naturale che sia nervosa. Immagina che tutte le tue ossa si rompano contemporaneamente, ecco, è su per giù il dolore che sta provando lei in questo momento>.
< Ha ragione, cercherò di non infastidirla ulteriormente>.
< Bravo, ora dovrebbe venire il dottore a controllarla>.
< Okay, grazie mille>. Rientro dentro e vado vicino a lei, che nel frattempo si è sdraiata.
< Amore, ora arriva il dottore. Hai bisogno di qualcosa?>.
< Voglio solo che questa tortura finisca, madonna puttana>, dice per poi mettersi una mano davanti al viso, credo per attenuare il dolore.
Nicole ha sempre sopportato bene il dolore, basta vedere quanti tatuaggi ha, non è mai stata una ragazza che si lamenta tanto, perciò capisco che sta veramente soffrendo, e ciò fa stare male anche me.
Il dottore arriva poco dopo e le fa i vari controlli, che durano solo un paio di minuti.
< Sei dilatata di quasi 7 centimetri, se vuoi sei ancora in tempo per fare l'epidurale>.
< Sì sì sì, la prego, me lo faccia subito, non ce la faccio più>, si lamenta.
< Avevi detto che non lo volevi fare>, le dico ricordandole che fino al giorno prima diceva di non volerlo assolutamente fare.
< Non me ne frega un cazzo! Spero che un giorno tu provi un dolore del genere!>, sbraita e subito dopo caccia un urlo. Nonostante mi stia trattando come una merda, vederla soffrire così mi fa stare malissimo.
< Hai ragione, scusami>, dico sorridendo. Qualche minuto dopo il dottore torna nella stanza per fare l'epidurale a Nicole, ma non ha nulla in mano.
< Signorina, mi dispiace, ma non posso farle l'epidurale>, dice con un pizzico di malinconia nella voce.
< Cosa? Perché?>. È ancora più agitata.
< Perché non ha fatto la visita anestesiologica, mi dispiace ma non glielo posso fare>.
< No no no, la prego, non ce la faccio più>, si lamenta Nicole con le lacrime agli occhi.
< Nicole, ti do un consiglio: per affrontare meglio il dolore, cerca di distrarti un pochino; magari parla con il tuo fidanzato, mangia qualcosa, fatti fare un massaggio o cose simili, so che stai provando moltissimo dolore, ma inveire contro di lui non ha senso, piuttosto fatti fare compagnia, okay?>. Nicole, ormai rassegnata al fatto che non potrà fare l'epidurale, annuisce.
< Okay, torno a controllarti tra poco, se hai bisogno di qualcosa premi il bottone al lato del letto>; detto ciò il dottore esce dalla stanza, lasciandoci nuovamente soli.
< Scusami>, sussurra Nicole, un po' più tranquilla di prima.
< Fa niente amore>. Mi alzo e le do un bacio sulla fronte, che è leggermente sudata.
< Me lo fai un massaggio alla schiena?>. Sta cercando di contenersi, ma si vede che continua a stare male.
< Certo>. Faccio il giro del lettino e mi posiziono dietro a lei; al corso preparto che abbiamo seguito mi hanno insegnato proprio come fare i massaggi per alleviare il dolore durante il travaglio, perciò so cosa faccio.
< Ah, buonaseLa, io cinesina che fa massaggi in spiaggia>, scherzo, imitando una di quelle signore cinesi che d'estate vanno in spiaggia a fare i tatuaggi e i messaggi. Fortunatamente, riesco a far ridere Nicole, anche se leggermente.
< Ahia ahia, sì proprio lì>, esclama Nicole mentre le massaggio la schiena.
< Come è andato il live?>, domanda, cercando sicuramente di distrarsi, proprio come le ha consigliato il dottore.
< Bene, c'era un botto di gente. Abbiamo cantato solamente...>, inizio a dire, ma la mia frase viene interrotto da un suo lamento, sicuramente sta avendo l'ennesima contrazione.
< Non ce la faccio più!>, si  lamenta per poi iniziare a piangere.
Rimango per un attimo fermo, non sapendo come reagire, ma poi faccio il giro del lettino e mi siedo proprio davanti a lei. Penso per un attimo a cosa potrei fare per tranquillizzarla, poi ho un'idea: le canterò qualcosa. Forse anche questo le darà fastidio, ma meglio provare che rimanere col dubbio.
Inizio a cantarle "Attorno al vuoto" mentre le accarezzo la mano.
Si asciuga le lacrime col dorso dell'altra mano e poi mi guarda con quei suoi grandi occhi verdi leggermente arrossati e lucidi.
< Grazie>, sussurra non appena finisco.
< Pensavo ti avrebbe fatto piacere>. Le sposto un ciocca di capelli da davanti al viso. È stanca, si vede.
< Infatti>. Mi rivolge un sorriso, che seppur sofferente trovo bellissimo.
< Amore, ti vedo stanca, vuoi qualcosa da mangiare per darti energia? Magari un succo e della cioccolata>, suggerisco, ma ho sinceramente paura di quale potrebbe essere la sua reazione.
< Della cioccolata, se ci fosse fondente sarebbe meglio>. Pensavo che mi avrebbe inveito contro, invece ha risposto gentilmente.
< Okay, vado e torno>.
< Vai a prendere una boccata d'aria, tranquillo amore>, mi consiglia lei improvvisamente calma.

SPAZIO AUTRICE
Sorpresaaa, oggi doppio aggiornamento!
Allora, per la parte del parto (scusate il gioco di parole) mi sono ispirata ai racconti di mio babbo e di mia mamma quando sono nata io, mia mamma ha praticamente massacrato mio babbo tanto dolore provava e penso che sia successo anche a molti dei vostri genitori 😂.
Vorrei dirvi che per scrivere le cose che sto scrivendo sul parto e cose così mi sono documentata a lungo, difatti se qualcuno guardasse la mia cronologia penserebbe che sia incinta 😂. Questo per dirvi che non scrivo le cose senza prima essere informata.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, un bacio 😘

Proteggimi, siamo rondini con il guinzaglio~ MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora