Capitolo 11

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GIORGIO
< Matteo, devi andare a dormire con Andrea>, esordisco entrando nel furgoncino dove sono già seduti tutti.
< Ti sei trovato una da scoparti?>, chiede sbuffando.
< Su per giù>, rispondo vago. Non ho intenzione di parlargli della gravidanza finché non saprò tutti i dettagli, perciò non voglio nemmeno fargli sapere che ho finalmente ritrovato Nicole.
< Che coglioni però, non si sopportano più tutte queste tipe che ti porti a letto>, si lamenta.
< Matte', è normale, sta cercando di dimenticare Nicole, ma non ci riesce>, interviene Luca.
< Possiamo non parlarne? Matte', se vuoi mi trovo un'altra camera eh>.
< No no, te la lascio, tranquillo>.
< Grazie>. Gli rivolgo un sorriso e lui ricambia.
Nonostante all'esterno sembri tranquillo, dentro di me sto esplodendo. Mille emozioni e mille pensieri mi pervadono, e sono sicuro che appaio così tranquillo, anche solo in superficie, semplicemente perché non ho ancora metabolizzato l'idea di aver rincontrato Nicole, che peraltro è incinta. Incinta. Ciò significa che diventerò padre? Non voglio pensarci per adesso, almeno finché sono in compagnia dei ragazzi; una volta arrivato in camera mia, rimasto quindi solo, ragionerò bene sulla situazione e lascerò emergere tutte le emozioni e le sensazioni che provo, ma per ora continuo a vivere nel mio stato di " non comprensione" di ciò che è successo e di ciò che ho scoperto.
Poco dopo arriviamo in albergo, saluto i miei amici e vado in camera mia. Mi butto a peso morto sul letto ed inizio- finalmente- a pensare a tutto ciò che mi è successo questa sera.
Non mi sembra vero: sono mesi che sogno di incontrarla, ma non mi sarei mai aspettato che sarebbe realmente avvenuto, e sicuramente non in questo modo. È strano, quando l'ho vista è stato come se non ci fossimo mai lasciati, non sono riuscito ad avere un atteggiamento distaccato nei suoi confronti, ma in fondo credo che sia più che normale: nonostante tutto ciò che è successo lei rimane pur sempre Nicole, la ragazza con la quale sono nato e cresciuto; sarebbe come avere un atteggiamento distaccato con la propria sorella, anzi, gemella, visto che siamo sempre stati soprannominati dai nostri amici "i gemelli"; mi ricollego a quel soprannome quando penso che Nicole non solo è incinta, ma lo è di due gemelli. Cazzo, non riesco a credere che sia incinta, non riesco a metabolizzare l'idea, nonostante continui a ripetermelo tra me e me. Non sono di certo pronto a diventare padre, ma nonostante tutto mi prenderò le mie responsabilità; non potrei mai abbandonare Nicole, nè tanto meno due esserini frutto del nostro amore.
Mi chiedo come sia potuta rimanere incinta, visto che prendeva la pillola. Dovrò farmi spiegare e raccontare un bel po' di cose, quando finalmente sarà qui con me.
Ovviamente voglio tornare con lei, nonostante sia stata una stronza- e non perché, a quanto pare, avremmo presto dei figli-, ma perché la amo e non voglio passare neanche più un giorno della mia vita senza di lei.

Durante il tragitto nessuno dei due ha preferito parola, entrambi eravamo alquanto imbarazzati e non sapevamo che dire. È una cosa strana sentirsi in imbarazzo con lei, ma forse lo siamo perché nessuno dei due sa cosa si debba dire in una situazione del genere. Anzi, credo che nessuno saprebbe cosa dire.
Quando arriviamo all'Hotel raggiungiamo velocemente la mia camera e ci chiudiamo dentro.
Con la giacca non sono riuscito a capire quanto sia grande la pancia, ma si intuisce comunque che è incinta. Cazzo, è incinta. Altro che San Tommaso, io non ci credo neanche se lo vedo.
< Siediti pure sul letto, se ti va>, le dico rompendo quel silenzio imbarazzante. Fa come le ho detto ed io la seguo subito dopo, facendo scricchiolare le doghe sotto al nostro peso.
< Cazzo non so manco come iniziare>, esclama passandosi una mano prima davanti al viso e poi tra i capelli.
< Signorina, non si copiano le citazioni altrui>, la ammonisco sorridendo e provocando una sua risatina, visto che la frase che ha appena detto è racchiusa in una mia canzone. Visto che lei non accenna a parlare decido di mettere in chiaro una cosa.
< Prima di iniziare, sei sicura al 100% che siano figli miei? Non perché non mi fidi di te, ma potresti avere dei dubbi...>, chiedo facendomi serio e rompendo il silenzio che si è venuto nuovamente a creare da alcuni secondi a questa parte. Mi fido di lei, ma vogliono essere sicuro al 100%.
< Giorgio, capisco che tu voglia esserne certo, ma posso assicurarti che dopo di te non sono neanche più riuscita a baciare un altro uomo...>, afferma sospirando, chinando il capo.
< E quello della foto?>, domando alzando un sopracciglio, ripensando alla foto che mi inviò. Che mi stia mentendo? No, Nicole non lo farebbe mai.
< Era Gionata, era tutta una messa inscena per farti ingelosire>, ammette, facendomi sentire un verme per aver dubitato di lei anche per un solo secondo.
< Ah>. Subito il senso di colpa per essermi portato a letto tutte quelle ragazze mi assale, ma ormai il danno è fatto e non posso rimediarvi in alcun modo.
< Dimmi cosa vuoi sapere>, mi incita a parlare rivolgendomi un sorriso e posando una mano sulla mia. Sorrido di rimando, sentendo un tuffo al cuore quando la nostra pelle viene a contatto. Erano mesi che non provavo questa sensazione.
< Beh, raccontami della gravidanza>. Rimane un attimo in silenzio a pensare, forse a riordinare le idee, poi prende a parlare.
< Allora, ti ricordi ferragosto?>.
< Sì>. Mi ricordo perfettamente di ferragosto; ci siamo divertiti da matti, anche se è stato denigrante vedere Nicole montare la tenda molto più velocemente rispetto a me. È stata l'ultima volta che ho visto Clarissa divertirsi veramente, e contestualmente la prima dopo tanti mesi.
< Bene, sono stati concepiti lì>.
< Wow, sono figli del mare>, scherzo provocando un' altra sua risatina, visto che quel giorno facemmo l'amore anche in mare.
Faccio un breve calcolo ed arrivo alla conclusione che dovrebbe essere incinta di 6 mesi. Sto per chiederle quando lo ha scoperto, ma mi precede.
< Quando me ne sono andata non lo sapevo, l'ho scoperto grazie a Viola che mi ha obbligata a fare il test il giorno che tu mi mandasti quella foto. Te l'ho detto prima, ma probabilmente non l'hai capito, con tutto il casino di cose che ho detto>. "Quella foto"... ma cosa mi passava in mente? Sono stato veramente un coglione a inviargliela, non ho scusanti.
< Scusa>, dico abbassando la testa; mi vergogno molto per ciò che ho fatto durante questi mesi, anche se lei non ne è al corrente, ma credo che lo abbia intuito da sola.
< Fa niente, è acqua passata>, mi rassicura. < Comunque, quando sono andata a fare la prima ecografia ho scoperto che sono gemelli e alla dodicesima settimana che sono un maschio e una femmina>, continua. Un sorriso si fa inevitabilmente spazio sul mio viso. Un maschio e una femmina? Non sarebbe potuta andare meglio di così.
< Un piccolo Giorgio con la cresta e una piccola Nicole coi tuoi occhi>, dico sognante, immaginandomi i nostri futuri figli uguali a me e a Nicole quando eravamo piccoli.
<Sai che l'ho pensato anche io?>, domanda lei sorridendo.
< Vedo che la telepatia non è passata>.
< No, per niente. Comunque, adesso sono al sesto mese, io ed i bambini stiamo bene e niente, sto diventando una balenottera ma vabbe>, continua ridendo. Nonostante lei affermi di essere una "balenottera" non riesco a vedere quasi per niente la sua pancia, che dovrebbe teoricamente già essere abbastanza grande, a causa dell'enorme felpa che sta indossando.
< Me la fai vedere la pancia?>, chiedo sorridendo, ma un po' titubante e nervoso.
< Certo>. Si alza dal letto e si sfila l'enorme felpa che indossava, tira su la maglietta che aveva sotto di essa, scoprendo un bellissimo pancino rotondo. Come lo vedo, i miei occhi si inumidiscono. Solo ora mi rendo realmente conto del fatto che lei porti in grembo i miei bambini. Fa strano dirlo, e se devo dire la verità neanche poco.
La pancia, a mio parere, è molto piccola, visto che è incinta di due gemelli ed è al sesto mese, ma probabilmente mi sbaglio, visto che non me ne intendo. In ogni caso, quel pancino contrasta con i numerosissimi tatuaggi sulle sue braccia, ma si "abbina" perfettamente al suo viso dolce. Percorro varie volte con lo sguardo il suo profilo, cercando di abituarmi alla visione di una Nicole completamente diversa da quella che vidi per l'ultima volta a Roma.
< P-posso toccarla?>, chiedo balbettando per l'emozione.
< Mmmh, solo perché sei te, alle altre persone è vietato!>, risponde sorridendo. Si avvicina ancora con la maglia alzata e si sistema proprio davanti a me. Alzo lentamente una mano e la poggio sulla sua pancia con molta delicatezza; resto per qualche istante fermo, poi la accarezzo col pollice fin quando non sento qualcosa muoversi sotto di essa e la ritiro quasi impaurito, provocando l'ennesima risata di Nicole.
<Uno dei bimbi si è mosso>, mi spiega sorridendomi dolcemente. Dio, quanto mi è mancato quel sorriso. Dopo aver ammirato per qualche istante quel meraviglioso sorriso, porto nuovamente la mano sulla sua pancia. Sentire il bambino muoversi, anche se all'inizio mi ha spaventato, è stata una sensazione a dir poco emozionante.
< Adesso che succede?>, domanda con voce meno allegra e sicura di prima.
< In che senso?>.
< Come pensiamo di risolvere questa situazione? Tu probabilmente ti sei rifatto una vita... vuoi riconoscere i bambini?>.
< Nicole, io non mi sono rifatto una vita, me la sono solo distrutta! Non solo voglio riconoscere i bambini, ma io voglio tornare con te! Okay, sei stata una testa di cazzo a lasciarmi in quella maniera, ma non ho mai smesso un solo giorno di pensarti. Io ti amo Nicole, l'ho sempre fatto e sempre lo farò; non posso immaginare di continuare a vivere senza di te>.
< Ti amo anche io>, dice mentre una lacrima scende dai suoi bellissimi occhi da gatta. Mi alzo e le asciugo la lacrima col pollice sorridenole dolcemente.
< Da quand'è che piangi così spesso?>, chiedo, visto che prima di andarsene non lo faceva mai e, anzi, questo suo rifiuto verso il pianto era stato anche al centro di una nostra piccola lite.
< È colpa della gravidanza>.
< Fingerò di crederti>. Ci rivolgiamo dei sorrisi mentre ci guardiamo dritti negli occhi. Le sposto una ciocca di capelli dietro all'orecchio mentre continuo ad ammirare la sua bellezza.
< Ti ricordi il giorno che ci siamo messi insieme?>.
Annuisce sorridendo, forse ricordandosi di quel giorno che sembra tanto lontano, ma dal quale sono passati "solo" due anni e mezzo.
< Ricordo che ti chiesi " ti vuoi mettere con me?", proprio come fanno i bambini, e mi sentii così stupido allora. Sono passati più di due anni e ne abbiamo passate tante, anzi tantissime insieme, ma io non sono cambiato, perciò anche ora, a distanza di due anni sono qui di fronte a te e ti chiedo: " vuoi (ri) essere la mia fidanzata?">.
<Questa volta non ti dirò " non lo so">, risponde sorridendo e alludendo alla risposta che mi diede la prima volta a quella domanda.
< Quanto cazzo mi sei mancata!>, esclamo continuando a sorridere, visto che adesso possiamo dire a tutti gli effetti che la nostra ricongiunzione è avvenuta. Le prendo il viso tra le mani e le stampo un bacio sulle labbra, che approfondiamo subito dopo. Ed in quel momento tutte le sofferenze provate in quei 5 mesi di lontananza spariscono, lasciando spazio a tutta la gioia che provo adesso. Forse qualcuno avrebbe fatto lo stronzo e l'avrebbe fatta aspettare per essere perdonata, ma io non ce la faccio, la amo troppo, e poter finalmente risentire le sue labbra a contatto con le mie è la soddisfazione più grande di tutti. Fanculo l'orgoglio, a me interessa solo di lei.
< Non mi lasciare più>, sussurro al suo orecchio mentre la stringo tra le mie braccia, sentendo il suo ventre rigonfio a contatto col mio.
< Non lo farò più.>

< Per favore, dormi con me stanotte>, la supplico dopo che abbiamo passato un'ora a farci le coccole. Una delle cose che ha sempre contraddistinto me e Nicole è il fatto che, dopo una litigata, più o meno pesante, è sempre bastato un piccolo tentativo di riavvicinamento da parte di uno dei due per smettere di litigare. È incredibile, ci siamo praticamente odiati per 5 mesi e dopo 5 minuti che ci eravamo ritrovati avevamo praticamente già fatto pace. Siamo fatti per stare insieme, non c'è niente da fare, nemmeno una lite grossa come questa, che è durata su per giù 6 mesi- dato che era già cominciata giorni prima che lei scappasse- è riuscita a dividerci. È vero che due cannibali finiranno sempre per sbranarsi, ma non importa quante volte si sbraneranno a vicenda, si cercheranno sempre e l'importante sarà stare insieme, dato che senza dell'altro non potranno vivere.
< Preferisco di no>.
< Perché?>.
< Sai, gli incubi...>.
< Ancora non sono passati?>.
< No, è meglio che ti risposi, sarai stanco>. Ciò che non ha capito è che in questo momento il sonno non può nulla contro la felicità che provo. Potrei passare tutta la notte sveglio a guardarla dormire per recuperare tutto il tempo perso, e Morfeo non potrebbe fare assolutamente nulla per prendermi tra le sue braccia.
< Per favore, dormi con me>, la supplico nuovamente, facendo il labbrino, e alla fine riesco a farla cedere.
Mi sdraio nel letto senza alcuna esitazione, ma lei, da brava maniaca dell'igiene quale è, si mette la felpa, alza il cappuccio e si infila sotto le coperte. Sorrido per quel gesto ed apro le braccia per invitarla ad accoccolarsi a me, come ha sempre fatto.
< Mamma mia quanto mi sei mancata>, ripeto facendola avvicinare di più a me. Le accarezzo i capelli, come ho sempre fatto, e poi le lascio un bacio sulla fronte.
< Mi canti qualcosa? mi è mancata la tua voce>, sussurra.
<Ho cantato tutta la sera>, scherzo, ma nel frattempo cerco mentalmente una canzone da cantarle.
< Ti prego>, continua facendomi a sua volta il labbrino.
< Non è giusto, sei troppo dolce>, dico per poi darle un bacio sul naso. Mi sistemo meglio e le canto "L'ottava meraviglia del mondo", la canzone che più adatta in questo momento.
Con mia grande sorpresa, si addormenta poco dopo; sicuramente stare tutto il giorno in piedi col pancione è molto stancante.
Finalmente dopo 5 mesi è tornato uno dei miei passatempi preferiti: guardarla dormire. È sempre stata bellissima mentre dorme, ma ora lo è ancora di più, sarà perché è da tanto che non la vedevo.
< Buona notte, Rihanna>, dico dandole un bacio sulla fronte. Sto per chiudere gli occhi per provare a dormire- anche se sono certo che non ci riuscirò-, ma prima sento il bisogno di fare una cosa, ossia accarezzarle la pancia, per la "prima vera volta".
< Buona notte, piccoli>, sussurro accarezzandogliela. Questa è la prima volta che parlo con i miei bambini e credo che me la ricorderò per sempre. Cazzo, diventerò padre! Non riesco ancora a crederci.

SPAZIO AUTRICE
MI AVETE ODIATA PER 10 CAPITOLI, ORA AMATEMIIIIII!
FINALMENTE SONO TORNATI INSIEME!
Vi prego, ditemi che tutta la mia fatica è stata ripagata e che il capitolo vi è piaciuto, altrimenti vado a sotterrare la testa in giardino.
È da quando ho iniziato a pensare alla storia che non vedevo l'ora di scrivere questi capitoli, spero che siano stati degni delle aspettative!
Un bacio a tutte coloro che leggono la mia storia, sia quelle che leggono e basta, sia a quelle che commentano e anche a quelle che mettono le stelline,
Nicole ❤
Il capitolo è stato in seguito modificato, sono state annesse maggiori riflessioni e ulteriori pensieri di Giorgio.

Proteggimi, siamo rondini con il guinzaglio~ MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora