NICOLE
I bambini hanno quasi 2 anni e devo ammettere che il tempo è volato, mi sembra ieri che sono nati.
Questi 2 anni sono passati abbastanza velocemente, ma non posso negare che siano stati molto duri; già prendersi cura di un bambino è difficile, di due è assolutamente estenuante, soprattutto quando mi ritrovavo da sola la notte, perché Giorgio era a qualche live.
A tal proposito, oggi Giorgio avrà un live al Brancaleone e, per la prima volta, porterò i bambini a vederlo. Sono ancora piccoli per capire ciò di cui parlano le sue canzoni, ma abbastanza grandi da capire che quello sopra il palco è il loro papà, e credo che gli farà piacere, dato che adorano quando Giorgio canta loro qualcosa; fortunatamente il live sarà verso il tardo pomeriggio, così avrò la certezza che non si addormenteranno.
Quando mi sveglio non vedo Giorgio vicino a me, e capisco che probabilmente si è già svegliato. Scendo in cucina per fare colazione e lo trovo seduto al suo solito posto al tavolo in soggiorno con una tazza tra le mani, che contiene probabilmente del latte.
< Buon giorno, amore>, esclamo avvicinandomi a lui per poi lasciargli un bacio sulla guancia. Mi rivolge un debole sorriso e torna a fissare la sua colazione. Vado in cucina, prendo un bicchiere d'acqua e la scatola dei biscotti, per poi tornare da Giorgio in salotto. Si rigira la tazza tra le mani, visibilmente turbato e capisco che c'è qualcosa che non va.
< Che hai?>, chiedo sedendomi al mio solito posto. Alza lo sguardo e mi guarda dritto negli occhi.
< Oggi sono 3 anni>, risponde per poi abbassare nuovamente lo sguardo; inizialmente rimango spiazzata, non riuscendo a capire a cosa si riferisca, ma poi ci arrivo da sola, dopo un breve ragionamento. Oggi è il 25 aprile e sono 3 anni che Vittorio non c'è più.
< È vero>, dico abbassando lo sguardo, non sapendo cosa dire. Ho sempre sostenuto che sarebbe da egoisti pensare di poter riuscire a risollevare il morale a qualcuno che sta pensando ad una persona deceduta, ed il mio pensiero con gli anni non è cambiato.
Fortunatamente ad interrompere il momento di tristezza e di disagio è la vocina di Tarek che mi chiama, lo sento dal baby monitor, che non abbiamo ancora tolto.
< Mamma>, dice con voce estremamente dolce e assonnata, segno che si è appena svegliato.
< Che vocina dolce che c'ha>, afferma sorridendo Giorgio.
< Già>, confermo ricambiando il sorriso per poi alzarmi per andare a prendere Tarek.
< Scaldagli il latte>, dico a Giorgio per poi salire le scale.
Quando entro in camera dei bambini lo trovo nel suo lettino che si stropiccia gli occhi con una manina guardando la sorella ancora addormentata nel lettino di fianco; non appema si accorge della mia presenza allunga le braccia, segno che vuole essere preso in braccio, e apre e chiude a pugno le sue piccole manine.
< Buon giorno amore della mamma>, sussurro tirandolo su. Mi abbraccia mettendo le braccia dietro al mio collo e posa la testa sulla mia spalla, come fa sempre appena sveglio, o quando è stanco. Gli do un bacio sulla testa e e lo porto in bagno. Gli lavo la faccia e i denti, gli sistemo i capelli arruffati e lo porto in sala, dove trovo Giorgio che sta portando sul tavolo i biberon con il latte e i biscotti dei bambini.
Posa il tutto sul tavolo e poi viene dietro di me, dato che Tarek è ancora nella stessa posizione di prima, e gli dà un bacio sulla fronte.
< Ciao, ometto>, dice accarezzandogli la manina, per poi tornare a sedersi al suo solito posto, seguito da me.
Do il biberon a Tarek, che beve il latte con il mio aiuto, e gli metto in mano un biscotto, a cui dà un morso di tanto in tanto, facendo cadere molte briciole.
< Più passa il tempo più questo bambino somiglia a me>, afferma Giorgio guardando Tarek seduto sulle mie gambe.
Appena nati i bambini somigliavano entrambi a Giorgio, anzi, erano la sua copia, ma crescendo Chantal ha iniziato a somigliare a me, forse grazie anche ai capelli castani e agli occhi verdi, identici ai miei.
Tarek, invece, è l'esatta copia di Giorgio quando era piccolo: stessi capelli castani scuri, stessi occhioni marroni e stesse labbra carnose.
< No! Povero il mio bambino!>, dico con fare teatrale, per poi lasciargli un bacio sulle guance morbide e paffute.
< Hai capito Tarek? Mamma dice che papà è brutto. Picchiala!>, dice Giorgio rivolgendosi al piccolo ed indicandomi. Tarek si gira a guardarmi con quei suoi occhioni marroni, uguali a quelli del padre; ha uno sguardo dolcissimo e ogni volta che mi guarda dritta negli occhi mi si scalda il cuore.
< Vuoi picchiare la mamma?>, domando facendo il labbrino. Tarek lancia un'occhiata a Giorgio, per poi tornare a guardare me. Scuote la testa in segno dei negazione e mi abbraccia, affondando il viso nel mio seno. Mi guarda dal basso verso l'alto e mi fa cenno con la manina di avvicinarmi, così avvicino il viso e lui mi stampa un umido bacio sul mento.
< Che mammone! Ripudiato dal sangue del mio sangue!>, esclama con fare teatrale Giorgio poggiando il dorso della mano sulla sua fronte, come spesso fanno nelle tragedie.
< Tarek, papà è triste>, sussurro al piccolo indicandogli Giorgio, il quale fa finta di piangere.
< Pecche?>, chiede guardandolo dispiaciuto.
< Perché non gli hai dato un bacio, vaglielo a dare>. Mi guarda e annuisce.
Lo faccio scendere e fa il giro del tavolo, sbarellando leggermente; non appena raggiunge Giorgio gli tocca la gamba, tirandogli i pantaloni del pigiama.
Mi volto un attimo verso le scale e vedo che Tommaso le sta scendendo, con in braccio Chantal.
< Ho trovato una bambina sveglia nel suo lettino e ho pensato di portarvela>, dice Tommaso guardando sorridendo la bambina.
Chantal non appena mi vede si sporge dalle braccia di Tommaso, allungandosi verso di me. La prendo in braccio e lascio anche a lei un bacio sulla guancia.
< No!>, esclama imbronciandosi; la guardo confusa, poi guardo nella sua stessa direzione e noto che sta guardando Giorgio dare dei baci "a raffica" a Tarek.
< No!>, urla più forte, dimenandosi.
< Ahia, è gelosa>, dico ridendo, ma lei inizia a piangere.
< Giorgio, guarda che tua figlia è gelosa>, dico attirando la sua attenzione.
< Perché?>, chiede inarcando un sopracciglio.
< Perché stavi dando dei baci a Tarek e a lei non l'hai considerata minimamente>.
< È gelosa come la madre>, mi canzona alzandosi con Tarek in braccio; gli rivolgo il dito medio e in cambio ricevo una sua risatina.
< Che vuoi? È vero!>.
< Scusami se metà delle ragazze italiane tra i dodici e i ventitré anni vorrebbe venire a letto con te!>, mi lamento io prendendo in braccio Tarek e porgendogli Chantal, la quale non appena vede il padre davanti a sé si butta letteralmente tra le sue braccia, smettendo di piangere.
<Ecco la principessa di papà!>, dice rivolgendole uno dei suoi sorrisi più belli. Uno dei suoi sorrisi veri, non uno di quelli che usa con i fans.
Lascia anche a lei una scia di baci, e subito si tranquillizza. Lo abbraccia, come aveva fatto prima Tarek con me.
< Lo vedi? Le donne impazziscono per me>, dice strafottente indicando con un cenno della testa Chantal.
< E non dire che delle dodicenni vorrebbero scopare con me, mi fai sentire un cazzo di pedofilo>, ammonisce, facendo una smorfia.
< Se mi scopo una tua fan vado in galera per pedofilia!>, urla Tommaso seduto al suo posto nel tavolo. Giorgio si volta verso il fratello ed alza un braccio, quello con cui non regge la bambina, per poi lasciarlo cadere e farlo sbattere contro la coscia.
< Ma ve ne andate tutti e due a fanculo? Adesso usi addirittura le frasi dei dissing a Giulio contro di me?>, esclama facendo il finto offeso.
< Dai Gio', scherzo>, si scusa Tommaso per poi mangiare un biscotto.
< Però è vero che moltissime ragazze vorrebbero scopare con te>, continuo io mettendomi a sedere; sistemo Tarek sulle mie gambe e gli porgo un altro biscotto. Subito dopo anche Giorgio si siede e fa lo stesso con Chantal.
< È vero, ma io mi scopo solo te>, risponde facendomi l'occhiolino.
< Vi prego, almeno non davanti ai bambini>, si lamenta Tommaso battendo il palmo della mano sulla fronte.
< Il bambino saresti tu?>, domanda ironico Giorgio.
< Sentite, sono anni che vi sento scopare, almeno risparmiatevi certe battutine>, si lamenta lui sbuffando. Io e Giorgio sorridiamo per la sua lamentela esagerata e rivolgiamo le nostre attenzioni ai bambini.
< Allora oggi porti anche loro?>, chiede Giorgio alzando lo sguardo e guardandomi.
< Sì, sei emozionato?>.
< A dire la verità sì>, risponde facendo un sorriso imbarazzato e abbassando nuovamente lo sguardo su Chantal; sorrido vedendola, dato che ha tutta la bocca sporca di briciole. Anche Giorgio pare accorgersene, perciò prende un tovagliolo e gliela pulisce delicatamente.
< Tutte le volte che mi esibisco al Brancaleone sento ancora di più la mancanza di Vittorio, ed oggi ulteriormente>, dice Giorgio cambiando discorso, mentre il suo sorriso si spenge.
< Cazzo è vero, oggi sono tre anni>, afferma Tommaso chinando il capo. Guardo dispiaciuta i due fratelli, senza sapere nuovamente cosa dire.
Tarek si dimena sulle mie gambe e fa di tutto per scendere, così lo poso a terra. Cammina verso Tommaso e gli tocca una gamba, per fargli notare la sua presenza. Tommaso sorride vedendolo e lo prende in braccio; subito dopo Tarek gli lascia un umido bacio sulla guancia, che lo fa ridere. Mi volto verso Giorgio e noto che anche Chantal sta facendo la stessa cosa. È incredibile, anche nei momenti di maggiore sconforto i bambini riescono a tirare su di morale chiunque.SPAZIO AUTRICE
Scusate per la breve assenza e per il capitolo un po' noioso, ma come sapete la storia sta giungendo al termine e le idee iniziano a scarseggiare, considerando anche il fatto che mi sto concentrando su quella di Valerio. Se non altro l'altra notte alle due del mattino ho avuto l'ispirazione per il finale di questa storia e quindi l'ho già scritto 😂
Ah, comunque quanto mi mancavano i mega stati di Giorgio 😍.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e anche della collaborazione tra Giorgio e "i desideri", un bacio a tutte 😘.
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Proteggimi, siamo rondini con il guinzaglio~ Mostro
FanficTerzo, ed ultimo, libro facente parte della trilogia. "Se lui è felice, inconsapevolmente, lo sono anche io, o meglio, cerco di esserlo. Mi dà fastidio pensare che qualcuna possa fargli provare le stesse sensazioni che gli facevo provare io, ma que...