3.

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- Lasciami in pace, ti prego... -

Singhiozzò il poverino, chiuso nell'unico bagno riservato ai disabili in tutta la scuola. Si stava levando le palline appiccicose dai morbidi riccioli che, in altri momenti, sarebbero parsi di seta scura e dolce. Sapevano di miele, grazie allo shampoo.

- Non ho bisogno di nulla... -

Continuò poi, anche se la voce era rotta dal pianto, come sempre. Ogni giorno, più o meno, finiva così.⁠⁠⁠⁠

Finiva così ogni singola volta. Quelle poche volte che provava ad aiutare qualcuno riceveva sempre le solite risposte: "Lasciami stare", "Vattene via"...sempre la solita solfa. E per cosa, poi? Solo perché aveva tirato un pugno ad un arbitro.

-Un grazie sarebbe ben accetto.-

Rispose, seccato, per poi incrociare le braccia al petto. Voleva solo tentare di dimostrare che anche lui sapeva fare qualcosa di buono, ma evidentemente il passato valeva di più di quanto valesse il presente.

- Non... Non ho bisogno di pietà... -

Sapeva che quei pochi che tentavano di dargli una mano lo facevano solamente perché mossi a pietà dalla sfortuna di Jack stesso. Dopo essersi pulito i capelli scuri, uscì dalla cabina. Il suo viso era arrossato e caldo per colpa del pianto. Le guance estremamente morbide per le troppe lacrime.

Era terribilmente frustrante per lui, una situazione di quel tipo. Perché semplicemente le persone non accettavano quel che faceva per loro, eh? Strinse i pugni, talmente forte da riaprire i tagli che aveva sulle nocche.

-Sai una cosa? La prossima volta ti lascio lì, e guarderò tutti gli altri prenderti per il culo e ridere di te senza fare assolutamente un cazzo.-

Disse, cercando di trattenere la rabbia, senza riuscirci, come nella maggior parte dei casi. Le sue nocche sanguinavano leggermente, ma lui non se ne era nemmeno accorto.

Si morse il labbro così forte da sentirlo sanguinare. Le lacrime premevano con forza contro le sue iridi scuri per fluire sulle sue guance rosate, ma lui non voleva mostrarsi debole come sempre.

Nonostante la sua forza di volontà, scoppiò comunque a piangere, in completo silenzio.

Si sentiva uno schifo, quindi decise che si sarebbe finito malato per tornare a casa da sua sorella.

Non riusciva più a sopportare quella situazione, ma non poteva nemmeno lasciare ma scuola.

Si sentì in colpa quando lo vide piangere, tanto che la sua espressione si trasformò completamente. Passò dall'essere arrabbiato al sentirsi un completo idiota nel giro di qualche secondo. Vennero le lacrime agli occhi anche a lui, ma riuscì a trattenerle.

-Scusami, sono una merda...-

Mormorò, decidendosi finalmente a lavare via il sangue dalle proprie nocche. Nel lavandino, l'acqua si mischiò ad esso, diventando di un colore rossastro.

-Ti prego, non piangere. Non...non lo penso davvero.-

- Lo dicono tutti, ma poi mi sputano addosso... -

Singhiozzò lui, facendosi male al torace per la mancanza di aria e i troppi singhiozzi. Oltre che la paralisi, aveva anche dei problemi generalizzati a tutti gli organi interni, per colpa della compressione che aveva subito nell'incidente. Doveva smettere di piangere velocemente, se non voleva stare male come al solito.

Così uscì velocemente, beh relativamente, dal bagno e si mosse verso l'infermeria, dove finse un malore davanti all'infermiera di turno, che chiamò immediatamente sua madre.

Cole rimase in silenzio, limitandosi a seguirlo con lo sguardo. E cosa poteva dire, in una situazione come quella?

Finì di sciacquarsi le mani e se ne andò, tornando immediatamente in classe.

Il resto della giornata scolastica passò tutto sommato tranquillamente. All'uscita, però, proprio mentre si stava mettendo le cuffie, venne braccato dal ragazzo a cui aveva spiaccicato le palline di carta fra i capelli e dai suoi amichetti. Quel che successe dopo, beh, era scontato. Cole era più forte di ognuno di loro, ma era difficile tenere s bada l'intero gruppo.

Il giorno seguente, quando entrò in classe, aveva occhi nero e le labbra spaccate in diversi punti. I ragazzi che lo avevano pestato lo fissarono insistentemente, ridacchiando.

Wheelchair - Boy x BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora