6.

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- Mi ha semplicemente detto che preferirebbe non avermi mai dato alla luce. Cose da nulla. -

Cercando di sembrare forte davanti a quel ragazzo che tutta la scuola considerava temibile, ironizzò persino su una cosa così grave. Poi però scoppiò in lacrime di nuovo, maledicendo quel pirata della strada che, dopo avergli quasi tranciato via le gambe, lo costringeva lì, senza possibilità di scappare via dalla sua famiglia e dalla sua orribile vita.

Cole andò a sedersi accanto a lui sul letto, lasciando cadere il suo borsone sul pavimento, per poi spostare lo sguardo su di lui, puntando i suoi occhi color ghiaccio in quelli di Jake.

-È...è una cosa orribile.-

Gli sussurrò, senza sapere bene che altro dirgli. Spostò lo sguardo sulle punte dei propri anfibi, facendo una piccola smorfia.

-Io penso che tu sia una persona di cui prendersi cura, non un peso...-

- È... È la stessa identica cosa... -

Singhiozzò il ragazzo, cercando in tutti i modi di deviare il suo sguardo chiarissimo e penetrante. Non voleva che vedesse tutte le sue debolezze, tutto il suo grande dolore.

- Dovrei solo farla finita.. -

-Non è la stessa cosa. Ti prendi cura di una persona quando vuoi che stia bene, lo fai con piacere.-

Gli spiegò, voltandosi quindi verso di lui ed incrociando le gambe sopra il materasso, incurante del fatto che stesse indossando le scarpe. Assottigliò lo sguardo, puntandolo nuovamente nel suo, con l'intenzione di non allontanarlo più.

-Non ne vale la pena. C'è sempre qualcosa per cui lottare.-

- E per cosa di preciso? Non posso fare nulla, grazie a quello schifo di roba che mi ritrovo. -

Indicò disgustato la sua sedia a rotelle, che vedeva sfuocata per la mancanza dei suoi occhiali. Le lacrime irroravano il suo viso chiaro, ammorbidendolo al loro passaggio. La sua pelle era morbida come quella di un bambino, il quale sotto sotto era.

-Per te stesso, Dolan, per la tua fottuta felicità. Tu vuoi essere felice, no?-

Si strinse nelle spalle, sporgendosi appena verso di lui per asciugargli le lacrime. Fu un gesto totalmente naturale, non ci aveva nemmeno pensato, ma sotto sotto era felice di averlo fatto.

-Tu, amico mio, hai bisogno di divertirti un pochino.-

- E come, cavolo, come? Non posso fare niente di niente! -

Si lamentò lui, come un bambino viziato, mentre lentamente smetteva di piangere. Il suo tocco era stato qualcosa di completamente diverso; nessuno l'aveva supplicato di farlo, quella non era la solita compassione pietosa dei suoi compagni.

-Solo perché non hai nessuno che ti aiuti.-

Gli disse in un sussurro, sperando che capisse, in qualche modo, che voleva essere lui la persona che l'avrebbe aiutato, con la quale si sarebbe divertito e, magari, avrebbe fatto anche qualche cazzata. Potevano diventare amici, se solo lui lo voleva. Ah, chiaramente doveva riuscire a sopportare il carattere di Cole.

- Perché vuoi farlo? -

Gli sussurrò in risposta l'altro, dopo aver sgranato gli occhi per la sorpresa. Non si aspettava certo una cosa del genere da parte di uno con quella reputazione a precederlo.

-Perché anche io...-

Iniziò, ma si bloccò immediatamente dopo, mordendosi la lingua. Ma cosa stava facendo? Non doveva mostrare la parte più debole di sé, proprio non doveva.

-Insomma, meriti di avere qualcuno al tuo fianco. So che non sono il massimo, sono una grandissima testa di cazzo e faccio più casini che altro, ma sono sempre umano.-

- Allora abbiamo un patto. -

Gli porse la sua piccola manina da bimbo, che molti adoravano ma altrettanto disprezzavano. Non andava mai bene niente, in lui. Aveva la pelle estremamente morbida.

Fece un sorriso timido, dolciastro, mentre si mordeva il labbro.

Cole gli sorrise appena, stringendo la sua mano con la propria, ancora più malridotta di quanto non fosse il giorno prima. Oltra ad avere le nocche spaccate, c'erano anche dei lividi violacei sopra di esse.

-Abbiamo un patto, Dolan.-

Wheelchair - Boy x BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora