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Hunter prese la sigaretta fra le labbra, facendone subito un avido tiro. Il suo sguardo era puntato sul campetto, ormai in disuso e in malora, che avevano davanti. Non voleva guardare Harry, perché sapeva che si sarebbe tradito nel giro di due nanosecondi.

-Sì, esatto. Odio la matematica.-

Come se la sua poca voglia di studiare non fosse già abbastanza, Hunter soffriva anche di discalculia, ma non lo aveva mai detto a nessuno, se non ai suoi professori. O meglio, in realtà era stata sua madre a spifferare tutto, raccontando ai suoi professori di quanto suo figlio fosse in difficoltà anche con le operazioni più semplici, oppure nel memorizzare formule o serie di numeri. Si era sentito uno schifo, quando era venuto a saperlo. Si era sentito di nuovo sbagliato.

-Di Alyssa?-

Che bastardo. fu la prima cosa che gli passò per la testa, mentre iniziava a mordersi con forza le labbra. Harry voleva giocare sporco? Lui non glielo avrebbe lasciato fare così facilmente. Sorrise, sfacciato, per poi ammiccare nella sua direzione, come fosse un segno di apprezzamento nei confronti della ragazza.

-È un bel tipo, sì. Ti fai una dell'ultimo anno, dovresti esserne orgoglioso!-

Anche gli occhi scuri di Harry andarono a finire sul campetto davanti a loro. Le piste di atletica erano ricoperte di crepe, come se la terra si fosse aperta per inghiottire qualche povero atleta durante le corse. Tra le crepe, erano cresciute enormi erbacce e qualche vago fiore, di un colore così smorto da sembrare fatto di cemento. Chissà da quanti anni quel posto era un mortorio del genere. Chissà quanti bambini avevano corso su quelle piste sognando di arrivare alle Olimpiadi o pregando che le madri venissero a prenderli per tornarsene a casa, imbarazzati dalle proprie scarse capacità. Quanti ragazzi avevano vinto, quanti avevano perso su quelle stesse piste, ora deserte. Era un pensiero malinconico, sconfortante.

Quando pensava ad Alyssa, però, non vedeva una relazione. Vedeva qualche uscita al cinema e magari qualche notte da passare insieme, ma non vedeva nulla che lo convincesse che lei fosse la persona giusta a cui dedicarsi. C'era sempre un dettaglio, un qualcosa di impercettibile che lo manteneva lontano dalle persone. La paura che quella persona, quella giusta, venisse delusa dal suo scegliere qualcun altro al suo posto. Alzò lo sguardo su Hunter, notando che lui stesse guardando completamente altrove.

- Mi hanno detto che sei geloso. E' vero? Su, non fare il timido, sono solo curioso di sentire un punto di vista diverso. -

Lo disse con particolare tatto, sperando che Hunter non si tirasse indietro a quella sua richiesta. Voleva capire come fosse la gelosia di un ragazzo nei confronti di un altro ragazzo che, per il momento, non lo ricambiava del tutto. Gli offrì un sorriso curioso come incentivo, come se potesse corrompere il ragazzo solamente con l'ausilio di un piccolo ghigno.

Probabilmente l'avrebbe mandato a quel paese, ma non gli importava più di tanto.

- Una delle amiche di Alyssa ti ha sentito dirlo a qualcuno, non so chi e non mi importa. Su, parla. -

Wheelchair - Boy x BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora