25.

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Hunter ridacchiò appena a quel che Jake gli aveva appena detto, abbassandosi per raggiungere la sua altezza. Si appoggiò delicatamente contro le sue gambe, esattamente come aveva visto fare a Cole, guardandolo dritto negli occhi. I suoi, di un azzurro rarissimo, erano davvero belli, invidiabili. Avevano ammaliato un sacco di persone in passato e continuavano a farlo, ma in quel momento voleva che funzionassero soprattutto su Jake, il suo obbiettivo.

-È pericolosa solo se sei un tipo come Cole che non sa quello che fa. Io non mi sono mai fatto un graffio, ad esempio!-

Non era affatto vero, ma Jake non aveva materiale per contraddirlo, anche perché non si era mai fatto male davanti a lui. Era palese che stesse cercando di mettersi in mostra.

Jake si ritrasse istintivamente quando lo vide poggiarsi sulle sue gambe, nonostante non avvertisse nessuna sensazione fisica del suo peso su di esse. Dovette ammettere, però, che Hunter aveva degli occhi davvero stupendi: erano di un azzurro molto chiaro, quasi glaciale. Ovviamente, la sua timidezza non gli avrebbe mai permesso di dirlo ad alta voce senza far credere ad Hunter che quel complimento fosse guidato da qualcosa di più di una semplice constatazione. Si passò una mano tra i riccioli spettinati, lievemente sfumati d'oro dal sole di quegli ultimi giorni, che li aveva adornati di piccoli colpi di sole. L'estate stava lentamente terminando, era inevitabile.

- Cole sa quello che fa quanto te, Hunter. -

Borbottò Jake, alzando gli occhi al cielo per un secondo. Tutta quella vicinanza non gli faceva troppo piacere, ad essere sinceri; lo metteva in imbarazzo, come se stesse facendo qualcosa di tremendamente sbagliato solamente standogli vicino.

- Non metto in dubbio che tu sia un bravo lottatore, ma anche lui lo è... -

Gli piaceva tutta quella timidezza, significava che, in un modo o nell'altro, quella vicinanza gli stava facendo effetto. Sorrise appena, compiaciuto, per quanto cercasse di trattenersi per non fargli comprendere il suo vero intento. Hunter era un ragazzo amichevole ed espansivo con tutti, quindi quel genere di atteggiamento poteva essere considerato "accettabile" da parte sua.

Alzò lo sguardo verso i suoi riccioli, prendendone uno fra le dita. Iniziò a giocherellarci distrattamente, il che comportava una seria vicinanza fra di loro.

Cole, nel mentre, era appena uscito dall'infermeria e stava tornando in palestra. Una volta arrivato, la prima cosa che vide fu quella maledetta vicinanza fra Hunter e il suo ragazzo. Fece appena in tempo a nascondersi prima che loro lo vedessero, così da poter controllare indisturbato quel che stavano facendo. Era confuso.

Jake arrossì a quella vicinanza da parte del ragazzo, che stava iniziando davvero a metterlo in imbarazzo. Non gli piaceva che persone che non fossero Cole gli stesso così vicine in quel modo, quasi fossero bramose del suo affetto. Anzi, era quasi spaventato da Hunter, in quel momento, che - nomen omen - lo stava cacciando come un uomo avrebbe fatto con un cervo, la sua preda.

- Ehm... Andresti a prendermi un bicchiere d'acqua, per favore? La macchinetta è lontanissima. -

Mormorò appena Jake, inventandosi la scusa più stupida possibile per farlo allontanare. Gli sorrise, per non sembrargli scortese, anche se dentro stava pregando che Cole tornasse presto sul ring.

Wheelchair - Boy x BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora