19.

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Cole ridacchiò, andando ad appoggiare la fronte contro il suo petto, strusciandovisi delicatamente contro. Dopodiché vi lasciò sopra un piccolo bacino, dolce.

-Ti amo, Jake.-

- Anch'io, leone. -

Sorrise dolcemente, andando ad affondare le dita tra i suoi capelli. In quel momento capiva di essere davvero davvero felice.

-Ho raccontato di te a mio padre.-

Ammise, alzando lo sguardo verso di lui mentre, lentamente, faceva scivolare le dita sul suo petto e sui suoi fianchi.

- Che... Che ha detto? -

Balbettò lui, sorpreso da quella sua scelta. Non si aspettava di essere così importante da essere presentato a suo padre. Almeno, non ancora.

-Ti adora.-

Cole ridacchiò, come se ancora non riuscisse a crederci nemmeno lui. Suo padre era un tipo molto amichevole ed estroverso, a differenza sua, quindi non aveva alcun tipo di problema nel parlargli.

-Vuole conoscerti.-

-

Jake era assolutamente in ansia. Quel giorno avrebbe incontrato il padre di Cole e voleva assolutamente fargli una bella impressione. Dopotutto era il ragazzo di suo figlio, o no?
Aveva chiesto a sua sorella Juliet di mettergli i suoi vestiti più carini, senza esagerare con l'eleganza: un bel paio di pantaloni neri e una camicia color fumo, che li faceva sembrare un po' più grande di quello che in realtà era. Ora, di nuovo nella sua fidata sedia a rotelle azzurra, era davanti allo specchio nel tentativo di sistemarsi i capelli in modo particolare. Peccato che i suoi riccioli non volessero collaborare.

- Julie! Mi daresti una mano? -

La chiamò, sperando che lei lo sentisse. Ebbe fortuna e Juliet entrò subito nella sua stanza. Con dolcezza, iniziò a maneggiare i suoi capelli.

- Sei agitato? -

Gli chiese, sorridendogli. Sapeva bene quanto Jake fosse timido, ad un primo incontro.

Cole era in ansia almeno quanto lui. Era sicurissimo che Jake sarebbe piaciuto a suo padre, ma allo stesso tempo la possibilità che accadesse il contrario lo spaventava.
Quel giorno non era vestito in modo particolarmente diverso dal solito: indossava dei jeans neri stretti, che gli fasciavano le gambe, e una maglia del medesimo colore, slabbrata ai bordi. Ai polsi aveva dei bracciali in cuoio neri e alle dita, come sempre, qualche anello. Stava aspettando il momento in cui sarebbero partiti per andare da Jake seduto sul divano, la gamba che continuava ad avere dei tic nervosi, mentre lui continuava a passarsi le mami fra i capelli, tirandoli da una parte e dell'altra. Suo padre si stava ancora preparando, dato che quando si trattava di occasioni importanti diventava peggio di una ragazzina.

-Sbrigati!-

Gli urlò Cole dal salotto, proprio mentre suo padre usciva dalla camera da letto.

-Sono pronto, calma!-

Gli rispose lui, sempre con il sorriso sulle labbra.

-Dai, andiamo.-

Julie riuscì a confortare il suo dolce fratellino ed eventualmente anche a sistemargli i ricci, dandogli un minimo di forma che solitamente non avevano.

Jake era assolutamente in ansia, tanto che quasi non riusciva a respirare. Si assicurò di aver preso tutte le pastiglie e si fece accompagnare in bagno dalla sorella, come sempre.
Odiava non poter essere del tutto indipendente.

- Quando arrivano? -

Gli chiese la sorella, curiosa, dando un'occhiata all'orologio azzurro che aveva al polso.

- Dovrebbero essere qui tra qualche minuto, se Cole è in orario. -

- Tantissimo. -

Cole trascinò praticamente fuori di casa suo padre, che quasi non ebbe il tempo di chiudere la porta a chiave.

-Non dobbiamo assolutamente fare in ritardo.-

Lo rimproverò Cole, guardandolo con la coda dell'occhio mentre salivano in macchina.

-Pft, non faremo in ritardo. Guiderò come un fulmine!-

Esclamò il padre, ridacchiando mentre accendeva il motore e partiva, dirigendosi verso la casa di Jake. Cole alzò gli occhi al cielo, nonostante non fosse riuscito a frenare un sorriso. Suo padre era sempre solare, lo invidiava.

Arrivarono circa una decina di minuti dopo e, subito dopo essere sceso dalla macchina, Cole andò a bussare alla porta.

Wheelchair - Boy x BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora