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Hunter si ritrovò in men che non si dica bloccato contro i sedili, con Harry che gli stringeva i polsi tanto da fargli male. All'inizio tentò con tutte le sue forze di liberarsi, ma la durezza di quelle parole sembrò anestetizzarlo. Si sentì una vera e propria merda, quando Harry ebbe finito con lui. Si era già alzato e se ne stava andando via, mentre Hunter era ancora lì, con le lacrime che ancora gli rigavano le guance. Nonostante tutto, però, c'era una sola cosa che il suo cervello gli diceva di fare, in quel momento: non lasciarlo andare.

Si alzò di scatto e, dopo aver recuperato il suo zaino, iniziò a seguirlo di corsa.

-Harry, aspetta!-

Urlò letteralmente, anche se aveva il fiato corto a causa del pianto. Riuscì a raggiungerlo negli spogliatoi, fermandosi sulla porta.

-Mi dispiace!-

E gli dispiaceva sul serio. Il cuore gli batteva all'impazzata nel petto, sia per la fatica che per l'ansia, mentre lentamente si avvicinava a lui.

-Hai ragione, io non so niente. Sono stato un coglione e me ne pento. Ti prego, non...non andartene.-

Il suo tono era quasi supplicante. Il fatto era che non voleva perderlo, non ora che aveva finalmente trovato qualcuno con cui gli piaceva passare il tempo.

Harry si voltò verso di lui quando lo sentì arrivare, lasciandosi investire da quel fiume di parole supplicanti, quasi patetiche. Lui, al contrario di Hunter, non aveva  paura di fargli vedere che avesse pianto, ripensando a Janelle e a tutte le persone che aveva deluso lungo gli anni, alle occasioni bruciate per colpa dell'instabilità familiare, alla violenza che si era insinuata in ogni suo gesto, dal più quotidiano al più estremo.

Hunter lo stava pregando di restar, ma Harry non sapeva cosa fare. Probabilmente con lui aveva sbagliato tutto, con quella stupida domanda da pettegola curiosa aveva mandato all'aria quelle settimane di risate e divertimento che avevano passato insieme, ma forse c'era ancora qualche speranza.

- Siamo due teste di cazzo, entrambi. -

Una volta che l'adrenalina smise di scorrere nelle sue vene. ammise le proprie colpe in quel modo. Alzò le spalle e rimase a guardarlo in quegli occhioni azzurri che di ritrovava, non sapendo cosa dire per migliorare quella situazione. Lasciò che un velo di silenzio pesante, ingombrante andasse a posarsi tra di loro, interrotto solo da qualche respiro affannato e distorto dall'ansia. Harry era stanco di correre via, lo aveva fatto per troppi anni, ma era che si era fermato non vedeva più un motivo per continuare a muoversi.

Si morse con forza le labbra, quasi facendole sanguinar tanta era la forza che vi stava applicando, per poi abbassare lo sguardo. Sembrava che il mondo si fosse fermato, per un attimo infinito.

Wheelchair - Boy x BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora