4.

1.4K 109 3
                                    

Jack era tornato a scuola il

giorno dopo, nonostante avesse pregato la madre di tenerlo a casa un altro po'. Sua sorella aveva tentato di calmarlo e di rassicurarlo sull'avvenire, ma non c'era stato verso; era semplicemente terrorizzato da tutto il male che aveva attorno.

In ritardo a causa della sorella, finì per entrare in classe per ultimo, facendo sì che tutti gli sguardi si posassero su di lui, distogliendosi dal viso maciullato dell'altro ragazzo. Non sapeva cosa fosse successo di preciso, ma sapeva di averne parte della colpa, sotto sotto.

- Scusi il ritardo, signor Lee... -

Sussurrò quelle scuse, per poi prendere posto con la sua scomoda sedia a rotelle.

Cole teneva lo sguardo basso, rifiutandosi categoricamente di incrociare lo sguardo degli altri ragazzi, anche perché avrebbe rischiato di saltare loro addosso e strangolarli.

Lo alzò soltanto quando sentì la voce di quel ragazzo, seguendolo con lo sguardo fino a che anche lui non fu arrivato al proprio posto. Si sentiva ancora in colpa per quel che era successo il giorno prima, ma ovviamente non glielo avrebbe mai detto. Era troppo orgoglioso.

Il professore iniziò a spiegare subito dopo, ma lui non prese nemmeno un appunto. Aveva le nocche talmente gonfie che faceva fatica persino a muovere le dita.

Lui invece lavorava in modo diligente, godendosi la calma apparente di quella mattina. Prendeva appunti, seguiva e faceva tante domande; lo studente preferito di ogni professore, in pratica.

Tutto finché non iniziarono a tremargli violentemente le mani, facendogli cadere più e più volte la penna a terra. Pensava fosse solo una cosa passeggera, ma tutto ciò continuava ininterrottamente.

Poi - lui non aveva chiesto ancora aiuto né pensava di farlo - iniziò a mancargli l'aria nei polmoni. Non voleva avere una crisi in quel momento; stava andando tutto così bene.

Quel ragazzo era qualche fila più avanti di lui, che era nell'ultimo banco, in fondo all'aula, ma Cole notò comunque che c'era qualcosa di strano. Continuò quindi a fissarlo, per vedere se fosse solo una cosa passeggera, ma la situazione sembrava peggiorare man mano che i secondi passavano. Cosa avrebbe dovuto fare? Non poteva semplicemente alzarsi in mezzo e andare da lui. E se fosse stato un falso allarme? Che figura ci avrebbe fatto? Nel dubbio, rimase a fissarlo, aspettando che il suo malessere fosse abbastanza evidente.

Fu abbastanza facile da notare il suo svenimento. Il suo corpo si accasciò semplicemente su se stesso e lui sbatté con forza la testa contro il banco. Gli mancava il fiato e non riusciva più a respirare nemmeno con il naso.

Non sapeva cosa potesse essere di preciso, ma stava a significare che non aveva preso una delle mille pastiglie che doveva prendere ogni mattina.

Ci volle il forte rumore per far accorgere la classe del suo malore.

Cole scattò in piedi non appena si accorse che era qualcosa di grave. Il resto della classe era nel panico, nessuno sapeva come comportarsi, nemmeno il professore, che era semplicemente rimasto pietrificato, sotto shock. Cole sembrava l'unico ad avere il sangue freddo e a ragionare, in quel momento. Prese la sedia a rotelle e si diresse velocemente fuori dalla classe, scansando con violenza i compagni che aveva davanti.

-Ah, levatevi dai coglioni.-

Borbottò, per poi sfrecciare verso l'infermeria il più velocemente possibile. Una volta arrivato, gli tolse gli occhiali e lo affidò alle cure dell'infermiera.

-Non so che cos'abbia, davvero. È semplicemente collassato...-

Lui aveva già perso i sensi. Era stato un deficiente perché, essendosi alzato tardi, aveva dimenticato la pillola per i suoi problemi ai polmoni. Questo era il risultato di un calcolo sbagliato nella sua vita fatta di prescrizioni, medicine e pillole.

L'infermiera, consapevole dei problemi del ragazzo da quando si era iscritto, chiamò immediatamente la madre e, subito dopo, un'ambulanza per portarlo al pronto soccorso.

- Ho tutto sotto controllo, stia tranquillo. -

Wheelchair - Boy x BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora