Andrew riaprì i suoi occhi celesti, ancora assonnati, e incontrò il soffitto candido della stanza da letto di Marlene. La sua ragazza gli stava dormendo addosso, gli respirava sul petto e gli solleticava la guancia sinistra con la chioma castana. Non si mosse, non voleva svegliarla, non voleva che, una volta destata, fosse inevitabilmente inghiottita dall'inquietudine che, per tutta la notte, gli aveva agitato il sonno, rendendolo protagonista dei peggiori incubi.
La sera precedente era trascorsa tranquilla, almeno all'apparenza. Marlene aveva cucinato un delizioso risotto al limone, avevano bevuto vino rosso, chiacchierato del più e del meno. Poi l'aveva informata delle condizioni di salute di suo nonno, le aveva detto che, prima di raggiungerla a casa, era andato da lui per dirgli addio e negli occhi della ragazza aveva scorto un velo di tristezza. Marlene era rimasta in silenzio per un po', con lo sguardo dentro la coppa di gelato alla crema e cioccolato ormai vuota e, in seguito, gli aveva rivolto un'intensa occhiata e un caldo sorriso, uno di quelli che, da soli, bastavano a spazzargli via dalla mente i pensieri più neri.
Avevano trascorso il resto della serata stretti sul divano, con Sam Smith in sottofondo, luci soffuse e l'amore che provavano l'uno per l'altra a riempire i silenzi. Poi, però, una volta a letto, col buio era ricominciato il tormento.
Si era dato dell'idiota più volte, dopo ciò che aveva detto a Julian nel soggiorno dei suoi. Suo cugino, ne era certo, stava soffrendo quanto lui, se non di più, al pensiero di perdere il nonno, ma, nonostante quella consapevolezza, proprio non riusciva a essere gentile nei suoi confronti; era come se qualsiasi intenzione di venirgli incontro morisse sul nascere ogni volta che i loro occhi si incrociavano o al solo pensiero di doverlo vedere, di dividere con lui l'aria da respirare. Non era un comportamento da bravo ragazzo - ciò che egli stesso riteneva di essere - ma non poteva farci niente, era più forte di lui. Nemmeno sapere che Marlene ne soffriva, serviva a cambiare le cose: l'odio per Julian non lo avrebbe mai abbandonato.
Il cellulare appoggiato sul comodino cominciò a suonare e Andrew ebbe un sussulto. Sollevò la schiena dal materasso, inducendo Marlene a svegliarsi, e poi recuperò il telefono.
La ragazza si strofinò gli occhi col dorso della mano destra, mentre lui rispondeva alla chiamata con un «Sì?» piuttosto preoccupato. Si mise a sedere, senza smettere di guardare Andrew, ma non gli sentì dire altro. Gli occhi del ragazzo divennero lucidi all'improvviso, fece scivolare giù la mano che teneva il cellulare e solo allora indirizzò lo sguardo su Marlene.
«È morto» disse soltanto.
Un quarto d'ora dopo, Marlene fissava il suo volto dentro lo specchio del bagno, ma con la mente era da tutt'altra parte. Quella notizia l'aveva intristita, ma lo aveva fatto ancora di più sapere che Andrew, la sera prima, era stato trattenuto proprio dalle peggiorate condizioni di salute di suo nonno, aveva fatto tardi a cena per andare a trovarlo e salutarlo un'ultima volta, mentre lei era in compagnia di Julian, in piedi contro un muro a farsi baciare, leccare e succhiare da lui.
Si era sentita sporca, molto più della volta in cui ci era finita a letto, ed era certa che quella sensazione non se la sarebbe scrollata di dosso mai più.
«Accidenti!»
Sentì Andrew imprecare dal soggiorno, quindi finì di abbottonare in fretta la camicetta che aveva indossato e si precipitò da lui. «Che succede?» gli domandò accigliata, ritrovandoselo di fronte con il cellulare incollato all'orecchio.
Lui sbuffò sonoramente. «Non riesco a rintracciare Julian, ha il telefono spento e Daisy è stata a casa sua, ma niente. Dove diavolo è finito quell'idiota!» esclamò, rimettendo via l'apparecchio nervosamente e cominciando a camminare su e giù, davanti a lei, come faceva ogni volta che si sentiva inquieto.
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Black obsidian
ChickLit#1 || The Colors of Desire Series || Andrew e Julian Keller sono due giovani avvocati newyorkesi, cugini, uno con la testa sulle spalle, dedito al lavoro e intento a costruirsi una famiglia, l'altro più incline a soddisfare le proprie voglie e ad af...