«Ciao! Ho fatto prima che ho potuto.»
A quelle parole, Julian sollevò lo sguardo dal bicchiere di vodka secca, ormai vuoto, che aveva davanti e sorrise impercettibilmente a Jennifer. La bionda, con addosso uno dei suoi striminziti vestiti, un monospalla attillato color ruggine che lasciava davvero poco spazio all'immaginazione, si mise a sedere accanto al ragazzo, accavallando le gambe nude sotto i suoi occhi arrossati e un po' assenti e adagiando la borsa e la giacca nera sullo sgabello libero di fianco a sé. «Hai una pessima cera, quanti ne hai bevuti di questi?» chiese ticchettando con l'unghia smaltata sull'orlo appiccicoso del calice.
Julian sospirò. «Tre, forse quattro, ma non temere, non ti ho fatta venire qui per pagarmi il conto del bar» rise obliquo, anche se la sua, agli occhi della donna, parve molto più simile a una smorfia. Era a pezzi, conosceva bene quell'espressione sul suo bel viso, quella che aveva su ogni volta che di mezzo c'era Marlene: la ragazzina, ci poteva scommettere, aveva di nuovo colpito e affondato il bersaglio.
«So bene perché sono qui, Julian. Hai bisogno di me, come sempre, come ogni volta che la bella principessa ti calpesta il cuore con le sue Louboutin. Le aveva addosso anche oggi?» chiese, ironica, piegando la testa di lato e cominciando ad attorcigliarsi una ciocca di capelli intorno a un dito.
Julian scosse la testa e inarcò un sopracciglio. I capelli di Jennifer, quella sera, erano lisci come spaghetti e sembravano meno gialli del consueto, ma forse era solo il riflesso della luce dei lampadari sopra le loro teste a farglielo credere. In fin dei conti, lei era la solita porca e logorroica di sempre. Ma lui aveva bisogno della sua compagnia, in quel momento, Jennifer era l'unica persona che sentiva vicina nell'ultimo periodo, l'unica che sembrava capirlo senza troppi giri di parole. «Ha detto che vuole Andy e che presto lo sposerà» annunciò piegando in su l'angolo sinistro della bocca.
Jennifer strabuzzò i suoi occhi verdi. «Ma quante puntate di questa scadente soap opera mi sono persa? Siamo già arrivati alla proposta di matrimonio?»
«Oh, sì, e con tanto di anello di diamanti al dito!»
«Un anello di diamanti? Scommetto che è un Tiffany!»
Julian scosse la testa. «De Beers, un diamante è per sempre!» esclamò, sarcastico, citando ancora una volta quel famoso e detestabile slogan con Jennifer che lo guardava a bocca aperta. «Devo togliermi quella donna dalla testa!» disse poi sbuffando.
Lei, che ancora non riusciva a riprendersi da quella rivelazione – ma ancor di più dal pensiero di quanto sarebbe stato figo se quell'anello di diamanti lo avesse ricevuto in dono lei (e non da parte di Andrew) – ridusse gli occhi a due invisibili fessure. «Sbaglio o lo hai detto anche tre giorni fa? Eppure non mi sembra che tu sia stato di parola.»
«C'ho provato, davvero, le ho detto che qualunque cosa ci fosse tra noi doveva finire, ma poi... che posso farci se continuo a pensare a lei, a desiderarla? Marlene, oltretutto, non mi aiuta, si presenta nel mio studio più sexy e bella che mai e io...» esitò, ricordandosi all'improvviso di trovarsi accanto una donna con cui, tra l'altro, spesso si rotolava tra le lenzuola. «Sono un idiota. Scusa» le disse con un sorriso sincero sulle labbra temendo si fosse offesa.
Lei scosse, energica, la chioma bionda. «E per cosa? So che non hai occhi che per lei, mi dispiace soltanto che per Marlene non sia lo stesso.»
Julian si ritrovò ad annuire debolmente. Jennifer aveva ragione anche quella volta, ma metabolizzare una sconfitta non era mai facile, soprattutto quando si trattava di Marlene, soprattutto perché lui non era abituato a perdere. «Me ne farò una ragione» affermò provando a risultare il più convincente possibile, sebbene fosse consapevole di non esserne ancora in grado e che, forse, non lo sarebbe stato mai.
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Black obsidian
Romanzi rosa / ChickLit#1 || The Colors of Desire Series || Andrew e Julian Keller sono due giovani avvocati newyorkesi, cugini, uno con la testa sulle spalle, dedito al lavoro e intento a costruirsi una famiglia, l'altro più incline a soddisfare le proprie voglie e ad af...