Ciò che le aveva appena sentito dire non smetteva di rimbombargli nel cervello, di battere come un martello su un chiodo. Julian prese un lungo respiro che fece sollevare il suo petto, quello su cui Marlene ancora teneva la testa, e schiuse le labbra.
«Che intendi dire?» chiese con gli occhi fissi sui capelli di lei. Il suo cuore aveva aumentato le pulsazioni ed era certo che anche la ragazza se ne fosse accorta.
Marlene si tirò su, asciugandosi le lacrime con il dorso di un dito. «Che non sposerò Andy» disse guardando quel volto un po' accigliato e le iridi nere che la stavano scrutando.
«Okay... sì, mi pare giusto, hai appena saputo di tuo padre e...»
«No, Julian, non ho detto che voglio rimandare le nozze ma annullarle!» esclamò rendendo la sua voce meno melliflua al fine di apparire sicura di ciò che stava dicendo. E lo era.
Il ragazzo, a quelle parole, fece leva sugli avambracci e si mise a sedere, inducendo anche Marlene a fare lo stesso. Per quanto tempo aveva sognato di sentirglielo dire? A lui sembrava una vita. E adesso quasi non gli pareva possibile. Si passò una mano tra i capelli arruffati, poi le sue labbra si piegarono in un sorriso poco spontaneo, figlio dell'adrenalina che aveva preso a scorrergli nelle vene. «E cosa ti ha fatto cambiare idea?»
Marlene sospirò. «Tu» gli rispose facendo spallucce e sorridendo come una bambina.
Julian annuì, continuando a massaggiarsi la nuca e a tenere gli occhi in quelli di lei. «Adesso?»
«Adesso l'ho capito» disse in risposta la ragazza senza smettere di sorridere. «Ho capito che sono innamorata, ma non di Andy. È te che amo.»
Il sorriso nervoso di Julian si tramutò in una vera e propria risata. Okay, ci aveva sperato, ciò che desiderava di più al mondo era che Marlene ricambiasse i suoi sentimenti, che mandasse a monte il matrimonio, che lo facesse per lui, ma mai, nemmeno per un secondo, gli era balenata in mente l'idea che quel sogno potesse realizzarsi proprio durante quel viaggio, un viaggio in cui neanche voleva accompagnarla. La vita, a quanto sembrava, riusciva ancora a sorprenderlo e Marlene pure di più. «Ne sei sicura?»
Doveva chiederglielo, era necessario che lei lo fosse perché, ne era certo, non avrebbe sopportato di assistere a un ripensamento e Marlene, oltretutto, si era sempre dimostrata piuttosto contraddittoria e insicura, benché si sforzasse di palesare il contrario.
«Non ti fidi di me?» chiese la ragazza assottigliando lo sguardo.
«Puoi biasimarmi? Ho ancora nelle orecchie il tuo amo Andy pronunciato in risposta alla mia dichiarazione. E, da allora, sono passati solo pochi giorni» affermò tirandosi al petto le ginocchia.
Marlene fece un lungo respiro. No, non poteva biasimarlo, sapeva bene di essere stata crudele, soprattutto dal momento che, ancora una volta, aveva reagito infilando la testa sotto la sabbia, nascondendo la verità, ovvero che anche lei era innamorata di lui, solo perché non intendeva spezzare il cuore di Andy. E, in realtà, anche in quel momento tremava all'idea di doverlo fare. «Quella volta ho mentito» ammise sentendo le guance farsi calde. «Già sapevo di amarti, ma avevo troppa paura di ammetterlo. Anche adesso non sono del tutto serena, però tu non meriti bugie né omissioni. E non le merita nemmeno Andy.»
Julian restò a osservarla per un po', riflettendo sulle sue parole, notando, forse per la prima volta da quando la conosceva, un pizzico di sicurezza in più nel modo in cui si confrontava con lui. Era sincera, lo percepiva. Doveva credere che lo fosse. Si sporse appena verso di lei, quel tanto che bastava per raggiungere le labbra morbide della ragazza e appiccicarci le sue. La baciò, affondando le dita in quella chioma spettinata che tante volte gli aveva solleticato il mento, il petto, per attirare a sé Marlene un po' di più. Per sentirla sua, finalmente.
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Black obsidian
ChickLit#1 || The Colors of Desire Series || Andrew e Julian Keller sono due giovani avvocati newyorkesi, cugini, uno con la testa sulle spalle, dedito al lavoro e intento a costruirsi una famiglia, l'altro più incline a soddisfare le proprie voglie e ad af...