Julian riaprì gli occhi circa dieci minuti dopo essersi assopito, con la musica ancora in sottofondo e il campanello che suonava da chissà quanto. Infastidito per il brusco risveglio, si sollevò adagio dal divano, urtò la bottiglia di birra vuota che aveva lasciato sul pavimento e, imprecando mentre questa gli rotolava davanti ai piedi, raggiunse mestamente l'ingresso.
Chi diavolo bussava alla sua porta all'una e ventitré di notte? Si chiese, girando la maniglia di ottone lucido con un gesto nervoso per poi ritrovarsi di fronte qualcuno che non si sarebbe mai aspettato di rivedere così presto, soprattutto in quel momento.
Le inviò uno sguardo accigliato, un mix di noia e stupore, sebbene fosse molto più sorpreso di vederla che seccato per la sua presenza. Più cercava di non pensare a lei, più se la ritrovava davanti agli occhi. E con quella erano ben due volte in un giorno!
«Che ci fai qui?» chiese con la bocca impastata dal sonno e dall'alcol, mentre la ragazza lo osservava in silenzio, scrutando i suoi occhi appena arrossati e il torpore che aveva in viso.
«Sei ubriaco?» fu la risposta di Marlene che, una volta varcato l'uscio, distolse lo sguardo dal ragazzo accanto a sé, dal suo torace nudo, per dare una rapida occhiata – piuttosto indagatoria – in giro. Il primo posto in cui indirizzò lo sguardo fu il soppalco, quello da dove era visibile una parte di letto matrimoniale senza coperte per aria e, soprattutto, vuoto. Poi fu la volta del divano e, infine, notò gli indumenti del ragazzo sul pavimento, poco distante dai suoi piedi.
«Non sono ubriaco, mi ero solo addormentato» la informò Julian biascicando, prima di richiudere la porta alle loro spalle e stringere le braccia sul petto. «Ora vuoi dirmi che sei venuta a fare? È tardi!».
Marlene lo guardò dritto negli occhi. «Lo so che è tardi, ma non riuscivo a dormire, al contrario di te. Devo chiederti una cosa!» esclamò con un'espressione del viso più severa. Il ragazzo non poté non notarla e, visti i precedenti, capì che non presagiva nulla di buono.
«Okay. Che ho fatto, stavolta?» sbuffò. «Tanto è di questo che si tratta, giusto? Non sei venuta qui per chiedermi di scopare!» rise obliquo.
Lei alzò gli occhi al cielo, poi sbuffò a sua volta. «Ma pensi solo a quello? Comunque, hai indovinato! Sono qui perché ho bisogno di avere ancora una risposta da te e voglio che tu sia sincero. Sapevi che Andy mi avrebbe chiesto di sposarlo, quando mi hai portata a Bedford, ma questo non ti ha impedito di rotolarti sul letto dei tempi andati insieme a me, nella casa che, sapevi, sarebbe stata mia e di tuo cugino, un giorno. Perché? Perché hai voluto che ti accompagnassi? Era premeditato?»
Julian scosse lentamente la testa. Eccola lì che ricominciava a sputargli addosso il suo veleno, ad accusarlo di qualcosa che non avrebbe nemmeno dovuto pensare. Okay, non si era comportato bene in principio, aveva pianificato di avvicinarsi a Marlene, pur sapendo che si trattava della fidanzata di Andrew, perché intendeva prendersi gioco di lui portandosela a letto, sebbene fosse realmente attratto dalla donna e amareggiato dal fatto che stesse insieme a suo cugino. Poi, però, dopo averla conosciuta meglio, dopo le confidenze che si erano scambiati al fast food, dopo aver fatto l'amore con lei la prima volta, non aveva più pensato alla loro relazione segreta come a un torto nei confronti di Andy, ma come a qualcosa di stupendo, di speciale, a cui non avrebbe mai voluto rinunciare.
Era ovvio, però, che Marlene non la pensasse così e che di lui, purtroppo, non avesse capito niente.
«A che serve che dica la mia a riguardo, se mi hai già bollato come un pervertito, un manipolatore, un sadico? Spiegamelo!»
«È il tuo modo di dirmi che ciò che penso di te corrisponde alla realtà?»
A Julian scappò una risata nervosa, poi si fece scuro in viso e distese le braccia, stringendo forte i pugni. «Sei ridicola, lo sei sempre di più! E sai che c'è? Credo che tu e mio cugino siate davvero fatti l'uno per l'altra, stronzi e insensibili tutti e due! Noiosi e rompipalle tutti e due!» esclamò d'un fiato, mosso dalla rabbia che sentiva crescere dentro, dal dolore presente e da quello passato che, nonostante avesse provato più volte a seppellire, non se ne era mai andato.
STAI LEGGENDO
Black obsidian
ChickLit#1 || The Colors of Desire Series || Andrew e Julian Keller sono due giovani avvocati newyorkesi, cugini, uno con la testa sulle spalle, dedito al lavoro e intento a costruirsi una famiglia, l'altro più incline a soddisfare le proprie voglie e ad af...