Julian imboccò il corridoio dello studio legale con il caffè di Starbucks in una mano, la valigetta nell'altra e un mal di testa da Guinness dei Primati a rendere quella mattina ancora più insopportabile. Aveva trascorso insonne le ultime due notti, quelle successive alla serata trascorsa all'Ardesia e in compagnia di Marlene; non l'aveva cercata, lei non aveva cercato lui (ma su questo non ci aveva minimamente sperato) e, adesso, mentre ciò che gli si prospettava davanti era l'ennesima, maledetta giornata lavorativa, si augurava soltanto di essere lasciato in pace, solo con i pensieri che gli martellavano il cervello e con la voglia, nonostante l'emicrania, di correggersi il caffè con la vodka.
Era quasi salvo, stava per afferrare il pomello lucidato alla perfezione della porta del suo ufficio, girarlo e rintanarsi all'interno della stanza, quando un'altra porta, quella di fronte alla sua, si aprì di colpo e gli fece maledire tutto ciò che si poteva maledire. Tempismo perfetto, come sempre!
«Allora ci sei!» esclamò Andrew, energico più che mai, parandoglisi accanto con le mani dentro le tasche del suo completo grigio fumo e un sopracciglio sollevato. «Mi stai evitando, per caso?»
Julian aprì la porta, afferrò la valigia che aveva appoggiato sul pavimento, e varcò la soglia senza degnarlo di uno sguardo. «Non è quello che faccio sempre?» rispose liberandosi della borsa, ma non del caffè. Si mise a sedere sulla poltrona e continuò a berlo, sfuggendo lo sguardo del cugino.
«Non lo so. Oggi sei più nero del solito.»
«Mi scoppia la testa!»
«E bevi caffè?»
Julian chiuse gli occhi per un istante e sospirò. «Andy, che cazzo ti serve? Perché non mi va di starti a sentire, voglio stare solo!» esclamò riaprendoli e inchiodandoli alla figura elegante quanto detestabile che aveva davanti.
Andrew lo fissò per alcuni secondi senza dire nulla. Che Julian soffrisse di alti e bassi di umore era cosa nota, ma non avrebbe mai perso l'occasione di prenderlo in giro, provocarlo o ribattere con quell'ironia scadente di cui era dotato, lo conosceva bene, quindi sì, era più arrabbiato del solito, ma non si sarebbe mai confidato con lui, era certo anche di questo, quindi tanto valeva lasciare perdere e passare subito al dunque.
«Si tratta dell'altra sera, di quando ti ho chiesto di portare via Marlene dall'Ardesia. Credevo che mi avresti chiamato per aggiornarmi, ma non lo hai fatto. È andato tutto bene?»
Julian rimase a guardarlo senza battere ciglio. «Se la tua ragazza non ti ha ancora mollato, direi di sì! A proposito, a te come è andata?» chiese, mentre sulle sue labbra prendeva forma un sorriso obliquo. «Hai approfittato di quel bendidio che avevi intorno?»
«Ti sembro uno che va a puttane?»
Julian lo squadrò velocemente. «No, in effetti. Comunque, non temere, ho fatto come mi hai detto, Marlene non sospetta nulla. Ora puoi lasciarmi solo?»
Andrew annuì, anche se avrebbe voluto approfondire l'argomento, chiedere a suo cugino cosa le avesse detto per convincerla a seguirlo, era curioso, ma era anche consapevole che quella non era aria. Ciò che contava, dopotutto, era che Julian gli avesse retto il gioco. Avrebbero potuto conversare dei particolari quando il ragazzo fosse stato più propenso al dialogo e – ma su questo nutriva seri dubbi - più incline a sopportare la sua presenza.
«Secondo te è possibile amare due uomini allo stesso tempo?»
Sarah buttò fuori il fumo della sua Lucky Strike con uno sbuffo e, in seguito, guardò Marlene di sottecchi. La ragazza teneva lo sguardo davanti a sé, era fisso su un punto indefinito del piccolo piazzale sul retro del Johnny's, quello in cui si ritrovavano, di tanto in tanto, a fumare sigarette e chiacchierare. In realtà, Sarah fumava mentre Marlene, proprio come in quel momento, le sostava accanto, finendo – come tutte le volte – per tossire e dirle di smetterla, una buona volta, con quelle schifezze. Ma quella mattina sembrava assente, avevano scambiato sì e no qualche parola dall'inizio del turno e, adesso, mentre si stringeva nel suo candido piumino d'oca, con gli occhi lievemente arrossati per via del vento freddo, pareva anche piuttosto preoccupata.
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Black obsidian
ChickLit#1 || The Colors of Desire Series || Andrew e Julian Keller sono due giovani avvocati newyorkesi, cugini, uno con la testa sulle spalle, dedito al lavoro e intento a costruirsi una famiglia, l'altro più incline a soddisfare le proprie voglie e ad af...