24. No more without you

10.3K 431 18
                                    

Rientrata a casa di Julian, depositò la copia delle sue chiavi e le borse – tra cui quella con la sua roba – sul tavolo della cucina, e il suo sguardo andò subito in cerca del ragazzo, ma senza trovarlo. Lo sentì un secondo dopo imprecare dal bagno, quindi lo raggiunse celere, trovandolo in piedi di fronte al lavandino con la schiuma da barba incastrata tra gesso e costole e la fronte aggrottata. Era infastidito. Prese la bomboletta tra le mani e si rese conto che Julian aveva la schiuma ovunque tranne dove avrebbe dovuto essere, quindi ridacchiò.

«Non è divertente» la ammonì lui pulendosi la maglietta con un asciugamano.

«Un po' lo è. Dai, siediti, ci penso io!»

Julian si sistemò sul bordo della vasca da bagno, proprio accanto al lavandino, e Marlene, messa un po' di schiuma nel palmo, cominciò a spalmargliela sul viso con movimenti lenti.

«Com'è andata al lavoro?» le chiese a bruciapelo, facendola sussultare.

Lei fece spallucce. Doveva informare Julian della conversazione avuta con Andrew, ma temeva la sua reazione. Sfilò una lametta dalla confezione e cominciò a raderlo, mentre rifletteva sul modo migliore in cui dirglielo. Esisteva? Ne dubitava.

«Prometti di non arrabbiarti?»

«Ancora? Che succede adesso?» Julian aveva un sopracciglio sollevato e gli occhi incollati a lei.

«Prometti!»

«Okay!» sospirò.

«Andy era al Johnny's, abbiamo parlato» disse d'un fiato, prima di voltarsi per sciacquare il rasoio sotto il rubinetto.

Julian ne approfittò per parlare, nonostante quella rivelazione, per un istante, le parole gliele avesse fatte morire in gola. «Cosa voleva da te?»

Lei riprese a raderlo, cercando di tenere la mano ferma per non rischiare di ferirlo, dato che cominciava a sentirsi agitata.

«Facciamo che finisco di farti la barba e ne parliamo con calma?» propose.

Julian annuì debolmente, e Marlene si sentì sollevata. Almeno poteva concentrarsi e finire ciò che aveva iniziato senza tremare.

«Ecco fatto!» disse soddisfatta qualche minuto dopo.

Julian si rimise in piedi, si lavò il viso con la mano sinistra, l'asciugò e si guardò allo specchio con premura, da un lato, dall'altro e sotto il mento. «Sei stata brava, probabilmente in un'altra vita facevi il barbiere!» esclamò, ironico.

«Aiutavo mio padre a radersi, quando non era nemmeno in grado di reggersi in piedi. Ho fatto molta pratica con lui, tutto qui!» gli rispose senza battere ciglio, sentendo l'ansia tornare a farsi strada dentro di sé. Presto avrebbero affrontato quel discorso, non poteva più evitarlo.

Julian prese il flacone con la lozione dopobarba dalla mensola della specchiera e la passò a Marlene, in piedi accanto a lui. «Mettine un po' qui» le disse con dolcezza, il palmo aperto e rivolto verso l'alto.

La ragazza fece come richiesto e poi restò a guardarlo mentre, con rapidi gesti, la stendeva sul viso. Un intenso odore di "uomo" le penetrò le narici facendole quasi girare la testa.

«Finito! Ora mi racconti tutto!» disse Julian, come fosse un ordine, prima di uscire dal bagno e raggiungere il divano. Si mise a sedere, Marlene fece lo stesso, quindi, con gli occhi fissi su di lei, restò in attesa che la ragazza aprisse bocca.

«Mi ha chiesto di passare la vigilia di Natale con lui e la sua famiglia.»

Julian aggrottò la fronte, pareva incredulo. «Ma che razza di coglione è? È senza dignità! E ancora ci prova con te!»

Black obsidianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora