Dopo aver trascorso il resto delle festività natalizie e brindato al nuovo anno insieme a Marlene, nell'intimità della sua casa di Manhattan, tra coccole, buon cibo, champagne e sesso sfrenato – nonostante l'ingessatura a impedirgli di muoversi come avrebbe voluto – riprendere la solita routine, tra tribunale, studio legale e montagne di fascicoli ad attenderlo sulla scrivania, non fu affatto piacevole per Julian.
Nella settimana in cui aveva ripreso a lavorare, oltre a poter contare di nuovo sul suo braccio destro, si era tenuto alla larga da Andrew di proposito – dato che non era riuscito a mandare giù quella insensata proposta fatta a Marlene né le effusioni che suo cugino avrebbe voluto scambiare con la ragazza durante la cena di Natale – per non rischiare di discutere con lui e farlo a pezzi. Letteralmente.
Andrew, dal canto suo, era stato sfuggente allo stesso modo. Non lo aveva cercato, come era, invece, solito fare quando aveva bisogno di un documento o soltanto per rompergli le palle, e di certo quella lontananza non gli era pesata. Meno entravano in contatto, meglio era per tutti. Soprattutto in quel momento.
Con un sonoro sospiro richiuse il laptop davanti a sé e sulle sue labbra prese forma un sorriso, uno di quelli sinceri e naturali che gli spuntavano in faccia ogni qualvolta Marlene faceva capolino nei suoi pensieri, quindi adagiò la schiena alla poltrona e incrociò le mani dietro la testa. Era in pace, nonostante tutto. Alla fine aveva ottenuto ciò che desiderava da tempo, ovvero la ragazza dei suoi sogni, e tutto il dolore e la rabbia provati quando credeva di non essere corrisposto non erano che un ricordo lontano, ormai, e sempre più indefinito. Marlene lo amava e contava solo questo. Non avrebbe permesso a nessuno, Andy compreso, di rovinare quel momento di pura estasi che stava vivendo. Forse sarebbe stato disposto anche a uccidere pur di difendere la sua felicità.
Tre colpi in sequenza dietro la porta lo fecero tornare al presente con un leggero moto di fastidio.
«Avanti!» esclamò, con gli occhi neri e accigliati fissi sull'uscio.
Rose entrò nello studio, sembrava a disagio. «Avvocato, la signora Taylor è qui. Insiste per vederla, ma non ha un appuntamento e...»
«Se non ha un appuntamento la mandi via, Rose. È semplice!»
«Sei sempre il solito. Scortese fino all'osso!»
Amanda varcò la soglia dello studio di Julian avvolta in un lungo cappotto bianco che ne metteva in risalto la carnagione scura. I tacchi alti dei suoi stivali riecheggiarono nella stanza fino a che, senza permesso, non si mise a sedere in poltrona, con le gambe accavallate e gli occhi color cioccolato dentro quelli dell'uomo di fronte a lei.
Julian si ritrovò, suo malgrado, a congedare la segretaria, quindi restò a fissare la donna che gli sedeva davanti con sguardo ferino e la mascella che si contraeva per il nervosismo.
Sentire Rose pronunciare quel nome era equivalso a ricevere un destro nello stomaco.
«Che diavolo ci fai qui, Amanda?» le chiese caustico, senza mutare espressione.
La donna si ravviò la fluente chioma castana, poi emise un sospiro e infine si sporse verso il ripiano della scrivania. «Mi mancavi.»
«Smettila di prendermi per il culo. Dimmi cosa vuoi da me, altrimenti puoi anche tornartene da dove sei venuta!»
Amanda si ritrovò a strabuzzare lo sguardo, toccata dalla durezza nel tono di voce del suo interlocutore. Evidentemente non lo aveva mai visto davvero arrabbiato; quello, ad ogni modo, era soltanto un assaggio. La tensione tra quelle mura era densa più che mai.
«Okay, ti dirò tutto. Ti dirò cosa voglio che tu faccia. Devi raccontare a Marlene di noi, se ancora non lo hai fatto. E qualcosa mi suggerisce che lei non sappia nulla. Ho indovinato?» domandò con occhi sottili e maliziosi, tornando ad adagiarsi contro la spalliera della poltrona.

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Black obsidian
ChickLit#1 || The Colors of Desire Series || Andrew e Julian Keller sono due giovani avvocati newyorkesi, cugini, uno con la testa sulle spalle, dedito al lavoro e intento a costruirsi una famiglia, l'altro più incline a soddisfare le proprie voglie e ad af...