Capitolo 32

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Joongki controllò l'orologio al polso, calcolando di essere appostato da circa qualche minuto. Minho ormai era possibile da contenere, il pensiero di sua moglie intrappolata nell'edificio proprio di fronte a lui non aiutava. Questa gliel'avrebbe fatta pagare a Jinyoung; avrebbe capito se avesse attaccato uno dei suoi ma Shinhye no. Voleva palesemente provocarlo e ci era riuscito appieno.

<< Vuoi entrare prima tu? >> chiese Joongki guardando il suo amico con la coda dell'occhio. La sua mascella serrata si rilassò non appena sentì le parole del suo capo e prefese un profondo respiro prima di replicare.

<< Si, così se vedo quel bastardo gli sparo in faccia >> caricò la pistola e si alzò, senza nemmeno aspettare un ordine. Joongki lo seguì e si avvicinò assieme a lui all'entrata diroccata di quell'edificio mezzo abbandonato.

<< Tenetevi pronti. Controllate il perimetro dell'edificio e dopodichè se necessario ecrateci. Il nostro unico obiettivo al momento è tirare fuori Shinhye >> gli uomini alla fine del gruppo ascoltarono attentamente le parole severe del loro capo e annuirono silenziosamente, sapendo che dovevano seguire gli ordini alla lettera.

Minho sfondò la porta con un calcio ed entrò guardandosi attorno, Joongki al suo fianco. Appena si assicurarono di essere da soli, studiarono l'ambiente. Le pareti erano scure a causa della muffa che le ricopriva e la polvere copriva i pochi mobili che decoravano la stanza. Una grande scala stava proprio in centro alla stanza e conduceva al piano superiore; sembrava sul punto di cedere da un momento all'altro ma questo di certo non li fermò. Mentre gli altri uomini erano indaffarati ad assicurarsi che il piano terra fosse libero, con cautela Minho e Joongki salirono quelle scale,stando attenti a dove appoggiare i piedi. Non sapevano chi ci fosse in quell'edificio. L'esterno none ra sorvegliato, il che per loro rappresentava già un campanello d'allarme, ma erano sicuri che Shinhye fosse stata portata lì.

Una volta raggiunto il secondo piano Joongki si sistemò alle spalle di Minho, la pistola salda nelle sue mani e gli occhi che controllavano ogni millimetro di quello che si presentava di fronte ai suoi occhi. Era più che pronto a difendere il suo collega, il suo amico. Ognuno di loro controllò una parte del lungo corridoio che gli si era presentato di fronte ed una ad una aprirono le porte ai loro lati, non trovando niente fuori posto. Che fosse una trappola?

<< Com'è possibile che qui non ci sia nessuno? >> quasi ringhiò Joongki pronunciando quelle parole e il signor Choi gli si avvicinò subito, mantenendo lo sguardo attorno a sé.

<< Lo sta facendo palesemente per gioco Joongki, ci sta prendendo in giro. Ma noi sappiamo fare il doppio gioco meglio di lui >> i due iniziarono ad urlare il nome della donna, sperando in qualche risposta. Jinyoung stava giocando con loro e la pazienza stava cominciando ad esaurirsi completamente.

Sono ancora intenti a controllare le ultime stanze di quel corridoio buio e freddo quando un tichettio cattura l'attenzione di Joongki. Minho non sembra essersene accorto e ancora cammina su e giù per le stanze, mentre il suo capo tende le orecchie e ascolta attentamente. Quasi si arrende non sentendolo più ma poi eccolo. Più che un tichettio sembra un rumore sordo, di qualcuno che prende a calci qualcosa. Subito la sua mano si appoggiò sulla spalla del collega, attirando la sua attenzione. Il silenzio aleggia intorno a loro, mentre sono indaffarati ad ascoltare ogni minimo rumore presente su quel piano.

<< La stanza in fondo >> il sussurro di Minho porta Joongki ad alzare lo sgaurdo di fronte a sé, e addocchiare la grande porta che si trovava proprio in fondo a quel corridoio. L'enorme porta sembra robusta, ma niente che non si potesse sfondare con qualche calcio. Con le pistole saldamente in mano i due uomini si avvicinano cautamente alla stanza da dove proviene quel rumore ormai insistente e appoggiando l'orecchio su quella grande porta per qualche secondo prima di decidere di entrare.

<< Ora o mai più >> mormora Joongki guardando l'amico di fronte a lui. Minho è silenzioso, am più determinato che mai: nessuno si poteva mettere in mezzo alla sua famiglia. Si scambiarono un ultimo sguardo prima di spalancare la porta e portare la pistola proprio davanti al loro petto, pronti ad ogni evenienza. Tuttavia la stanza è completamente vuota, proprio come tutte le altre. Joongki subito si guardò alle spalle ma niente. Tutto taceva.

<< Cazzo, sono sicuro che venga da qui, lo senti? >> Minho inizia a cercare attentamente per la stanza, spostando i pochi mobili che vi si trovavano, tra cui una vecchia scrivania che sembrava stare su per miracolo. La grande libreria a parete sembra robusta e le enormi vetrate in fondo alla stanza facevano entrare poca luce a causa della aptina di sporco che le ricopriva.


<< Cazzo, Shinhye! >> le urla isteriche di Minho fanno quasi fermare il cuore a Joongki. Non poteva che immaginarsi al suo posto; se solo tutto questo fosse successo ad Hana sarebbe impazzito.

<< Minho stai perdendo la voce, calmati la troveremo >> le mani di Joongki si posarono sulle spalle larghe del suo collega ma lui si girò bruscamente, allontanandosi da lui. Silenziose lacrime gli rigavano le guance, segno che fosse ormai arrivato al limite.


<< Perché proprio lei cazzo, perché non ha rapito me? >> il signor Choi quasi urlò in faccia al suo capo, aveva bsiogno di sfogarsi. Aveva bisogno di ritrovare Shinhye viva e vegeta.

<< Perché voleva questo, voleva farci soffrire e impazzire >> risponse prontamente Joongki e riposò le mani sulle spalle dell'uomo davanti a sé, questa volta aumentando la presa e tenendolo fermo. Lo sguardo di Minho era pieno di odio, risentimento e il suo viso paonazzo dalla rabbia. Non potè che pensare cos'avrebbe provato se al posto del suo collega ci fosse stato lui. Se Hana le fosse stata strappata così, da un giorno all'altro. Non l'avrebbe sopportato.
<< Minho guardami. Noi, io e te, riusciremo a trovare Shinhye, la porteremo a casa con noi e dopodiché uccideremo quel bastardo ok? >> le sue mani presero quasi con delicatezza il viso fragile di Minho e lo obbligò a guardarlo negli occhi. Il suo amico non rispose, annuì debolemente alle sue parole e si staccò da lui, riprendendo a cercare la provenienza di quel rumore e urlare il nome di sua moglie.

<< Shinhye, siamo vicini, continua a far rumore! >> non poté che unirsi alle urla del suo amico e percorse tutta la stanza ascoltando attentamente quel rumore che sembrava provenire... proprio da sopra le loro teste.

Joongki indicò un piccolo gancio proprio sopra le loro teste e Minho non aspettò un secondo in più. Afferrò una delle sedie accattastate accanto a una parete e la sistemò proprio sotto quel gancio, salendoci e tirandolo. Un'enorme nuvola di polvere si sollevò e dovettero mettersi una mano di fronte al viso per cercare di non inalarla. Una piccola scala scese proprio di fronte a loro.
Uno a uno, salirono le scale e si ritrovano in un corridoio stretto, alla fine del quale si trovava una porta.

Minho non si curò nemmeno della sua sicurezza e percorse quel piccolo corridoio, girando la maniglia della porta che con grande sorpresa trovò aperta.

Riuscì ad aggiustare subito la sua vista al buio che gli si presentò, e una figura esile davanti a lui catturò subito la sua attenzione. Si precipirò ai piedi di Shinhye e le prese delicatamente il volto, esaminandolo.

<< Shinhye sono qui per te, ti ho trovato >> al suono della sua voce Shinhye aprì debolemente gli occhi e sorrise, felice di trovare finalmente il volto di suo marito e non quello di Jinyoung. Joongki si avvicinò lentamente e controllando che non ci fosse nessuno aiutò l'amico a slegare i polsi e le caviglie della donna di fronte a lui. L'aiutò ad alzarsi ma la sua attenzione venne catturata da un foglio bianco appeso allo schienale della sedia dove poco prima Shinhye era legata. Lo prese in mano e lo esaminò con cura, rileggendo più e più volte quelle poche parole.

Non la farai franca.


RUN I - BTS (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora