Capitolo 16

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Jimin POV

Qualche mese prima...

Sono in ritardo. Mio padre mi ammazza. Corro per le strade di Seoul con il borsone della palestra in mano. Arrivo al vialetto di casa mia e appena sollevo lo sguardo dai miei passi noto la porta d'ingresso socchiusa. La fisso, iniziando a sentire una sensazione strana. Mi affretto ad entrare in casa. Ma riesco solo ad arrivare sulla soglia della porta quando sento delle urla strazianti provenire di sicuro da mia madre, e poi uno sparo. Due. E tre. La paura mi assale, eppure entro spalancando la porta. Noto la porta finestra della cucina spalancata. Corro in salotto e lì, per terra, vedo mia madre rannicchiata vicino al corpo di mio padre.
Vorrei urlare, piangere. Ma non so cosa fare. Non ho la forza di far niente. Mi avvicino a mia madre e lei mi abbraccia piangendo come una bambina. La stringo forte a me e mi siedo per terra. Rimango lí per non so quanto a fissare il volto freddo di mio padre. Non lo era mai stato. Era sempre sorridente, aveva degli occhi scurissimi che ti mettevano allegria solo a guardarli. Era una persona simpaticissima e faceva sempre lo stupido per far ridere me e Taehyung e tutti i miei amici anche se ormai eravamo cresciuti. Dopo avermi imbarazzato davanti a loro, era solito prenderci delle birre e ci guardava giocare ai videogiochi, come un qualsiasi padre fiero. E lo era. Me lo ripeteva sempre. Solo che ora non lo avrei più sentito dire dalui.
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<<Mio zio mi ha detto che era stato ingaggiato un assassino professionista. Sinceramente non pensavo mio padre fosse così importante nel suo settore. Così lo ha cercato ma aveva scoperto che era già stato arrestato per altri crimini >> finii il discorso guardando i ragazzi seduti di fronte a me. I palmi delle mie mani erano sudati, complice la tensione che stavo provando in quel momento.

<< Quindi non è stato il padre di Hana ad ucciderlo >> mi interruppe Namjoon e io annuii.

<< Lo ha fatto attraverso una persona. Tecnicamente è la stessa cosa >> risposi senza nemmeno pensarci. Forse perchè era quello che mio ziocontinuava a ripetere, me n'ero convinto anch'io.

<< Un giorno è venuto a casa mia, mia madre era a una delle solite terapie e io ero solo. Continuava a parlarmi di mia madre, di quanto fosse depressa e avesse bisogno di una vacanza. E che pensava di mandarla all'isola di Jeju. Non ci trovavo niente di male, quindi ho accettato e il giorno dopo mia madre era partita. Le piaceva stare da sola quindi era felicissima finalmente di poter staccare da tutto. È stato in quel momento che mi ha chiesto di venire a Incheon con lui. Diceva che sapeva chi era stato ad ammazzarlo. Ad ammazzare mio padre. Il mio primo pensiero fu per mia madre, sarebbe stata via per qualche giorno. E invece no. Mi aveva mentito. Gli aveva preso un biglietto di sola andata e anche un appartamento. Diceva che ora ero io il successore dell'azienda. Dovevo diventare un uomo e vivere per quest'ultima. Ho declinato l'offerta, sapete meglio di me che questa non è la vita che voglio, e gliel'ho passata. Lui ha accettato volentieri però ha comunque voluto che lo seguissi. Voleva solo compagnia, non mi avrebbe fatto far niente e io sinceramente volevo ammazzarlo. Volevo ammazzare tutti i responsabili. Quando voi avete accettato di venire con me ero felicissimo. Insomma, saremo potuti essere di nuovo tutti assieme, anche con Jin ed ero felice, davvero. Non ve l'ho detto perché voi non mi avreste mai permesso di venire qui e io volevo solamente andarmene da quella casa e cercare di andare avanti >> mi fermai notando l'attenzione di tutti su di me.

<< Vi giuro, su quello che volete, che io non sapevo niente di Hana. Non sapevo avesse figli, volevo solo ammazzarlo >> non riuscii a sostenere lo sguardo di nessuno di loro.

<<Volevi? >> la domanda di Hoseok catturò la mia attenzione e lo vidi fissarmi con un sopracciglio alzato.

<< Non so più che cosa fare. Quando mi fermo a pensare si, lo voglio davvero. Ma a cosa servirebbe? Mio padre non ritornerebbe indietro così. Non c'è più possibilità per me di vederlo >> risposi abbassando lo sguardo.

Yoongi accanto a me mi cinse le spalle con un braccio, facendo uscire le lacrime che stavo cercando di trattenere.

<<Hai mai detto tutto questo a tu zio? >> chiese Jin e io negai con il capo.

<< E allora fallo->> continuò <<Potrebbe aprirgli la mente e fargli capire che è tutto sbagliato>>.

<< No, lui lo fa per l'azienda. Io non ve l'ho mai detto ma.. Loro fanno cose illegali. Non sono mai scesi nel dettaglioma è roba seria >> mi passai una mano sul viso. Ero stanco. Stanco di tutta questa situazione. Stanco di non poter vivere una vita normale e avere Hana al mio fianco.

<< So che qualcuno di voi mi crederà pazzo, ma penso che dovremmo dire come stanno le cose ad Hana e rassicurarla sul fatto che non vogliamo farle del male. Che tutto si risolverà >> esordì Jungkook e mi trovai d'accordo con lui.

<< Posso farlo io? >> chiesi speranzoso guardando Jin, ma prima che potesse rispondere Taehyung prese la parola.

<< In realtà secondo me dovrebbe farlo qualcun altro. Potrebbe non sentirsi al sicuro direttamente con te >> disse deciso << Potrei farlo io >>.

Non risposi e mi limitai ad abbassare lo sguardo. Hana mi mancava, volevo stare con lei e guardarla negli occhi. E sapere che lui sarebbe stato da solo con lei mi mise sottosopra lo stomaco. Sapevo di essere geloso, ma non lo volevo ammettere.

<< Io sono d'accordo >> sentii la voce di Hoseok alla mia destra e questo bastò per farlo alzare, prendere la giacca e uscire dall'appartamento.
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo senza guardarci. Ognuno con pensieri diversi in testa, ma di sicuro uno comune.

<< Jimin->> il tono dolce di Yoongi mi risveglia dai miei pensieri e sollevai il viso verso di lui.

<< L'altro giorno non hai risposto a Miyoung. La ami davvero? Perché se è così, datti una mossa e fai qualcosa >> concluse alzandosi dal divano.

RUN I - BTS (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora