Capitolo 24: Devo parlare con John.

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GABRIEL

E' la prima volta che rimangono tutta la notte in un letto sconosciuto con una ragazza in cui non ho per niente fatto niente, anche perché lei non se l'ho merita. La guardo, sta ancora dormendo, sorrido. Apre dolcemente gli occhi, mi guarda e sorride. "Ciao."
"Ciao." rispondo. "Come ti senti?" mi chiede.
"Benissimo." esclamo sorridendo. "Bene." Ci guardiamo per non so quanto negli occhi, ho tanta voglia di baciarla. Mi avvicino piano a lei, ma la sento rigida e non sorride più, bene! Ormai per me è un hobby rovinare le situazioni belle. "Ehm..."
"Scusami non so cosa mi sia preso." esclamo.
"Tranquillo..." ci alziamo dal letto. "Hai fame? Preparo qualcosa da mangiare." mi chiede. Non ti azzardare! Devi tornare a casa. "Va bene." CAZZONE! Zitta vocina, muoio di fame. Scendiamo in cucina sua madre per fortuna non c'è se no non sapevamo cosa dire e cosa era successo stanotte. La mia faccia parla molto bene anche senza parole. "Bene, faccio il caffè. Purtroppo non posso andare al bar a prendere le brioches perché"
"Sofi..." la interrompo.
"Sì?"
"Tranquilla davvero." dico facendole l'occhiolino.
"Ok." mi sorride. Intanto che prepara il caffè tira fuori tutti i tipi di biscotti, al cioccolato, al latte, al miele, al burro, integrali. Praticamente è una scelta difficile. "E volevi andare a prendere le brioches eh?" dico guardando lei e infine i biscotti. "Beh, al mattino se c'è la brioche non mangio i biscotti."
"Cavoli, dovresti aprire una biscotteria." dico ridendo.
"Lo dico sempre anch'io." dice ridendo.
"Comunque scelgo quelli al cioccolato."
"Bravo! Ne hai proprio bisogno."
"Perché? Sono antipatico?"
"Molto spesso."
"Bene, questa la lego al dito." si mette a ridere nuovamente io la guardo e non riesco a smettere di fissarla. "Che c'è?" mi chiede dopo un po'. "Niente..." solo che sei troppo bella. "e che tra poco devo andare" guardo l'orologio. "anzi, proprio adesso." Prendo la giacca e esco di casa. Sì, sono un coglione, più mi convinco che non posso perdere la testa per lei e più la perdo. Devo parlare con qualcuno. Prendo il cellulare e chiamo John. "Ehi amico." risponde subito. "Giorno John, sei libero?" gli chiedo.
"Sì, mi sono appena svegliato. Hai bisogno?" mi chiede.
"Sì..." assolutamente sì. "se sei a casa arrivo tra pochi minuti."
"Ok, preparo il caffè." Salgo in moto e mi reco a casa di John. In pochi minuti sono lì davanti, scendo dalla moto, la parcheggio e infine suono al campanello. Mi apre ed entro in casa. "Ehi amico, sei mattutino? Ti sei fatto qualche pollastrella stanotte?" Ancora non mi guarda in faccia.
"No, ho dormito da Sofia." dico sedendomi davanti a lui. Finalmente mi guarda in faccia ed è sbalordito. Non so se per i lividi che ho o perché ho detto che ho dormito da Sofi.
"Ti sei fatto Sofia e dopo ti ha picchiato? Cacchio, non sapevo che quella ragazza fosse così manesca. Ti ha sfasciato mezza faccia."
"Scemo, ieri mi sono picchiato con mio padre."
"Oh no. Potevi chiamarmi."
"Credimi l'ho fatto, ma avevi il cellulare spento."
"Scusami Gabri io"
"Tranquillo."
"E perché sei andato da Sofi?"
"E' la stessa domanda che mi sono fatto io e anche lei."
"Bene."
"Già. John ti devo parlare, se non l'ho dico a qualcuno impazzisco."
"Spara."
"Ecco..." non immaginavo che era così difficile confidarsi con il proprio migliore amico di queste cose. "John, promettimi che non mi prederai in giro." mi sorride. "Scherzi vero? Non pensarci nemmeno. Su, dimmi."
"Ok. Ti ricordi della scommessa che abbiamo fatto" annuisce. "tu e Lele avevate ragione che mi" al diavolo alla scommessa lo dico e basta. "Che ti?"
"Che avrei perso la testa per lei." mi sorride.
"Amico, perché dovrei prenderti in giro? Cazzo siamo umani anche noi ragazzi." dice ridendo. "Già. Ma capisci, io non posso. Non sono fatto per stare con lei. Si merita uno meglio di me." dico. "Non ti sottovalutare Gabriel. Il mio consiglio è di lasciarti andare."
"Non voglio farle del male."
"Se ci tieni a lei, non permetterai che si faccia del male per colpa tua."
"Grazie amico." lo abbraccio.
"Figurati. E adesso che sta con Jorge che farai?" mi chiede.
"Non so. Forse è destino che non devo stare con lei."
"Che pessimista che sei."
"Non sono pessimista ma realista." dico alzando le spalle.
"Se la vuoi lotti contro tutti per averla. Sappilo. E ascoltami per una buona volta." Ha ragione, non l'ho mai ascoltato. Forse è il momento giusto per agire.

Innamorata del mio miglior nemico. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora