Frank insistette per prendere la mia valigia, ma rifiutai.
Un uomo non molto alto, sulla mezza età, evidentemente in procinto di perdere i capelli si avvicinò a noi, il suo sorriso non poteva essere più forzato.
«Tu devi essere il nostro nuovo acquisto, io sono Dug, ma per te sarò il direttore Ray.»
Mi porse la sua mano e vidi delle cicatrici, doveva aver fatto lavori manuali, un tempo.
La strinsi, un po' titubante.
«Mi raccomando me la tratti bene!»
Sentii dire da Frank, mi girai di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
«Non si preoccupi. sappiamo come far andare tutto liscio qui dentro.»
Non mi piacque il modo in cui lo disse, ma non mi ci soffermai troppo, con il carico della valigia salii i quattro scalini che mi separavano dal grande portone in legno.
Mi girai per vedere Frank andarsene, l'auto attraversó l'immensa cancellata in ferro con su scritto "Istituto Per Giovani Problematici, Riformatorio Lizer School."
Non c'era nessuno all'ingresso, come nei corridoi, sembrava tutto così..vuoto.
Sentii delle voci provenire da una stanza, non aspettai che il direttore entrasse per mostrarmi dove fosse collocata la mia camera, mi avvicinai alla porta da dove provenivano le voci e appoggiai il mio orecchio contro il legno.
«Oggi arrivava una nuova.»
Aggrottai le sopracciglia, la voce era quella di un ragazzo, rimasi in ascolto.
«Si, ho sentito, chissà come la combineranno le ragazze.»
Risate, si stavano prendendo gioco di me, purtroppo il mio essere timida non mi permise di entrare nella stanza a difendermi, e non me lo permise neanche il colpire insistente sulla mia spalla destra.
«Signorina Smith, le mostro la sua stanza.»
Seguii il direttore Ray, che aveva preso la mia valigia, per un lungo corridoio seguito da una rampa di scale, non avrei mai immaginato che le case in Florida fossero così ampie, ne che fossero tantomeno belle.
Ci fermammo davanti ad una porta, esattamente identica a tutte le altre, solo che su questa c'era un 24 in bronzo attaccato, mi accorsi solo in quel momento che tutte le porte avevano dei numeri incollati sopra.
Quando il signor Ray aprì la porta mi fermai sulla soglia ad osservare quella che sarebbe stata la mia nuova stanza.
Notai subito i due letti, perfetto, non avrei neanche avuto la camera singola.
La seconda cosa che mi colpì particolarmente furono le finestre, semplici finestre, si, ma sbarrate, con robuste sbarre di ferro.
Era pur sempre un riformatorio, un carcere, ricordai a me stessa.
«Si sitemi, la sua coinquilina arriverà fra poco.»
Ringraziai il signor Ray, che mi consegnò le chiavi e se ne andò.
Presi la valigia e la portai all'interno della stanza, accesi il telefono, che durante il viaggio avevo deciso di spegnere per evitare chiamate da Christian, e, come previsto, cominciò a vibrare in una maniera assurda.
Hai 7 chiamate perse
Erano tutte di Christian, eccetto una, quel nome risaltò al mio sguardo, era da tanto che non lo leggevo da qualche parte.
Decisi di chiamare.
Tre squilli e subito dopo una voce di donna mi rispose.
«Clara.»
«Giselle.»
«Sei già arrivata?»
«Come hai fatto a sapere che sarei partita?»
Non era possibile che glielo avesse detto Christian.
«Tua madre.»
Avrei dovuto sospettarlo.
«Bene. Come mai mi hai chiamata, d'un tratto hai deciso di perdonarmi?»
«Ho capito che non c'era nulla da perdonarti.»
Rimasi in silenzio, non seppi cosa dire.
Sospirai, la sentii fare lo stesso.
«Cosa vuoi da me, Giselle?»
«Rivoglio la mia migliore amica.»
Sorrisi.
«È sempre stata qui.»
Silenzio. Poi, dei singhiozzi.
«Stai piangendo?»
Domandai divertita, era suo solito commuoversi facilmente.
«No.»
La sentii dire mente tirava su col naso.
«Com'è quel posto allora?»
«Niente male, davvero, solo che non ho avuto la stanza singola. Chissà con quale razza di persona mi ritroverò in camera.»
Sentii la porta sbattere e sobbalzai, mi girai e notai una figura in nero davanti a me.
«Ecco con quale razza di persona ti ritroverai in camera.»Hey!
Questo è il mio primo "spazio autrice" se così vogliamo chiamarlo.
Innanzitutto vorrei ringraziare le persone che stanno seguendo la storia, so che non siete ancora tantissime, ma per me anche quelle 10/11 persone contano, contano molto.In secondo luogo, un grazie particolare va alla mia amica jessi_tane che stava aspettando con ansia questo capitolo, ecco a te haha.
Grazie per il supporto che continui a darmi, ti voglio davvero tanto bene!E niente, spero la storia vi stia piacendo, ora comincia ad incasinarsi ma non preoccupatevi, ci saranno dei chiarimenti, ci vediamo al prossimo capitolo.🌞
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Reformatory
Fanfiction-Mi guardò, a volte si prendeva delle pause per guardarmi, non mi dava fastidio, al contrario degli altri, lui non mi guardava come se fossi una creatura strana proveniente da un altro pianeta, lui mi guardava semplicemente perché gli piaceva guarda...