«Stupida ragazzina. Almeno guarda dove vai.»
Quando focalizzai chi mi aveva appena afferrata per un braccio, evitando che io cadessi, mi ritrassi, non volendo nessun contatto tra di noi.
«Ho un nome, insulso erectus.»
Replicai.
«Come mi hai appena chiamato?»
Crawford avanzò verso di me, facendomi allontanare ancora di più.
«Se avessi avuto un minimo di intelligenza lo avresti capito.»
Sorrisi, esattamente nel modo in cui mi aveva sorriso lui qualche minuto prima, in modo davvero, davvero irritante.
«Senti, ragazzina, qui ci sono delle regole e..»
«Si, si, si. Sono arrivata da neanche un'ora e già tre persone vogliono mettermi al corrente di queste importantissime "regole", beh tesoro, non sei il primo, devi metterti in fila.»
Non capii da dove venisse tutto quel fuoco che sembrava si fosse accesso dentro di me, magari Alex aveva ragione, forse quel posto cambiava davvero le persone.
Il ragazzo di fronte a me continuava a guardarmi, con un insulso sorrisetto sulle labbra.
«Non andrai molto avanti, se continui a comportarti così.»
Disse, passandosi la lingua sul labbro inferiore.
«Solo perché ti sei fatto spegnere da una appena arrivata, non vuol dire che tu debba minacciarmi, adesso.»
Lo guardai, ma distolsi subito lo sguardo, quegli occhi castani avevano un certo magnetismo.
«Oh, non era una minaccia, ragazzina, ma una promessa.»
Con quest'ultima affermazione il moro mi voltò le spalle, continuando a camminare nel corridoio, dalla parte in cui era diretto.
Scossi la testa, ancora incapace di elaborare la conversazione appena avuta, quel ragazzo faceva uscire il peggio di me, non l'avrei sopportato a lungo.
Andai verso la stanza dove si trovava Alex e non la trovai.
«Ethan, dov'è Alex?»
Il ragazzo dai folti capelli si girò verso la mia direzione, sorridendomi.
«È andata in mensa, è ora di pranzo, se vuoi ti ci accompagno, stavo per andarci anch'io.»
Almeno una persona in quel posto risultava gentile con me. Non me lo feci ripetere due volte.
Superammo l'ufficio del direttore e ci trovammo di fronte una grande porta, l'aprimmo ed un gran chiasso si fece padrone della stanza.
Centinaia, forse, di ragazzi si muovevano da ogni parte di quel posto.
Ragazze e ragazzi erano al bancone davanti al cibo, altri, invece, erano seduti ai tavoli, intenti a consumare i loro pasti.
Notai una chioma rossa e subito mi diressi verso di essa.
«Alex.»
La chiamai, toccandole un braccio; la ragazza si girò e, avendomi messa a fuoco, mi passò un vassoio.
«Allora, passerotto, non prendere la carne segreta. Il segreto non ti piacerebbe. Opta, per un semplice hamburger. Vai sul sicuro. A meno che tu non voglia avere un'intossicazione, ti consiglio di lasciar perder l'insalata, se proprio devi, scegli quella di carote. Come dessert non è che ci sia tanta scelta, o torta alla panna, con panna quasi sicuramente scaduta, o torta al cioccolato. Prendi la torta al cioccolato.»
Seguii attentamente quello che mi disse la rossa e presi tutto ciò che ordinò lei.
Andammo a sederci ad un tavolo che, per mia sfortuna, era già occupato da Crawford.
«Hey dolcezza!»
Chiamò la mia amica per salutare il ragazzo, lui si girò, le sorrise, e quando notò che anche io ero presente distolse il suo sguardo per posarlo sul cibo.
Lo stesso feci io, dando poco conto a quegli occhi che continuavano a scrutarmi di nascosto dall'altra parte della stanza.
«Passerotto, credo proprio che Grier ti abbia presa di mira.»
Mi girai, per capire meglio cosa intendesse la mia amica, ed incrociai un paio di occhi celesti, un celeste davvero luminoso.
Il ragazzo che mi stava guardando sorrise nella mia direzione, incatenando il suo sguardo al mio.
Si alzò, diretto verso il nostro tavolo.
«Hey Ethan.»
Salutò il nuovo arrivato, battendo il pugno con quello del moro.
«Alex.»
«Grier.»
«Oh andiamo, ho un nome dolcezza!»
La ragazza lo guardò in cagnesco, per poi girarsi verso il suo ragazzo.
«Crawford, non saluti i vecchi amici?»
Il ragazzo che era appena stato nominato alzò la testa per guardarlo.
«Lo farei, se ci fossero vecchi amici qui.»
Infine, dopo aver ricevuto occhiate disprezzanti da praticamente tutti i presenti, si girò verso di me.
Si piegò quel tanto che bastava per afferrarmi la mano, baciarla e dire un «Incantato. Tu saresti?»
Per un momento rimasi immobile, sconcertata da quel gesto, poi, quando la rossa mi diede una gomitata per incitarmi a prendere parola, riuscii a focalizzare ciò che era appena successo.
«Clara, sono nuova.»
«Nash Grier. Vecchio.»
Gli sorrisi, e lui fece lo stesso.
«Bhe, Grier, ora puoi anche andare.»
«Cosa c'è Collins, non accetti il fatto che una ragazza non cada ai tuoi piedi?»
Io aggrottai le sopracciglia, girando lo sguardo verso il diretto interessato.
«Figurati. Ne ho di migliori che sbavano per me. Con lei non ci combinerei nulla.»
Non seppi perché, ma quelle parole mi ferirono.
Decisi di non rimanere lì, a continuare quell'umiliazione.
Mi alzai dal tavolo, diretta alla mia stanza.
Sentii Alex dire «Eh bravo il coglione.»
La sua mano mi toccò la spalla quando ero già arrivata nel corridoio, ma voltandomi,
con mia grande sorpresa, non fu la mia amica dai capelli rossi a ritrovarmi davanti.Hey! Perdonate la mia assenza, sono stata male, ma ora sono qui!
La storia comincia a prendere forma, e tutti i vostri dubbi presto avranno una risposta.
Non voglio chiedere voti, perché non sono quel tipo di persona, vi chiedo solo di lasciare un commento per capire se la storia vi stia piacendo, tutto qui.Hey jessi_tane this is the chapter, only for you bae🤘🏻
E niente, ripeto, anche un piccolo commento mi farebbe davvero felice.
Al prossimo capitolo!🌞
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Reformatory
Fanfiction-Mi guardò, a volte si prendeva delle pause per guardarmi, non mi dava fastidio, al contrario degli altri, lui non mi guardava come se fossi una creatura strana proveniente da un altro pianeta, lui mi guardava semplicemente perché gli piaceva guarda...