Quando entrai in camera notai un'Alex assonnata che si stava stropicciando gli occhi.
«Passerotto! Dove ti eri cacciata?»
La salutai con un sorriso tremolante, riflettendo se dirle la verità o tenerla per me.
«Il direttore ha voluto di nuovo "incontrarmi per mettermi a conoscenza di regole fondamentali per andare tutti d'accordo" e bla, bla, bla.»
Alex si mise a ridere.
«Ti ha fatto la ramanzina del "avrai notato che questa è una scuola che presenta entrambi i sessi", vero?»
Scoppiai a ridere per la perfetta imitazione, annuendo.
«Oggi è venerdì sera, e qui, il venerdì sera, si va tutti al campo.»
Smisi di ridere e la guardai interrogativa.
«Il campo da calcio che c'è qui vicino, i ragazzi ogni venerdì sera organizzano una partita. Almeno ci si svaga un po'. Ed io devo andarci per forza, Ethan è il capitano di una delle squadre di calcio, la più forte, si intende.»
Mi fece l'occhiolino ed io scossi la testa divertita.
«Solo perché mi stai simpatica, tó.»
Mi lanciò un pacco di sigarette ed un accendino, «Se ti farai sgamare con quelle addosso, io non ti ho dato nulla.» mi avvisò la rossa.
«Intesi?»
«Intesi.»
Risposi.
Uscimmo dalla stanza ma mi bloccai.
«Hey Alex, non è che potresti prestarmi un attimo il tuo telefono?»
Lei mi guardò con aria interrogativa, ma mi porse ugualmente una scatoletta che tirò fuori dalla tasca della sua felpa.
«Stessa cosa delle sigarette.»
Io annuii e ci incamminammo verso il portone.
Quando fummo fuori, notai una cinquantina di ragazzi dirigersi nella direzione in cui stavamo andando noi.
Allora aveva ragione, pensai, è proprio vero che ci va tutta la scuola.
Quando arrivammo alle scalinate, dove poche ore prima ero stata con Nash, mi sentii stranamente osservata.
Mi girai, per capire da dove provenisse lo sguardo che si era posato insistentemente su di me, e lo trovai.
In quella notte, i suoi occhi si mischiavano perfettamente al colore dell'oscurità.
Quando notò che anche io lo stavo guardando, Crawford distolse lo sguardo, concentrandolo da un'altra parte.
Alex andò dritta verso Ethan, ed io mi posizionai sulle scalinate più alte, ancora non occupate.
«Ci si rivede.»
Voltai lo sguardo verso la persona che aveva appena parlato, e sorrisi al ragazzo che si sedette di fianco a me.
«Certo che ti piace proprio, farti del male.»
Affermai, notando la sigaretta tra le sue labbra.
«Potrei dire lo stesso di te.»
Affermò Nash, indicando il pacco di sigarette che usciva dalla tasca della mia felpa.
I ragazzi presenti erano vestiti di nero, e notai come tutti noi ci fondessimo alla perfezione con l'oscurità che aleggiava intorno a quel posto.
«Passerotto, vieni! Ti presento una persona!»
Alex mi si parò davanti, prendendomi per una mano, e trascinandomi con se; feci giusto in tempo a far uscire dalle mie labbra uno «Scusa» rivolto al ragazzo che mi stava guardando divertito, prima che la rossa mi portasse verso il campo da calcio.
«Lei è Nina, è una forza questa ragazza!»
La diretta interessata mi sorrise, e mi porse la mano, io la strinsi, sorridendo a mia volta e presentandomi «Io sono Clara, piacere di conoscerti.»
«Bene Clara, saremo nello stesso corso? Quanti anni hai?»
«Sedici.»
La ragazza sembrò dispiaciuta.
«Peccato, io ne ho diciotto. Bhe, allora ci si vede in giro, non che avessimo altre possibilità.»
Risi, mi piaceva.
«Andiamo a sederci, sta per cominciare la partita.» ci incitò Alex, avanzando verso le gradinate.
«Andate voi, io vengo subito.»
Entrambe annuirono e scomparirono in mezzo agli altri ragazzi che stavano prendendo posto.
Andai dietro le scalinate, lontana dal chiasso, accesi una sigaretta dal pacchetto che mi aveva dato Alex e la portai alle labbra, subito dopo estrassi il telefono che, sempre la mia compagna di stanza, mi aveva prestato.
Composi il numero, ormai conoscendolo a memoria e aspettai.
Uno.
Due.
Tre squilli e poi una voce maschile mi rispose.
«Pronto?»
«Christian.»
Silenzio. Sentii il ragazzo respirare rumorosamente, poi uno scricchiolio, evidentemente si era appena alzato dal suo letto, conoscevo bene quel rumore.
«Merda, Clara! Ti pare il modo di appendermi?! Non sapevo dov'eri, né come stavi, né se quel porco ti avesse fatto qualcosa! Sono stato male, ho anche pensato di prendere la moto e venire a prenderti, se solo tu ti fossi degnata di mettermi al corrente di come si chiamasse quel fottutissimo riformatorio!»
Finalmente prese fiato.
Io sorrisi, per il modo in cui, anche se abbastanza confusionario, aveva detto di essersi preoccupato per me.
«Hey, Chris, sto bene. Tranquillo. Non mi ha neanche sfiorata, la scuola si chiama "Lizer School", mi sono già fatta delle amicizie, ora sono al campo da calcio che c'è qui dentro, sta per cominciare una partita. Mi hanno sequestrato il telefono, questo è quello di un'amica, che ha tenuto all'insaputa del direttore. Va tutto alla grande, se non consideriamo il fatto che sono stata rinchiusa in un riformatorio.»
Lo sentii risedersi sul letto.
«Mi manchi, piccolina.»
Sorrisi, involontariamente.
«Mi manchi anche tu, Chris.»
Pur avendo due anni più di me, Christian era sempre stato in grado di capirmi, di farmi sentire a mio agio, nonostante tutto ciò che mi era successo.
«Se qualcuno ti fa del male, lo vengo a stroppiare.»
«Non preoccuparti, lo stroppierei già di mio.»
Il ragazzo dall'altro capo del telefono, rise.
Mi era mancato non sentire la sua risata per un giorno intero.
La sigaretta era ormai finita, la buttai per terra, e quando feci per schiacciarla, un'altro piede mi anticipò, calpestandola violentemente.
«Christian devo andare, ci sentiamo.»
Attaccai e guardai il nuovo arrivato.
«Non vuoi assistere alla partita, ragazzina?»
«Ciao anche a te, Collins.»
Il ragazzo mi guardò, accennando una piccola risata.
«Ciao. Con chi parlavi?»
Lo guardai, mi sorpresi per quanto fosse insolente.
«Non sono cose che ti riguardano.»
Lui si passò una mano tra i capelli, evidentemente divertito dalla situazione.
«D'accordo, d'accordo, non c'è bisogno che tu ti scaldi. Allora, andiamo?»
Mi porse una mano.
«Con te? Da nessuna parte.»
Lui rise.
«Non costringermi a prenderti di nuovo in braccio, anche se, a dir la verità, non mi dispiacerebbe per niente.»
Io arrossii, ripensando a ciò che era successo qualche ora prima.
Afferrai la sua mano e lasciai che mi accompagnasse davanti la scalinate, dove lui poi, andò correndo verso il campo da calcio.
La partita cominciò e notai che tra Crawford ed Ethan c'era davvero una forte intesa.
Verso la fine del primo tempo le due squadre erano ancora zero a zero.
Fin quando Collins non segnò, grazie ad un assist di Ethan.
Tutti ci alzammo, urlando e battendo i piedi.
Il ragazzo che aveva appena segnato si girò verso gli spalti e quando trovò il mio sguardo, fece l'occhiolino.
Io sussultai.
Mi aveva appena dedicato un goal.-------------------------------------------------------
Hey! La storia comincia a prendere forma, eh?
Spero vivamente che vi stia piacendo, se è così, lasciate un voto oppure un commento, per farmi capire se vi sta appassionando leggerla tanto quanto a me sta appassionando scriverla. È davvero importante per me saperlo.Detto questo, jessi_tane te l'ho detto che ti avrei taggata in ogni capitolo😘
Ci si vede al prossimo capitolo, con un Crawford ancora più sexy ed una Clara ancora più confusa.🌞
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Reformatory
Hayran Kurgu-Mi guardò, a volte si prendeva delle pause per guardarmi, non mi dava fastidio, al contrario degli altri, lui non mi guardava come se fossi una creatura strana proveniente da un altro pianeta, lui mi guardava semplicemente perché gli piaceva guarda...