Karma

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Finalmente sembrava che il karma mi avesse restituito indietro tutti gli anni di sfortuna e malessere che avevo dovuto passare.
Io e Crawford eravamo una coppia, o almeno così credevo, ero felice, felice per davvero.

«Smith!» sentii una voce familiare raggiungere il mio campo uditivo.
«Row!» gridai, buttandomi al collo del mio amico, ero stata talmente tanto presa da Crawford, da non ricordarmi delle pessime condizioni di salute di Hunter.
«Come stai? Con Nina, tutto bene? Sembri guarito, finalmente!»
Lui rise.
«Hey, Smith, calmati. Si, sto meglio, molto. Con Nina non ci ho più parlato, semplicemente perché non è più passata dalla mia camera»
Io mi ricomposi, lasciai la presa sul collo del ragazzo e lo guardai.
«Devi parlarle» annunciai, tirandolo per una manica della felpa.
«Aspetta, cosa pensi di fare?»
Io non risposi, uscimmo dalla stanza numero 24 e ci dirigemmo verso la camera della mora, neanche bussai.
Fortunatamente la ragazza si trovava comodamente distesa sul letto, un libro tra le mani, quando sentì la porta aprirsi, alzò di scatto la testa.
«Ciao» salutò lei.
«Hey, Nina, Hunter deve dirti qualcosa, ci si vede»
Chiusi la porta alle mie spalle e camminai verso il piano inferiore.
Io ero fatta così, se qualcosa non mi andava bene, facevo di tutto per far sì che andasse meglio.
Rimasi qualche secondo ad osservare il numero 4 in bronzo attaccato sulla porta, e dopo aprii.
«Clara» mi salutò Ethan, non avevamo parlato molto da quando Alex lo aveva lasciato, probabilmente aveva intuito che io sapevo tutto delle intenzioni che aveva la rossa.
«Hey»
«Crawford è andato un attimo in infermeria, stanotte è caduto dal letto ed ha sbattuto la testa contro lo spigolo del comodino, lo avrei anche accompagnato, ma non riuscivo a smettere di ridere» mi informò il ragazzo, scoppiando a ridere sulle ultime parole.
Anche io iniziai a ridere immaginando il moro che durante il sonno si era mosso a tal punto da sbattere al comodino.
Dopo qualche secondo riprendemmo fiato, cercando di calmarci per le troppe risate.
Mi sedetti sul letto di Crawford e comincia a mangiare le patatine che teneva nascoste sotto il materasso del letto, erano tutte sbriciolate, ma non mi lamentavo.
Sentimmo la porta aprirsi, e il ragazzo che era appena entrato si fermò un attimo sulla soglia.
«Hey ragazzina» mi salutò, aveva la borsa del ghiaccio sulla testa, e un'espressione confusa sul volto.
«Hey Collins» cercai di trattenere il meglio possibile il sorriso che mi si stava per formare sulle labbra.
Crawford mi si avvicinò e mi lasciò un tenero bacio sulle labbra.
«Bene, credo che io debba andare» annunciò Ethan alzandosi dal suo letto e dirigendosi verso la porta.
«Ci si vede» e poi uscì.



«Mi spieghi come cavolo hai fatto?!»
Clara stava ancora ridendo per la caduta che avevo subito quella notte, ma non la biasimavo, anche io l'avrei presa in giro, se fosse successo a lei.
«Ma non lo so! Probabilmente stavo sognando»
Eravamo entrambi coricati sul mio letto, le mie braccia si stringevano intorno alla sua vita e la sua bocca lasciava delicati baci sul mio collo.
Mi piaceva stare con lei, non solo fisicamente, era bello poter dire di stare insieme, far capire, finalmente, che lei era solo ed esclusivamente mia proprietà.
«È da un po' che ci stavo pensando, Collins...»
Io smisi di accarezzarle un fianco e la guardai, aveva l'espressione preoccupata.
«Pensando a cosa?»
Lei prese un grande respiro.
«Credo sia il momento che tu conosca il mio passato.»

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