Due.

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"Comincia a salire in camera. Prendo biscotti e succo e salgo anche io. Sono eccitata " mi ordina levandosi la giacca. Mi guarda con gli occhi luminosi e di sicuro starà pensando a tutto quello che deve dirmi. Sorrido e salgo le scale.
Entro in camera di Giada e poso lo zaino di fianco alla scrivania, prendo il telefono e mi siedo sul letto.
"Giadina sorpresaa" mi volto e mi ritrovo un ragazzo con le braccia aperte e un sorriso a trentadue denti.
"Mirko tu che ci fai qui?" Giada guarda il ragazzo fuori dalla porta. Guardo Giada come se fosse un alieno e poi di nuovo il ragazzo.
"Ho combinato altri casini e tua mamma ha detto a mamma che mi avrebbe ospitato lei tenendomi lontano dai casini." sbuffa il ragazzo entrando in camera, seguito da Giada.
Ora ricordo. Mirko. Quel Mirko di dieci anni fa.
"Aspetta. Tu sei Mirko, suo cugino. L'idiota che staccava le teste alle mie bambole." mi alzo in piedi e gli punto il dito.
"E tu sei Sara. L'amica cicciona di Giada. Quella che non sapeva difendersi." mi indica e mi fissa.
"Mirko piantala." Giada lo ammonisce e lo fulmina con lo sguardo.
"Scusa ma pensavo che non eravate più amiche. Sono passati dieci anni e lo siete ancora." dice stupito guardandoci.
"Si siamo ancora amiche." incrocio le braccia e lo guardo.
"Oddio e tu sei cambiata tantissimo. Eri tutta ciccia e piangevi sempre e Giada doveva sempre difenderti dagli altri ragazzi che ti prendevano per il culo. Mi ricordo quando ti levavo le teste dalle bambole e le gettavo nel bagno. Che bei tempi." saltella sul posto e ogni tanto si mette le mani in faccia. Mirko è il cugino di Giada e ogni tanto quando eravamo piccoli lui veniva a giocare con noi ed essendo un ragazzo si comportava malissimo e faceva cose bruttissime. Era manesco e ogni tanto mi menava delle sberle tanto pesanti che il segno non andava via se non passavano due giorni. Ma le ha anche prese. Non si arrendeva mai e quindi lo riempivo di sberle a tal punto che le mani mi facevano malissimo. Io essendo una che piangeva di continuo, non trattenevo le lacrime e piangevo dal dolore. Lui invece era forte e tratteneva le lacrime per non far vedere che era debole.
"Quante bambole mi hai distrutto. Le mie bambole erano tutte senza testa ed erano le bambole più belle che una bimba potesse avere." dico guardandolo male.
"Sei cambiata ma rimani sempre la stessa bambina piagnucolona." scuote la testa e mi guarda. Ma che stronzo.
"Ma ti prego. Sono cambiata e tu invece sei sempre il solito imbecille cocciuto." dico sedendomi vicino alla scrivania. Ci siamo sempre odiati e non siamo mai andati d'accordo su niente. Lui era cocciuto e mi contraddiva su tutto quello che dicevo e io per questo lo odiavo a morte. Nessuno doveva contraddirmi. Spesso quando lo faceva piangevo ma lui mi continuava a contraddire e gli piaceva quando piangevo e diceva cose brutte su di me e io piangevo più forte mentre lui rideva a crepapelle. La mia infanzia è stata rovinata da lui fino a quando ha smesso di venire a casa di Giada e io ho cominciato a dimenticare i momenti brutti vissuti per colpa sua. Dieci anni fa lo vidi per l'ultima volta e adesso rieccolo qua.
"Bambina." dice uscendo dalla camera.
"Imbecille." sussurro più a me che a lui.
"Va bene..." Giada mi guarda con gli occhioni dolci e poi sorride. Rido e le lancio una matita che la colpisce sul naso.
"Potevi colpirmi in un occhio." dice massaggiandosi il naso.
"Era il mio intento, cara." mi alzo e l'abbraccio.
"Stronza" ridiamo a crepapelle fino alle lacrime.

•Il cugino della mia migliore amica•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora