Ventinove.

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Sara Pov's
"Chi è Sara?" un'infermiera si avvicina e chiede di me.
"Sono io, io sono Sara." mi alzo di scatto e mi avvicino.
"I genitori del ragazzo hanno detto che puoi andare, però fai presto." dice sorridendo. Mi spunta un sorriso e abbraccio l'infermiera, che resta pietrificata.
Cammino velocemente tra la gente, fino ad arrivare alla porta di Mirko. Poggio la mano sulla maniglia, non riesco ad abbassarla, sono pietrificata come lo era l'infermiera poco fa.
Abbasso la maniglia e faccio un passo in avanti, davanti a me compare la figura di Mirko stesa sul letto. È attaccato ad una macchina che emette un suono bruttissimo. Quel suono che da un momento all'altro può cessare, facendo capire che il cuore si è fermato, ha smesso di battere per sempre. Scuoto la testa per togliermi quell'idea dalla mente e faccio altri passi in avanti, fino ad arrivare vicino al letto.
"Ciao amore, come va?" poggio una mano sulla sua fronte e poi la passo tra i suoi capelli, morbidi e lisci. Vorrei tanto che in questo momento potesse essere sveglio per vedere che i suoi genitori sono qui. Faccio un mezzo sorriso e mi guardo in torno, sul comodino di fianco a lui ci sono delle foto, e una lettera. Prendo la prima foto, ci siamo io e lui abbracciati, la scattò Giada quando eravamo in vacanza. Mi salgono le lacrime, e pensare che fino a poco tempo fa eravamo lì, insieme, ma ora lui è in coma e io con un cuore a pezzi. C'è anche una foto sua e di Andrea, la prendo tra le mani e guardo la data '12-08-14'. La foto è di due anni fa, era così diverso quando era ragazzino ma era comunque bello come adesso. Guardo Andrea che sorride battendo il cinque a Mirko, mi scappa una lacrima vedendo che insieme erano così felici, erano inseparabili come me e Giada. Andrea aveva gli stessi occhi di Mirko, di un blu intenso in cui ti perdi, un sorriso perfetto. Manca tanto a Mirko, gli manca stare con lui, mi parla sempre di lui, mi racconta ogni giorno tante cose  e poi gli si riempiono gli occhi di lacrime. Tiro su col naso e poso la foto, passando la mano sull'immagine di Mirko, facendomi scappare una lacrima. Il mio sguardo si posa sulla busta appoggiata vicino ad una foto di due bambini, Mirko con una bambina. Afferro la busta e leggo il nome scritto in bella calligrafia.
"Marta." sussurro il nome come se potesse sentirmi. So che è sbagliato ma sono curiosa, apro la busta ed estraggo la lettera cominciando a leggere.
"Ciao Mirko,
è da un sacco di tempo che non ci vediamo e devo dirti la verità, mi manchi parecchio. So che sei tornato  a Milano da tua zia, visto che qui hai combinato un altro casino, mi dispiace che te ne sei andato senza salutare nessuno, me soprattutto.
In questi ultimi mesi ho sperato che tornassi qui, dai tuoi genitori, da Andrea e da me. Da quando non ci sei qui, nessuno più mi rende felice come lo facevi tu, con un tuo sorriso miglioravi le mie giornate, quando mi abbracciavi mi sentivo a casa. Mi mancano anche i tuoi caldi baci, quelli che mi davi quando andavamo al cinema a vedere un film romantico.
Non voglio annoiarti troppo quindi finisco di scrivere. Ti amo.
                                                  Marta.
                                               
"Ti amo." pronuncio quella frase con tanto odio e rabbia. Marta è la sua ex, oppure è ancora la sua ragazza. Non può essere, non si sarebbe mai messo con me se fosse fidanzato. Poso la lettera sul comodino e la guardo.
"S-sara." mi giro verso Mirko che mi guarda con gli occhi semi aperti e con le labbra schiuse.
"Mirko." gli prendo la mano e la poggio sul mio petto, gli sorrido e l'abbraccio forte. "Pensavo che non ti saresti svegliato più, pensavo che mi avresti lasciato per sempre." singhiozzo sulla sua spalla mentre lui mi carezza i capelli.
"Non ti libererai di me così facilmente." ridacchia dandomi un bacio sulla fronte. Faccio un mezzo sorriso e gli carezzo la guancia, mi è mancato tanto anche se sono passate poche ore, avevo paura di perderlo per sempre.
"Come ti senti?" gli chiedo prendendogli la mano. Lui mi guarda e sorride.
"All'inizio girava tutto ma poi si è fermato, tu come stai?" posa lo sguardo sul mio braccio ingessato e mi guarda con occhi preoccupati.
"Va tutto bene, mi sono rotta un braccio già una volta." ridacchio e lui fa lo stesso.
"Sara, ho sentito mentre leggevi la lettera, non è come pensi." sbarro gli occhi e comincio a muovere le labbra come se volessi dire qualcosa.
"Non è il momento, ti sei appena ripreso e veramente, non è importante." faccio un mezzo sorriso cercando di convincerlo a cambiare discorso.
"Invece è importante, Marta non è la mia ragazza, o meglio, non lo è più. La lasciai un mesetto prima che io venissi qui, era diventata invadente ed era troppo gelosa, non mi permetteva di uscire neanche con Andrea. Era diventata una cosa ossessiva, come se il mondo girasse solo intorno a lei, odiava tutti i miei amici e mi faceva spendere parecchi soldi per cose inutili. La lasciai senza pensarci due volte, le dissi che non eravamo fatti per stare insieme e lei cominciò ad urlarmi contro che me ne sarei pentito. Stava con me solo per fare bella figura visto che ero molto conosciuto." dice stringendomi forte la mano. Gli credo, so che credere una persona appena ti dice qualcosa porta dei problemi ma io sono fatta così, Mirko mi rende felice e non mi farebbe mai soffrire.
"Che sbruffone che sei. Visto che ero molto conosciuto." scimmiotto la sua voce e ridacchio. Mi fa una faccia buffa e scuote la testa.
"Ti amo Sara e lo farò per sempre." mi prende la faccia tra le mani e mi bacia in modo casto.

•Il cugino della mia migliore amica•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora