Otto.

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"Giada sei pronta?" urlo dalle scale sperando che Giada mi senta.
"Si, eccomi." dice uscendo dalla sua camera con un grandissimo sorriso stampato sulla faccia.
"Andiamo dai" dico prendendola per il polso.
"Oh Giada pensavo che il mostro nell'armadio ti avesse sbranato."dice Mirko scompigliando i capelli di Giada. Battute squallide proprio che però fanno ridere Giada. Scuoto la testa e esco di casa seguita da Mirko e Giada.
"Andiamo al bar che hanno appena aperto al centro commerciale? Fanno dei frullati squisiti." dice Giada sfregando le mani. Sorrido divertita e annuisco.
"Sono già le nove e venti. E tu Sara volevi andare a scuola con Giada che ci mette ore a prepararsi. Sfigata." dice Mirko guardandomi dallo specchietto con un sorriso da ebete.
"Ti senti realizzato ora?" dico guardando lo specchietto.
"Tantissimo." dice guardando la strada.
"Imbecille." sussurro guardando fuori dal finestrino. Mirko ridacchia e svolta nel parcheggio del centro commerciale.

Mirko Pov's
"Vado a prendere un caffè? Voi volete qualcosa?" chiede Giada guardandoci.
"Il solito." dice Sara guardandola.
"Un caffè anche per me, cuginetta." dico sorridendo. Giada sorride e va al bancone. Guardo Sara.
"Che vuoi?" dice sbuffando.
"Che acidità, Sara." dico sorridendo e lei mi guarda malissimo.
"Non fare il finto buono che non ci casco più con te. Ho imparato tutte le tue mosse ormai e non puoi più riuscire a farmi sentire debole." dice lei puntandomi il dito.
"Ah ecco perché l'altro giorno avevi gli occhi pieni di lacrime. Oh Sara, Sara. Non dirmi cazzate, lo sai anche tu che sei debole e io riuscirò sempre a farti sentire così. So i tuoi punti deboli, che non sono cambiati per niente e sono rimasti gli stessi di dieci anni fa." dico guardandola fissa negli occhi. Lei non dice niente ma mi guarda con i suoi occhi grandissimi e marroni. Mi fissa come se fossi un mostro.
"Sei solo il solito stronzo." dice alzandosi e uscendo dal bar.
"Eccomi. Dov'è Sara?" Giada arriva con un vassoio e si guarda introno.
"Oh non lo so. Sarà andata fuori." dico prendendo un caffè.
"Che le hai fatto?" mi chiede interrogativa.
"Niente è uscita e basta. Giada non è sempre colpa mia se lei ha i giramenti di palle." dico incazzato. Mi sono rotto con questa storia, ogni volta che Sara è incazzata è sempre colpa mia. In parte è vero però.
Guardo il vassoio. C'è un latte e cioccolato che sarà di sicuro per Sara. Giusto, lei adora il latte e cioccolato. Da bambina beveva solo quello e quando lo faceva si sporcava sempre. Aveva sempre la faccia sporca di latte e cioccoloto e poi le uscivano i baffi marroni. Sorrido a quel ricordo.
"Ora perché sorridi?" mi chiede Giada guardandomi.
"Niente." dico solamente.
"Sara eccoti qui. Che è successo?" Giada si incammina verso di lei e sorride.
"Niente. Mi ha chiamata mamma e le ho detto che abbiamo saltato scuola perché non stavi bene e volevo starti vicina." dice Sara sorridendo. Ha detto una bugia. Lo sappiamo entrambi che non è vero niente. Mi guarda e non posso fare altro che guardare i suoi occhi.
"Dai adesso beviamo sennò si fa freddo e poi è da buttare." dico sorseggaindo il caffè. Loro si siedono e cominciano a parlare di cose da ragazze. Mamma che palle.

Sara Pov's
Giada continua a parlare ma non posso fare altro che pensare a quello che ha detto prima Mirko. Ha ragione, sono debole e lui sa tutti i miei punti deboli che sono sempre gli stessi. Ho dovuto inventare una scusa per non dire niente a Giada. Mirko è suo cugino e non voglio metterli contro.
"Allora cosa vogliamo fare ora?" chiede Mirko guardandoci. Io e Giada ci guardiamo.
"Shopping." diciamo all'unisono sorridendo.
"Perché l'ho chiesto?" dice Mirko sbattendo la testa contro il tavolo. Ridacchio e mi alzo.
"Dai andiamo." dice Giada prendendo la mano di Mirko.

•Il cugino della mia migliore amica•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora