Undici.

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"Non doveva preoccuparsi. Sarei andata io dopo." dico prendendo lo zaino dalle mani del padre di Giada. È stato cosi gentile che è andato a casa mia per prendere il mio zaino.
"Tranquilla, Sara. Ecco qui, anche vestiti puliti." dice dandomi la busta con i miei vestiti.
"Grazie mille." sorrido e lui mi da una pacca sulla spalla. Mi tratta come se fossi sua figlia e anche mio padre tratta Giada così. Lo adoro tantissimo e adoro tutta la sua famiglia. Tutti tranne Mirko, ovviamente.
"Sara sbrigati che sennò facciamo tardi." spunta Giada dalla camera già pronta.
"Si arrivo, eccomi." dico salendo le scale di corsa.
"Vado giù. Fai presto." dice chiudendo la porta. Sbuffo e mi preparo.
"Giada muo..oddio scusa" sibila Mirko guardandomi.
"E poi sarei io quella che non bussa." dico incrociando le braccia.
"Potevi chiudere la porta a chiave." dice lui imitando la mia voce. Rido e lego i capelli.
"Pronta?" mi chiede poco dopo.
"Si ma perché lo chiedi?" dico curiosa mettendo la felpa.
"Perché vi accompagno io a scuola." dice seguendomi fuori dalla camera.
"Ah. Come mai?" chiede fermandomi in mezzo alle scale.
"Vuoi farmi il terzo grado o andare a scuola?" dice guardandomi con un sopracciglio alzato.
"Scusa era per chiedere." dico scendendo le ultime scale.
"Dai bamboccia, muoviti." dice aprendo la porta.
"Non chiamarmi bamboccia." dico incorciando le braccia.
"Okay, bamboccia." dice e gli tiro uno schiaffo sul braccio.
"Andiamo?!" urla di colpo Giada sbucando dal soggiorno. Tossisco e annuisco ripetutamente mentre Mirko mi guarda con il volto basso sulle scarpe.
"Vamos." urla di nuovo spingendoci fuori di casa. Scuoto la testa e ridacchio.

Mirko Pov's
Entro in macchina seguito da Giada e Sara che ridono come matte.
"Hai ragione." questo è tutto quello che riesco a capire dal discorso di Sara e Giada. Mi soffermo a guardare Sara dallo specchietto. Ha un sorriso bellissimo e i suoi occhi marroni sono sempre più belli. Nota che la sto fissando e mi fa una linguaccia. Ridacchio e scuoto la testa. Mi sono sempre chiesto, negli ultimi dieci anni, come fosse diventata, se era ancora amica di Giada, se abitasse ancora dove abitava dieci anni fa, se quelle fossette magnifiche che le si formavano quando sorrideva fossero ancora così belle, se il rumore della sua risata contagiosa fosse sempre lo stesso. Ed infine mi sono chiesto sempre, giorno dopo giorno, se si ricordava di me, se pensava a me qualche volta, se bestemmiava ricordando tutti i momenti passati con me. Solo ora mi rendo conto che di lei non ho mai dimenticato niente e che anche con i capelli blu, io suo corpo cambiato, il suo atteggiamento da dura, il suo sguardo da adolescente, rimane sempre la bambina di dieci anni fa.

Sara Pov's.
Faccio la linguaccia a Mirko che mi stava fissando dallo specchietto. Lui ridacchia e continua a guidare. Negli ultimi dieci anni mi sono sempre domandata perché non fosse più tornato da noi. Essendo piccola pensavo che si fosse stancato della nostra compagnia oppure si era stancato di me e di tutte le sberle che gli davo. E poi mi chiedevo ancora altre mille cose. Mi chiedevo se fosse ancora lo stesso bambino iperattivo, se fosse diventato più alto o rimasto ancora un nanetto, se amasse ancora la corsa automobilistica come l'amava da piccolo, se adorasse ancora le mele caramellate e i biscotti a forma di dinosauri che preparavamo insieme a sua zia. Tantissime cose mi frullavano in testa negli ultimi dieci anni che non mi hanno permesso di dimenticare niente di lui, nemmeno la più piccola cosa. Anche se è cambiato, se non è più iperattivo come una volta, se il suo corpo è scolpito e il suo modo di fare e diverso, rimane il Mirko di dieci anni fa.
"Lasciaci pure qui." dice Giada facendomi tornare sulla terra reale.
"Ecco qui. Ci vediamo oggi. Fate le brave." dice lui salutando Giada con un bacio in fronte e me con un cenno della mano. Scendo e gli sorrido. "Ci vediamo oggi, allora?" mi chiede abbassando il finestrino.
"Certo." dico sorridendo come un ebete.
"A oggi allora." dice salutandomi e andando via. Cazzo quanto è bello. I suoi occhi blu, il suo sorriso perfetto e i capelli sempre disordinati fanno invidia al mondo dei ragazzi.
"A che pensi?" mi scuote Giada lentamente.
"A che dobbiamo stare due ore con quella matta di inglese." dico guardandola.
"Dio." sbraita lei. "Che palle." dice infine.
"Già." dico solo e mi siedo su un gradino della scuola. Lei mi segue e fa lo stesso.
"Come va con Mirko?" chiede poco dopo.
"Perché lo chiedi?" dico chiudendo la felpa.
"Non vi vedo più litigare, tutto qui." fa spallucce.
"Bene, comunque." dico e la campanella mi salva da quel discorso imbarazzante. Non mi va di parlare con lei di certe cose. Mirko rimane comunque suo cugino e lei è la mia migliore amica.

•Il cugino della mia migliore amica•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora