Ventidue.

109 1 1
                                    

Mirko Pov's
"Andiamo a casa va." dico prendendola per mano. Lei sorride e si ferma.
"Aspetta." dice guardandomi negli occhi. Mi soffermo sul suo volto, scorro gli occhi dalle sue labbra, ai suoi occhi, al suo naso e alle sue guance rosse per l'abbronzatura. È così perfetta, anche con i capelli legati in una crocchia disordinata e alcuni le ricadono lungo il viso, guardo le sue mani che stringono le mie, sono così piccole che la mia mano accostata alla sua sembra quella di un gigante. Indossa ancora la mia felpa rossa, che le arriva fino alle ginocchia, le maniche sono troppo lunghe e lei è troppo piccola.
"Non cambiare, mai." dice dopo qualche minuto di silenzio. La guardo confusa.
"P-perché dovrei cambiare, Sara?" dico stringendo le sue mani. Lei sorride e mi carezza una guancia.
"Ho paura, tanta." dice lei abbassando lo sguardo. Lascio la sua mano e le alzo il volto, le sorrido e cammino verso il mare.
"Vieni, sulla spiaggia staremo tranquilli." dico sedendomi sulla sabbia fresca e lei fa lo stesso. Alzo le gambe e ci appoggio le braccia sopra, il vento alza l'odore del mare e io respiro profondamente, sorridendo.
"Di cosa hai paura?" le chiedo girandomi nella sua direzione.
"Che tu cambi e mi lasci." dice lei in un sussurro. Le prendo la mano e la stringo forte.
"Sara, io non cambierò mai e non smetterò mai di amarti, anche se sono sul punto di morte. Amerò te come non amerò mai nessuno e anche se cambierò, stai certa che io di te non mi dimenticherò mai, e non ti lascerò andare mai." dico sicuro delle mie parole e lei si gira nella mia direzione poco convinta.
"Promettilo." dice stringendo la mia mano, guardando i miei occhi attentamente.
"Prometto, non ti lascio, Sara, non lo faccio." dico avvicinandomi alle sue labbra, lei abbozza un sorriso e mi bacia. Amo lei come non ho amato nessuno, lei mi è sempre stata vicina e adesso è diventata la mia ragione di vita.
"Mi sei mancato." dice appoggiando la testa sulla mia spalla. Io le carezzo piano il braccio e abbozzo un sorriso.
"Anche tu, ma non solo nell'ultimo periodo, ma negli ultimi dieci anni. Sentivo un vuoto dentro di me negli ultimi anni e non facevo altro che pensare a te. Pensavo a se tu ti ricordavi di me oppure se mi odiavi ancora." dico guardando il mare, le onde si  infrangono contro gli scogli creando un bellissimo suono.
"Non ti ho mai dimenticato, ho sempre pensato a te e quando quel giorno ti ho visto a casa di Giada ho sentito qualcosa di strano, non so cosa fosse ma adesso sono sicura che ti ho amato dal primo giorno e non ho mai smesso di farlo." lei sorride e guarda il cielo stellato. Lo faccio anche io e poi guardo lei. Mi sorride e muoio ogni volta che lo fa, bacio quel magnifico sorriso e lei mi stringe forte forte, come se da un momento all'altro possa abbandonarla lì, da sola e indifesa.
"Non aver paura, io sono qui, con te." dico baciandole la fronte. Mi alzo e le tendo la mano, lei la stringe e si alza. "Andiamo a casa ora, i tuoi saranno preoccupati." dico incamminandomi.
"Si, hai ragione." dice lei sorridendo e lasciandomi un altro bacio sulla guancia. Mentre camminiamo guardo il mare, lui è testimone del nostro amore e non dimenticherò mai questo posto, dove ci siamo giurati amore eterno.

•Il cugino della mia migliore amica•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora