Cinque.

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"Sara svegliati. Giada è giù che ti aspetta." mamma mi scuote lentamente e mi sveglio.
"Oddio che ore sono?" dico con la voce ancora impastata di sonno.
"Le sette e mezza." cazzo sono in ritardo. Mi alzo e prendo dei vestiti puliti e vado in bagno. Lavo la faccia e infilo i jeans con la canotta. Metto i calzini e le scarpe, comincio a lavare i denti.
"Sara?" Giada pronuncia il mio nome e si avvicina a me. Sputo e sciacquo la bocca.
"Ho fatto. Ho fatto. Muoviti, andiamo." esco dal bagno e vado a prendere lo zaino e il cellulare.
"Noi andiamo." urlo e non do il tempo a Giada di salutare mamma che già siamo sul marciapiede.
"Ma che cazzo hai?" mi richiama Giada.
"Niente. Siamo in ritardo." dico legando i capelli.
"Sara. Dimmi la verità." mi blocca Giada. Sbuffo e la guardo.
"Mamma avrebbe cominciato a chiederti di Mirko e a me da fastidio. E tu lo sai." dico camminando mentre lei è ancora ferma.
"È questo era? Tua mamma mi ha già chiesto tutto prima che ti venisse a svegliare." ammette avvicinandosi.
"Che cos..? Che cazzo ha fatto?" le chiedo fermandomi.
"Si. Ma non ha detto niente di che. Tranquilla, Sara." mi tranquillizza e mi prende la mano. Corriamo come delle matte.
"Guarda, c'è Matteo con Cristina." Giada mi indica Matteo. È rossa dalla rabbia.
"Dai, Giada. Non ci pensare. Non esiste solo lui." dico poggiando una mano sulla sua spalla.
"Per me si. Per me esiste solo lui. A me piace e deve capire che lui è solo mio." dice. Un'ennesima figura di merda. Mi metto una mano in faccia dalla vergogna. "Ho urlato di nuovo, cazzo" dice battendo un piede a terra. Levo le mani dalla faccia e guardo Matteo.
"Si sta avvicinando tu sai chi." sussurro e la guardo. Lei si gira di scatto e comincia a saltellare sul posto sorridendo.
"Oddio sta venendo qui. Oddio. Oddio." mi stritola il braccio.
"Giada, il braccio." dico dolorante.
"Oh. Scusa." mi molla e si gira. "Dove cazzo è andato?!" sbraita guardandosi in torno.
"Oh..falso allarme. È andato da Carlo e gli altri dietro di noi." ammetto guardandola.
"Cazzo. Cazzo. Cazzo." urla incazzata nera. Entra nella scuola e io la seguo.
"Giada aspetta" la fermo. Si gira e mi guarda. "Dai su, ti noterà presto." non mi va di dire certe cose ma non mi va neanche  di vederla così. L'abbraccio e lei fa lo stesso.

"Che cazzo di noia. Quella prof continuava a parlare da sola." Giada sbadiglia e usciamo da scuola.
"È matta quella." dico ridendo.
"Giada." alzo la testa e vedo Mirko che sorride. Appena mi vede fa un cenno con la mano. Ricambio.
"Che ci fa qua?" dico fermando Giada
"È venuto a prenderci a scuola." dice Giada con  tono ovvio.
"Ma, Giada lo sai che non ci sopportiamo." dico e le mi guarda, poi guarda Mirko.
"Dai, ti ha salutata. È un inizio." dice lei camminando.
"Dio." sussurro e cammino anche io.
"Andiamo?" dice lui guardando Giada e poi me. Io e Giada ci guardiamo per un secondo e poi camminiamo.
"Allora, noiosa la scuola?" chiede Mirko rivolto a Giada. Che odio quando fa il finto interessato. Anche da piccolo lo faceva e poi sbadigliava sempre.
"Si molto. Sara ti va di venire a casa?" mi guarda e sorride. C'è Mirko a casa sua e noi non ci sopportiamo ma non posso rinunciare a stare con lei. Mirko mi guarda trattenendo il respiro.
"Certo. Perché no." sorrido e la guardo. Mirko sbuffa e Giada gli tira  uno schiaffo.

•Il cugino della mia migliore amica•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora