Awake.

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Cammino senza meta, calciando i ciottoli e le lattine vuote. L'eco della latta che rimbalza sul cemento è tetro quanto il mio umore e questa strada buia. In teoria dovrei accelerare il passo, alle ragazze non piace trovarsi da sole alle due di notte a zonzo per vicoli malfamati. Non ho voglia di correre, il buio e la solitudine non mi fanno paura. Amo stare da sola. Non che io sia un asociale, anzi tutto il contrario. Mi trovo a mio agio praticamente con chiunque, ho un carattere estremamente estroverso. Solo che ho bisogno dei miei spazi. Un altra cosa che mi rende diversa dal resto della gente della mia età, il saper stare da soli. Non conosco nessuno, tranne me stessa, in grado di uscire da sola il sabato sera e conoscere estranei, per poi passare la serata con loro. Nessuna delle mie coetanee prende e va al centro commerciale da sola, nessuna di loro sa stare bene con sè stessa al di fuori della propria casa, se è da sola. Me ne accorgo, guardo spesso la gente. Gli adolescenti sono a disagio quando devono aspettare l'amica al bagno, o davanti a un locale. Sono a disagio a camminare da soli in mezzo alla gente, come se non potessero vivere senza la spalla degli amici. Scuoto la testa divertita. Forse sono io che ho qualche broblema. Girovago ancora un oretta, fumando una sigaretta dietro l'altra. Non incontro nessuno. Non sono un ingenua, non vado a infilarmi nei vicoli e cerco di stare sulle strade principali. Ormai sono un esperta di passeggiate notturne, lo faccio da anni. 

Guardo il cellulare. Le tre e dieci. Domani c'è scuola. Sbuffo e faccio marcia indietro, tornando verso casa. Sto pensando distrattamente che non ho studiato per la verifica, quando un rombo improvviso mi fa schizzare il cuore in gola. Mi blocco, sbigottita dall'improvvisa crepa nel silenzio perfetto della notte. Una grossa macchina viene verso di me. I fari mi accecano per un attimo, e mi sposto dalla strada aspettando che l'auto prosgua. Con mia sorpresa invece rallenta fino a fermarsi accanto a me. Chiudo le dita intorno allo spray al peperoncino nella borsa, mantenendo un aria tranquilla. L'automobilista abbassa il finestrino e tiro un sospiro di sollievo. E' solo Shay. 

-Guarda guarda, la bimba. Continui a vagabondare come un gattino randagio?-. Sbuffo, proseguendo per la mia strada. -Non è serata, Shay. Buonanotte-.

-Aspetta!-. Mi volto sorpresa dal suo tono urgente. Lui muove avanti e indietro i begli occhi verdi, a disagio. -Lo so che non siamo più amici e non sei più nel nostro giro, ma non mi piace vederti andare in giro così. E' pericoloso-. Sto per replicare, ma lui mi interrompe. 

-Lo so che sai cavartela, lo so bene. Ma sei pur sempre uno scricciolo, Vicks. Lasciati portare a casa-. 

Lo guardo perplessa. Io e Shay non parlavamo così tanto più o meno da un anno e mezzo, nonostante lo veda ogni giorno a scuola. Dei flash fastidiosi del tempo trascorso con lui e gli altri mi confondono per un attimo. La droga, i casini, la polizia, l'inquietudine, i giri sbagliati. Io ne sono uscita, lui no. Quando sono uscita dal centro di riabilitazione, è stato uno shock trovarmi lui e i ragazzi a scuola. Dopo svariati tentativi miei di ignorarli e loro di parlarmi, gli ho detto chiaro e tondo che non volevo aver più niente a che fare con loro. Shay ha capito, Gid e Drake no. Non che mi importi molto, in realtà. Solo è strano che Shay si interessi ancora a me. Mi addolcisco. In fondo è una bella persona, lo so. 

-Va bene. Grazie Shay-. Faccio il giro e apro la portiera del passeggiero, e mi paralizzo. Non avevo notato ci fosse un altra persona, il che adesso che me lo ritrovo davanti mi sembra a dir poco assurdo. Slade Hummer. Oh, cazzo. Il peggior delinquente che si possa trovare nella zona. Dentro e fuori dal carcere per spaccio e aggressioni, cavigliera elettronica e tatuaggi. Tutto questo non bastava, doveva pure essere un figo da paura. L'ho incrociato di vista solo poche volte, e in ognuna di queste occasioni la serata è finita in rissa o con l'arrivo della polizia. Non sapevo che Shay avesse iniziato a girare con lui. Slade mi fa una specie di ghigno demoniaco, che, accidenti a lui, gli si intona alla perfezione. Capelli corvini tenuti indietro da una fascetta, pelle pallida, zigomi pronunciati, occhi blu e ciglia nerissime. Per non parlare della bocca. Non ho mai visto una bocca così sensuale. Lo odio già. -Ci sono anche io, micetta-.

Lancio un occhiataccia a Shay, che sembra ancora più a disagio. -Dividiamo la casa- butta lì, facendolo suonare come una giustificazione. Scuoto la testa ed entro nel posto dietro. -Portami subito a casa, Shay. Niente soste, altrimenti vado a piedi-. Lui annuisce serio, poi sorride un po' per smorzare la tensione. -Sempre a dare ordini-. 

Sorrido anche io, ma incrocio gli occhi attenti di Slade nello specchietto e mi irrigidisco. Lui scoppia a ridere. -Shay, deduco che la tua amica sappia chi sono-.

-E' difficile non notarti quando fai saltare in aria mezzo locale sfondandolo con la jeep- replico fredda. Lui inarca le sopracciglia. -Wow, quindi c'eri anche tu. Non sembri il tipo che gira al ClockBlock-.

-Non lo sono più, infatti-. Slade assottiglia lo sguardo, studiandomi. Mi agito nervosa. -La smetti?-. 

Un enorme sorriso gli compare sulla faccia da schiaffi. -So chi sei- scoppia in una risata fragorosa. -Dannazione, Shay, potevi dirmi che questa cosina è la ragazza che lo scorso inverno si è lanciata da un ponte di venti metri, alle quattro del mattino. Hai dato un bello spettacolo, ti abbiamo vista tutti dal basso. Volevo portarti dei fiori-. 

Sbuffo, imbarazzata e arrabbiata. Shay non riesce a trattenere un sorrisetto. -Ehi, Vicks, ti ricordi quando hai bevuto una bottiglia di tequila in tre minuti cronometrati e poi l'hai lanciata contro la saracinesca della questura? Quella è stata epica-. 

-Ero sotto metanfetamine, Shay. Adesso piantala-. Sbotto. Nessuno dice più niente, anche se Slade continua a guardarmi incuriosito. Quando Shay parcheggia davanti a casa mia faccio per schizzare fuori dall'auto, ma lui mi ferma. 

-Vickie, aspetta-. Sbuffo esasperata. 

-Cosa vuoi adesso?-. Lui si slaccia la cintura, facendomi cenno di seguirlo fuori. Slade alza gli occhi al cielo. -Vedi di sbrigarti, fratello- gli urla dietro. 

Mi avvicino a Shay, a qualche metro dalla jeep. -Cosa? Ho sonno, domani devo alzarmi presto-.

-Lo so, anche io-. Silenzio. Aggrotto la fronte. 

-Quindi?-. Shay sospira e distoglie lo sguardo. -Volevo dirti che ne sono uscito. Sai, io e i ragazzi. Non ci andiamo più così pesante, ci siamo dati una calmata dopo... sai. Jamie-. Mi irrigidisco. -Ci voleva la morte di un vostro amico per farvelo capire?-. Shay fa una smorfia addolorata. -Lo sai come si sta quando ci sei dentro, non ci pensi nemmeno. Lo so che sei cambiata, che sei cresciuta, ma sei sempre tu, Vicks. Lo capisci il bisogno dell'adrenalina, no? Non fare finta di no, ti conosco bene-. 

-C'è un limite a tutto, Shay. L'autodistruzione non è la strada giusta-. 

-Hai ragione. Volevo solo dirti questo-.

Lo guardo sospettosa. -D'accordo. Perchè me l'hai detto?-. Lui si agita un po', mi guarda e poi distoglie lo sguardo. Sgrano gli occhi. -Non penserai...- 

-No, no- si affretta a dire, appena capisce cosa intendo. Io e Shay siamo stati insieme per un po', niente di così serio. Ma ci volevamo bene, molto. 

-Se non vuoi tornare con me allora perchè...?- 

-Voglio solo che torniamo amici. Ok, non proprio amici, non ti chiedo di tornare nel giro dopo quello che hai passato. Solo, vederci ogni tanto, parlare. Come ai vecchi tempi-. Devo avere una faccia confusa e circospetta, perchè si affretta ad aggiungere: -Ovviamente non cercherò di trascinarti di nuovo a fondo, non lo farei mai. Non voglio che tu torni come prima-.

-E non credi che stando con te sarebbe inevitabile?-. Lui scuote la testa. -Assolutamente no. Sei forte adesso, nessuno può influenzarti in quel modo-. Sembrab molto convinto di quello che dice, e capisco che ha ragione. La stanchezza mi travolge. -Devo pensarci. Dammi un po' di tempo, ok?-.   -Ok-. Mi abbraccia. E' familiare, e lo stringo anche io. -Ti voglio bene-. Lo guardo un po' stranita. Da quando è così aperto? -Anche io- replico esitante. Shay si accorge dell'esitazione, e sorride mesto. -Vorrei che tu tornassi davvero a volermi bene. Buonanotte, Vicks-. 

Prima che la jeep sgommi via, incrocio di nuovo gli occhi magnetici e torbidi di Slade. Rabbrividisco. Mi fa paura.

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