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Quando Shay mi trova in tuta, con lo spazzolino in bocca e una rivista in mano capisce al volo. Sgrana gli occhi. -Vieni a stare qui?-

Ops. Forse prima avrei dovuto chiederglielo. Lui scuote la testa vedendo la mia espressione. -Mi va benissimo, figurati. Lo sai che adoro averti intorno. Ma posso sapere come mai da un momento all'altro... tu e Slade fate così sul serio?-

Mi do un ultima pulita ai denti e sputo il dentifricio nel lavello, lasciando perdere la rivista. Guardo Shay. -Ho solo perso una scommessa, starò qui un paio di settimane-. Sembra quasi sollevato. Mi guarda in un modo strano, quasi triste. -Vicks, lo sai che ti voglio bene. Slade è come un fratello per me, e fidati. Non è mai stato con la stessa ragazza per più di qualche scopata-.

Sospiro. -Lo so, Shay. Non so cosa stiamo facendo, ma non riesco a dirgli di no. Non riesco a stargli lontano, capisci?-

-Stai attenta e basta. Solo, non affezionarti troppo a lui, ok?-

Troppo tardi. Anche se non descriverei quello che provo per Slade come "essergli affezionata.

Mi terrorizza il pensiero di analizzare il nostro legame. Annuisco e basta, per fare contento Shay. Il casino è che Slade è come se fosse il mio pezzo mancante. Mi capisce senza che ci sia bisogno di parlare, mi capisce perfino meglio di Shay. Slade mi conosce, anche se non sa nulla del mio passato. Mi conosce nel modo più profondo in cui possono conoscersi due persone, vede chiaramente attraverso le mie barriere.

Comprende il mio modo di pensare, il mio modo di essere. E tutto questo perchè da un certo lato sono assolutamente, perfettamente identica a lui. Smetto all'istante di pensare, interrompendomi a metà. Basta. Mi spaventa, non voglio pensarci. Non voglio pensare a cosa siamo.

Mi lavo i denti un altra volta, giusto perchè non ho nulla da fare. Slade sta "lavorando", e colgo l'occasione per parlare un po' con Shay. E' da qualche giorno che non riusciamo a parlare seriamente.

Lo trovo sulla panca degli addominali, a torso nudo, sudato e teso. Quando mi vede si interrompe e si passa l'asciugamano dietro il collo. Shay è molto bello, una volta mi faceva un certo effetto guardarlo. L'anno scorso, nel periodo da dimenticare della mia vita, andavamo a letto insieme ogni tanto, ma eravamo piu che altro amici. Ci comportavamo a tratti come una coppia, ma credo fosse più per consolarci a vicenda, per avere una conferma fisica del nostro affetto. Quando tutto ti crolla addosso, hai bisogno di certezze.

Non lo vedo più sotto quella luce, come lui non vede me così. Siamo praticamente fratelli adesso.

-Senti- comincio, sedendomi sul divano. -Come procede la cosa dei soldi?-.

Lui sospira pesantemente, si sdraia sulla panca guardando il soffitto. -Con l'ultima corsa ho guadagnato duemila sterline. Ne mancano tredicimila. La scadenza è la prossima settimana-.

-Come hai fatto a trovare tutti quei soldi in così poco tempo?-

Shay fa spallucce. -Gli affari vanno molto bene, io e Slade dividiamo i clienti e da qualche giorno abbiamo un nuovo fornitore-.

Non mi piace sentir parlare di droga, ma è pur sempre la sua vita. Mi deve interessare, dal momento che tengo a lui. -Cosa?- chiedo con un sospiro.

-Principalmente acidi, pasticche, cose sintetiche insomma-. L'unica cosa che Shay si rifiuta di commerciare è eroina. Suo padre è morto per quella merda. Non che tutto l'elenco sopra citato non lo sia, ma un trauma è un trauma. Sinceramente non giudico Shay per i suoi scarsi scrupoli morali, come non riesco a giudicare Slade. Ognuno è responsabile di sè stesso, e ognuno è interamente e personalmente colpevole della propria autodistruzione nel momento in cui decide di spararsi la prima striscia, la seconda pasticca o il centesimo cartone.

Lo spacciatore è solo il mezzo, la gente è libera. Nessuno costringe nessuno a drogarsi, sono le persone a essere deboli.

Shay, Slade e la gente come loro devono per forza pensarla in questo modo, altrimenti ne vengono fuori distrutti. Nessuno può permettersi di essere debole, ognuno si fa strada nel mondo a fatica e come meglio riesce. Non è il modo migliore, nè il più onesto, nè il più etico per vivere. Ma almeno loro ci provano, a vivere. Non hanno mai avuto niente di gratis, e si sono fatti strada da soli.

Quindi anche se personalmente non riuscirei mai a fare quello che fanno loro, li capisco. Mi rendo conto di essere in silenzio da un po'. Potrei dire a Shay del concorso, ma non essendoci niente di certo non voglio dargli false speranze.

-Oleg si è è più fatto vedere?- chiedo. Shay si irrigidisce a sentire il suo nome, e scuote la testa.

-Mi gira alla larga- risponde laconico.

Si solleva dalla panca, adesso sorride leggero. -Pronta per stasera? E' da un pezzo che non ti vedo ballare-.

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