5.

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L'appartamento di Shay e Slade è davvero piccolo e davvero, davvero disordinato. Io sono la prima ad esserlo, ma ammetto di non aver mai visto niente del genere. Vestiti sparsi ovunque, riviste, sigarette, pacchetti di patatine vuote, lattine, addirittura una bong abbandonata tristemente sul tavolino del soggiorno. Accanto c'è almeno mezzo chilo di marijuana. Si trattano bene. Slade è svaccato sul divano e guarda la tv con aria annoiata. Quando entriamo si volta seccato. -Finalmente, cazzo! Stavo morendo di fame-. 

Alzo gli occhi al cielo. -Non sai farti da mangiare da solo?-. Lui mi fulmina con un occhiataccia. 

-Secondo te ho voglia di mangiare un toast al burro di arachidi per la settima volta di fila in quattro giorni?-. Scoppio a ridere. -Fai sul serio? Quello è il tuo massimo livello culinario?-.

Anche Shay ride. -Chiudi il becco, Vickie. Tu sai a malapena far scaldare il latte-. Gli do una gomitata, e Slade mi fa il medio sorridendo. Ricambio il sorriso. Forse non è così male, forse è un coglione ma possiamo scherzare insieme senza cercare di ucciderci. Shay fa della pasta, e mentre è impegnato in cucina mi ritrovo sola con Slade in salotto. Mi scocca un occhiata obliqua, indecifrabile. 

La cosa strana di lui è che ha sia l'aria dell'idiota egocentrico, sia lo sguardo di una persona fin troppo intelligente. Sembra cogliere tutto quello che lo circonda, non si fa sfuggire nulla. -Cosa c'è?- chiedo nervosa, mi fissa come la prima volta che ci siamo visti, in macchina. 

-Avete fatto in fretta tu e Shay a legare di nuovo-. Lo dice con un tono strano, che mi fa mettere sulla difensiva. -E allora?-

Slade fa spallucce. -Niente. Lo trovo strano, ma forse non dovrei, giusto? Che ne so io di queste cose- afferra una manciata di patatine e se le ficca in bocca. Distolgo velocemente lo sguardo dalla sua bocca, che mi rimanda in modo imbarazzante alle fantasie di prima. Accendo una sigaretta per distrarmi. -Che cosa intendi? Non hai mai avuto un legame del genere?- chiedo curiosa, ma me ne pento subito quando Slade mi guarda ironico. Domanda personale uguale curiosità, curiosità uguale interessamento. Cerco di mantenere un aria indifferente, ma è troppo tardi. 

-Piccola, dimentichi chi sono. Secondo te quanti amici stretti come Shay posso permettermi di avere, nella mia posizione? PIù ti leghi alla gente, più rischi di ritrovartela mezza morta sotto la porta di casa, quando fai il mio lavoro. Non posso legarmi a delle ragazzine-. Aggrotto le sopracciglia.

-Quindi ti leghi solo a persone che fanno parte del tuo mondo, possibilmente uomini in grado di difendersi perchè non vuoi avere sulla coscienza la ragazza di turno?-

Slade sorride furbo. -Intendi al volo, micetta. Mi piace-. 

Scuoto la testa. -A me suona come la stonzata peggiore che abbia mai sentito-. Non nego che abbia un certo senso, ma come può scegliere a chi affezionarsi e a chi no? Forse è per questo che si dice Slade non scopi mai la stessa ragazza più di un paio di volte. Lo fa apposta? Ha paura che se lei iniziasse a piacergli poi un qualche rivale di una qualche gang la prenderebbe di mira?

-Fidati, un senso ce l'ha invece- replica piatto, poi si illumina al suono del televisore. Guardo la Tv, poi lui, cercando di non scoppiare a ridere. -Adventure Land. Fai sul serio?-. 

Slade mi fa cenno di tacere, infastidito e tutto preso a seguire il cartone. Cercando di non ridere per la situazione inverosimile raggiungo Shay in cucina. 

-Non sapevo che Slade Hummer il cattivone guardasse i cartoni- gli dico. -Guarda che ti sento benissimo, micetta!- mi urla Slade dall'altra stanza. Shay sogghigna. -E' strano, vero? Quando l'ho visto la prima volta davanti a quella minchiata per mocciosi pensavo si fosse ingoiato mezzo chilo di acidi, non riuscivo a crederci-. 

La pasta è pronta, e apparecchio la tavola velocemente. Slade e Shay mi guardano perplessi. 

-Cosa stai facendo?- mi chiede Slade tra l'affascinato, il sorpreso e lo stranito. Lo guardo come se fosse un idiota. -Apparecchio la tavola. Preferisci mangiare in terra?-. Shay si schiarisce la voce, a disagio. -Di solito mangiamo ognuno per conto suo, sul divano o in camera, o, appunto, sul pavimento del salotto-. 

Alzo gli occhi al cielo. -Una tavola da pranzo, sia mai! Troppo mainstream per voi ribelli- li prendo in giro sarcastica, facendoli ridacchiare. Per la prima volta, durante il pranzo, sembra scivolare tutto al posto giusto. Mi sento a mio agio con loro, anche se in due modi diversi. Con Shay sembra non sia passato neanche un giorno dalla nostra separazione.

Slade è un altra cosa. Sento chiaramente la sua presenza fisica, ogni volta che mi guarda sento un tuffo al cuore, se mi sfiora casualmente rabbrividisco in modo palese. Ma non si tratta solo di questo. E' una persona davvero interessante, a modo suo. E' davvero simpatico, spiritoso in quel modo magnetico che hanno solo le persone intelligenti, eppure i suoi modi a volte freddi a volte spinti mi confondono e mi fanno infuriare. Si diverte a provocarmi, ad accarezzarmi la coscia sotto il tavolo finchè non arrossisco e lo caccio via, adora mettermi in difficoltà e dopo questo pranzo un po' troppo eccitante non ho dubbi neanche sul fatto che adori toccarmi. L'impronta invisibile delle sue dita, leggere e provocanti, giocose, vibra ancora sulla mia pelle, attraverso i vestiti. 

Penso che Shay se ne sia accorto, non è mica un idiota. Decido di lavare i piatti per tenermi occupata, accendo una sigaretta e tenendola in bocca mentre strofino le stoviglie. 

-Vicks- Shay mi fa sobbalzare. Mi sorride. -Devo andare a comprare un paio di cose per l'auto, va bene? Resta pure quanto vuoi, fai come se fossi a casa tua. Ci vediamo dopo-.

-Va bene, ciao- sorrido. Quando sento la porta chiudersi realizzo cosa sta succedendo. Mi ha lasciato qui da sola. Con Slade. Dannazione. L'ha fatto apposta? Calmati, Vicktoria. 

Dopo meno di trenta secondi lo sento entrare in cucina, ma non mi giro. Mi metto ad asciugare i piatti, la sigaretta fuma dall'apertura delle mie labbra. -Siamo soli, piccola-. E' più vicino di quanto credessi. Mi blocco. Non dico nulla, ma il respiro si fa pesante. Prendo il mozzicone tra le dita e lo spengo nel lavandino. -Devi smetterla- mormoro asciugando un piatto già asciutto. 

Sento il corpo di Slade sfiorare il mio da dietro, per tutta la lunghezza. Emana calore. Ho lo stomaco annodato, sono eccitata da morire. Ma anche spaventata. Questo mix mi stordisce come non mai, e credo di morire quando sento la sua mano grande afferrare con decisione il mio fianco e strattonarmi contro il suo bacino. -Di fare cosa?- mi prende in giro, la bocca incollata al mio orecchio. Tira fuori la lingua e me lo lecca, mordicchiando il lobo e facendomi gemere leggermente. Mi tremano le mani, tutto il mio corpo desidera essere toccato. 

-Non sono il tuo giocattolo- sussurro. La sua mano si fa impertinente, le dita scorrono lente lungo il mio addome, mentre con l'altra mano mi tiene bloccata tra lui e il bancone della cucina. 

-L'ho detto solo per farti arrabbiare, mi piace provocarti-. Con un piede mi costringe a divaricare leggermente le gambe, premendo il bacino contro le mie natiche. Sentire la sua erezione attraverso i jeans mi fa mancare l'aria. Mi mordo un labbro con forza. -Lasciami-. 

-Perchè? Ti piace quello che sto facendo-. La sua mano sale ad accarezzarmi i seni, i tatuaggi sulla sua pelle creano un contrasto a dir poco erotico con l'innocenza della mia magliettina bianca. Mi pizzica un capezzolo, e affonda i fianchi dentro di me. Emetto un verso soffocato, assecondando i suoi movimenti e inarcando la schiena contro il suo petto. Non voglio guardarlo in faccia, voglio dimenticare che sia lui a toccarmi in questo modo, a farmi provare queste sensazioni. La sua bocca, impegnata a baciarmi tutto il collo, si stacca leggermente. Mi morde senza gentilezza, poi lambisce la pelle con le lingua. -Ho bisogno... Per favore, piccola-. 

Spalanco gli occhi, ritornando alla realtà. Mi sento come se stessi per svenire o venire, o entrambe le cose. Forse è stato il fatto che non mi abbia chiamato per nome. Mi volto e lo spingo via con forza, ansimando. -Ho detto di no, Slade. Non sono una delle tue troiette, non ho intenzione di sminuirmi in quel modo con nessuno. Ci sono già passata-. 

Lui sembra arrabbiato, ma negli occhi cupi balena ancora la lussuria. Mi guarda come un morto di fame, la luce giallognola del cucinotto rende ancora più evidenti le profonde incavature degli zigomi e scolpisce la sua bocca arrogante. -Non perderesti la mia stima, se venissi a letto con me. E' solo una scopata, dannazione-. 

-Perderei la stima che ho di me stessa-. E forse per lui sarebbe solo una scopata, ho l'impressione che per me sarebbe molto di più. Non vogliopossodevo legarmi a Slade.

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