11.

31K 1.2K 19
                                    

Slade è con Gideon e Charlie, una mia vecchia amica, seduto sul cofano della sua Camaro. Charlie mi salta addosso appena mi vede, stritolandomi in un abbraccio. Non pensavo di mancare a così tanta gente. Ricambio l'abbraccio. -Scricciolo! Che bello vederti!- parla a raffica e mi abbraccia a intermittenza per almeno cinque minuti, e mi rendo conto che anche le mi è mancata, nonostante sia fuori come un balcone. Rido quando inizia a parlare di tutte le cavolate che abbiamo fatto insieme.

-Come mai qui? Gareggi?-

-No, io...-

-Stasera viene con me- risponde Slade al posto mio, sfidandomi con gli occhi. Mi irrigidisco. Un conto è far da passeggero a Shay, che in una scala da uno a dieci è spericolato otto. Slade è un bel dieci e lode, non si esclude nulla. Cosa vuole? Sta cercando di uccidermi? E' un modo per farmela pagare?

Ho visto come guida, dire che è un pazzo è dire poco. Se con Shay sono sicura che si risparmi cavolate per non farmi del male, con Slade non posso avere certezze. Ma se crede che mi tirerò indietro si sbaglia di grosso. 

Alzo il mento, rispondendo alla sfida silenziosamente. -Esatto. Sono il suo portafortuna, per stasera-. 

Manco a farlo apposta, Shay si intromette nel discorso, smettendo di parlare con Gideon, che mi saluta un po' meno freddamente di come fa a scuola. 

-Ah, Vickie, mi ero dimenticato di dirtelo. Preferisco fare da solo, stasera. Ho bisogno di guidare per conto mio, sai-. 

-Non c'è problema, amico. Viene con me-. Slade sorride angelico. Shay si incupisce, guardando prima lui e poi me. 

-Fratello, se le fai del male ti ammazzo con le mie mani- dice ironico, ma non troppo. 

Slade annuisce sorridendo un po'. -Afferrato-. 

I rombi e le urla più forti dicono che Frankie e Dan sono partiti. Salgo in piedi sul tettuccio della camaro per vedere. Di solito una gara funziona così: si parte da qui, si corre per un po' di isolati e poi si ritorna al punto di partenza. Ci vogliono di solito tre o quattro minuti, se tutto va bene. 

Ricordo quanto quei minuti sembrassero secoli, quando aspettavo Shay. 

La gara è pulita e vince Dan, anche se torna con l'auto un po' ammaccata.

Tocca a noi, Slade è tranquillo come sempre, ma gli brillano gli occhi. Mi prende da dietro per il collo. -Pronta, piccola?- chiede ironico. 

Lo fulmino con lo sguardo ed entro nel posto del passeggero. 

Slade sorride come un demonio e si tira indietro i capelli con la solita fascetta sexy. Ci mettiamo in posizione, Chase che mostra i denti di fianco a noi. Allaccio la cintura, tesa ed emozionata. La solita ragazza sculttante si mette tra le due auto rombanti. 

Su le bandierine. Slade è concentrato, io ho gli occhi spalancati. Chase si passa la lingua sui denti. Giù le bandiere.

Partiamo con uno scricchiolio e un rombo del motore che mi fa sobbalzare, e mi afferro saldamente al sedile. -Sei tesa, Vickie?- mi prende in giro Slade, ma non stacca gli occhi dalla strada nè il piede dall'acceleratore. Scala la marcia. Rombo, scatto avanti. Andiamo così veloce che sono quasi un tutt'uno col sedile. Chase è leggermente più avanti, ha deciso di dare tutto alla partenza. Tattica buona in teoria, ma da pivello su questa strada. So com'è fatto questo isolato, una curva stretta lo obbligherà a decelerare tra non poco. 

Centoquaranta. Centosessanta. Il contachilometri impenna verso l'alto, il mio stomaco è completamente ribaltato. Rido isterica quando la freccetta sale ai duecento dopo la curva stretta, che Slade prende con maestria riuscendo perfino a non rallentare nè strisciare contro il muro di cemento. Come avevo previsto Chase ha dovuto rallentare per non spappolarsi. 

Slade fa seguito alla mia risata. Quando si ride così, con la possibile morte a un centimetro dalla faccia, succede sempre qualcosa. Ma mai mi sarei aspettata di creare un legame emotivo con il coglione pazzoide al mio fianco. Mi gira la testa, gli afferro una coscia soda, terrorizzata e su di giri. Mi scoppia il cuore. Eppure in questo momento so che se dovessi morire accanto a lui, non ne sarei pentita. Non ha senso, non so perchè. Sono davvero lontana dal volergli bene, non mi affeziono facimente in quel senso, figurarsi con lui. Però mentre i contorni del mondo si riducono al paesaggio sfocato e alla sua coscia tesa sotto le dita, so di essermi legata a lui in qualche modo malato. Tagliamo il traguardo con netto vantaggio, ma non ci fermiamo, nonostante le acclamazioni. Slade tira dritto per un altro isolato, poi rallenta. Rallenta anche il mio cuore, la vertigine allo stomaco si attenua fino a svanire. 

Riprendo il respiro. Slade mi stinge la mano che tengo ancora artigliata alla sua gamba.

Ci fermiamo, abbiamo il fiatone. -Bella gara- dico con voce esile. 

Slade mi strizza la mano. -Si, niente male. Mi hai portato davvero fortuna-.

Ridacchio. -Certo, lo sai che avresti vinto comunque-. Mi lascia la mano, ma adesso mi guarda negli occhi. Mi ci perdo. Sono veramente insondabili. 

-Grazie comunque-.

Sto per dire qualcosa, quando il suono peggiore che potessimo sentire ci paralizza. 

Polizia. Cazzo. 

Awake.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora