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Guardo annoiata fuori dalla finestra. Piove a dirotto, guidare in moto con questo diluvio sarà uno strazio. Ho sonno. Ho sempre sonno, ma dormo si e no due o tre ore a notte, da un mese a questa parte. Ormai ho fatto l'abitudine alle occhiaie peste sotto gli occhi spenti. Ho compiuto diciannove anni la settimana scorsa. Niente festa, non ho niente da festeggiare. Shay ha invitato i soliti da lui e abbiamo mangiato una torta e chiacchierato un po'. Non esco quasi più a divertirmi, ma passo le mie giornate fuori casa.

Vagabondo a caso, cammino moltissimo. Mi piace tuffarmi nella folla anonima, fino a diventare anonima io stessa. Non sono più niente, non sono nessuno.

Da quella notte al Clockblock qualcosa dentro di me si è spezzato, Slade me l'ha portato via. Non lo vedo mai, solo a scuola da lontano. Shay viene più spesso da me di quanto io vada da lui, ma anche quando mi capita di stare nel suo appartamento, Slade non c'è mai. Le sue cose sono sparse ovunque, la sua presenza aleggia nell'ambiente, ma lui non è mai a casa. Almeno a quanto mi ha detto Shay.

Una volta spiegatogli quello che ho visto, io e lui non abbiamo quasi più parlato di Slade. Se lo vedo insieme a Shay, da lontano, evito anche Shay. Può sembrare infantile, ma non ce la faccio a incrociare di nuovo i suoi occhi, non dopo quell'ultimo sguardo di freddo addio. Mi sento malissimo con me stessa. Dopo tutti i preziosi sforzi per rimettermi insieme, per diventare una persona quasi adulta e forte, mi sono lasciata fare a pezzi da Slade.

Non è giusto, non lo sopporto. Mi fa incazzare da morire. Tutto quello che faccio, sembra non abbia senso. E' come se fossi un guscio vuoto. Conosco i sintomi della depressione come le mie tasche, so che sto tornando verso il baratro del vuoto paralizzante della malattia. Devo reagire, ma non ne ho la forza. Nè fisica nè mentale. Slade mi ha prosciugato.

Come ha fatto una persona che conosco da così poco a ridurmi in questo stato? Come, dannazione? Io, che non mi faccio piegare da niente e da nessuno.

-Haim? Vuoi spiegarlo tu alla classe?- la voce della professoressa mi richiama. Stacco gli occhi dalla finestra, svogliata. Prima che mi chiamasse non sapevo nemmeno che stesse parlando. La guardo, apatica e scazzata. -No, non la stavo ascoltando- replico tranquilla.

Odio questa donna. Oltre a essere una stronza meschina e bigotta, è anche una pettegola. Ha spiattellato quel poco che sapeva della mia vita ai miei vicini, ai miei insegnanti, cambiando i fatti per sentito dire e giudicando me e la mia famiglia proprio come una stronza qualsiasi. Se la Heghel sapeva qualcosa di me, è perchè sua nipote faceva la volontaria al centro di riabilitazione.

Lei stringe gli occhi, maligna. -Stavamo parlando dell'importanza della religione per l'uomo e la società. Ma a quanto pare è un argomento troppo difficile e poco interessante, per te-.

Si volta, per proseguire la lezione. Stavolta mi ha fatto davvero incazzare. -Lei non sa proprio un cazzo di me- replico ad alta voce. Gli studenti si immobilizzano, la Heghel si volta lentamente.

-Come, prego?-.

Mi alzo in piedi, tranquilla. -Lei. Non. Sa. Un. Cazzo. Di. Me.- scandisco pacifica.

-Penso che la religione sia la più grande e geniale stronzata concepita per tenere gli uomini al guinzaglio. E' comodo credere che esista un grande Dio potente pronto a salvarti dai tuoi peccati, a perdonarti. L'uomo è solo. Non ha nessuno a cui rendere conto delle sue stronzate egoiste, se non sè stesso. Dio è uno schermo che i più deboli mettono tra sè stessi e la vita, perchè non sono in grado di affrontarla partendo dal presupposto di essere deboli, di essere degli animali. Lei non riesce ad accettare il fatto di essere un meschino, insignificante essere umano, vero? Lei confida nel fatto che andare in chiesa e recitare il rosario la renda una persona migliore, non è così?- sorrido mielosa.

-Mi dica, è comodo avere fede, vero? E' facile dopotutto. Siamo così deboli e ciechi che crediamo a qualsiasi cosa in grado di farci stare meglio, ci raccontiamo continuamente stronzate per non guardare in faccia la realtà, per non soffrire. Ha idea di quanto una persona atea soffra? Lo sa perchè? Perchè deve usare questo- mi indico una tempia.

-Deve usare le sue sole forze per rispondere ai grandi interrogativi della vita. Deve soffrire cercando di capire l'immensità delle domande che si pone, deve arrancare per tutta la sua cazzo di esistenza in cerca di risposte che non troverà. E quando finalmente lo capisci, hai due scelte. O ti ammazzi perchè la tua vita non ha effettivamente un senso, o ti decidi a capire che non è importante sapere perchè sei qui, ma continuare a domandarselo fino alla morte, nonostante una risposta non ci sia. E' questo che rende le persone migliori, più intelligenti, più aperte, più empatiche e più attaccate alla vita. La fede invece ti da tutto quello che crechi in un irresistibile pacchetto buono, comprensivo e onnipotente. Comodo, appunto-. Butto le mie cose nella tracolla, me la carico sulla spalla sotto gli occhi increduli di tutti.

La Heghel sembra aver perso l'uso della parola.

-Ora, non me ne frega un cazzo di niente se lei continuerà a pensare che io sia una stupida ragazzina complessata e blasfema. Forse ha ragione. Ma lei non è nessuno per giudicarmi, e a me non interessa la sua opinione-. Esco sbattendo la porta.

Ne ho abbastanza di tutti.

Sono seduta su una trave inferiore del London Bridge con una bottiglia di rum in mano, sono ubriaca, depressa, e piove più forte di stamattina. Essendo arrampicatami sotto il ponte, sospesa sotto esso a quindici metri dall'acqua scura, la pioggia non mi colpisce. Guardo le gocce spaccarsi sulla superficie del Tamigi, venendo amalgamate.

Devo darci un taglio. Basta, non mi farò mettere in ginocchio di nuovo. Ho sopportato ben di peggio, ma non ne sono certa. Per Dio, Vicks. Tua madre è morta quando eri praticamente una bambina, hai passato l'adolescenza a drogarti e hai tentato il suicidio. Slade non può essere peggio di tutto questo, neanche per sogno. Me lo ripeto finchè non ne sono convinta.

Devo tornare a vivere normalmente, se continuo così ci resterò secca. Non me lo permetterò mai, non dopo tutta la fatica che ho fatto per restare viva. Ho bisogno di tornare ad amare la vita. Ho bisogno di adrenalina.

Sono finalmente riuscita a ricostruire il mio muro, quella barriera che Slade ha fatto a pezzi. E non lascerò più che niente e nessuno la distrugga.

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Awake.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora