Quando mi sveglio dev'essere mattina inoltrata, perchè la luce che viene dalle finestre è parecchio forte, anche se grigiastra a causa del maltempo. E Slade ha deciso di farmi da seconda coperta durante la notte, perchè è spalmato addosso al mio corpo. La mia testa è bloccata sotto il suo mento, le mie spalle dal suo braccio. Sono a pancia in giù, quindi mi sta praticamente soffocando.
Cerco di liberarmi almeno per respirare, e a furia di muovermi riesco a fargli cambiare posizione con un grugnito. Adesso siamo girati sul fianco, ancora incastrati. Ora che posso respirare normalmente, mi godo la sensazione del suo corpo contro il mio. Siamo solo in biancheria intima, quindi non c'è quasi nulla a separare la nostra pelle.
Il suo respiro cambia, si sveglia lentamente con un gemito roco e affonda la testa tra i miei capelli che devono essersi sciolti durante la notte.
La sua mano risale su per la coscia, fino al fianco. Essendo così attaccati è impossibile non notare l'erezione mattutina che mi preme sulla schiena, e arrossisco un po'. Dio, Vickie, smettila! Sembro una ragazzina. E' una reazione normale, al mattino.
-Buongiorno- mormoro.
Lui replica con un grugnito, senza staccarsi di un centimetro da me. Restiamo così per un sacco di tempo, anche dopo che ci siamo svegliati del tutto. E' troppo bello per interromperlo con accuse, litigi o altro.
Squilla un cellulare. Dobbiamo tornare alla realtà. Rotolo via da lui, allungandomi verso il comodino e sedendomi sul materasso.
-Pronto?- dico, guardando Slade alzarsi e stiracchiarsi per tutta la lunghezza.
Mi si asciuga la bocca.
-Vickie? Vickie?! Mi senti?- mi riprendo all'istante, ma Slade mi fa un sorrisetto e devo davvero concentrarmi per capire quello che mi dice Shay.
-Puoi ripetere?- gli chiedo. Shay sbuffa nel cellulare.
-Dicevo che la zona dovrebbe essere libera, ma non andate in giro con la camaro. Slade sa cosa fare. Ci vediamo a casa mia, se ci sono problemi vi chiamo-.
-Ok. Ciao Shay-. Riattacco. Riferisco a Slade quello che mi ha detto il mio amico, e lui annuisce.
Non ho idea di cosa pensi Slade riguardo a noi due, riguardo a ieri sera. Non lo so neanche io. So solo che le mie difese stanno crollando, una dopo l'altra. Qualunque cosa questo voglia dire.
Ci vestiamo e laviamo a velocità record, mentre Slade resta attaccato al cellulare a chiamare non so chi. Quando riattacca è calmo, ha un aria stranamente serena.
-Andiamo a fare colazione, muoio di fame-. Lo seguo a ruota, il vuoto cosmico che ho nello stomaco mi sta ammazzando. Il bar del motel fa schifo quanto la camera, ma i pancake sono deliziosi. Io e Slade ci comportiamo in modo normale, ci punzecchiamo come sempre e ci mandiamo a fanculo ogni mezzo minuto. Ieri sera sembra non essere mai esistita. Questo vuol dire che potremmo essere amici?
Stiamo parlando di stronzate, quando glielo chiedo. -Slade, potremmo provare a essere amici? Andiamo d'accordo, vedi?-.
Lui si blocca con il pancake in bocca. Mastica piano e deglutisce, ricambiando lo sguardo. Non saprei mai dire cosa sta pensando. -Si può provare. Ma, piccola, non funzionerà mai-.
Può darsi, per un miliardo di motivi. Ma vale la pena provare, è probabilmente il modo più sicuro che ho per tenermelo accanto. L'altro modo non è contemplabile, ho già detto che non sarò mai la sua svuotapalle. Come ormai non è nemmeno concepibile per me non averlo nella mia vita, in qualche modo. Slade è come una calamita, non riesco a stargli lontana, in ogni senso. E quando gli sono vicina mi sento sempre a metà tra la pace mentale e l'angoscia più totale. Slade è una droga.
-Non partire così, dacci una possibilità. Abbiamo un sacco di cose in comune-.
Lui inarca un sopracciglio. -Tipo?-.
-Mmm, stai scherzando? Abbiamo praticamente gli stessi interessi e lo stesso carattere. Io sono più intelligente, ovviamente...-
-No, è solo che pensi troppo- mi interrompe. Alzo gli occhi al cielo, gli tiro un pezzo di pancake che schiva abilmente.
Il cellulare gli squilla, lui lo guarda e sorride. -Piccola, è arrivata la limousine-.
La "limousine" è un vecchio pick up che sa di fumo, con i sedili lerci e un uomo sulla trentina alla guida. Il tizio sembra proprio un cattivone. A parte la faccia, ogni centimetro di pelle visibile è coperto da tatuaggi, ha degli occhiali da sole tipo matrix e uno stuzzicadente tra i denti. Sembra un mix tra un sicario mafioso e il cattivo di un film western. -Piccola, lui è Sasha, il nostro salvatore-.
-Ciao, bambolina- dice Sasha. Accento russo. Devo faticare e non poco per non scoppiare a ridere. E' un quadretto troppo strano. O forse sono un po' isterica per la vicinanza di Slade, spiaccicato con me nel sedile posteriore. Eppure dopo stanotte dovrei essermi abituata, che cavolo.
Adesso che siamo "amici" devo lasciar perdere certi pensieri, gli amici non si guardano come ci guardiamo noi. Questa cosa deve cambiare all'istante. Anche Slade sembra non aver afferrato bene il concetto "amici", perchè mentre chiacchiera con Sasha mi accarezza pigramente la coscia, come per riflesso. Mi piace quando mi tocca, non ce la faccio a dirgli di smettere.
E' un contatto innocente dopo tutto. Ti racconti un sacco di stronzate, Vicktoria.
STAI LEGGENDO
Awake.
RomanceVickie è un adolescente inquieta, uscita da poco da giri pericolosi e dal mondo della droga. Sembra aver finalmente trovato un fragile equilibrio, quando arriva Slade, che fa crollare tutti i suoi sforzi. Slade, uno dei più pericolosi spacciatori di...