19.

31.7K 1.2K 79
                                    

La mia vita riprende come sempre. Vado a scuola, esco con Alex e gli altri, Shay viene spesso da me. I miei voti sono migliorati, non che mi importi qualcosa. Slade e io non ci parliamo da due settimane, non ci guardiamo neanche. Lo sogno ogni dannatissima notte, mi è entrato sotto la pelle come la più subdola delle droghe. Shay gareggia quasi ogni sera, ma non lo accompagno più, non voglio incrociare Slade. Non voglio ricordare quella notte, non voglio ricordare com'è stare con lui. 

Shay è riuscito ad accumulare un po' di soldi, gli mancano circa quindicimila sterline. Ha perfino venduto la televisione, non oso immaginare la reazione di Slade. Chissà come farà senza i suoi cartoni animati. 

Ogni volta che lo incrocio nei corridoi della scuola, ogni volta che lo vedo da lontano, ogni volta che evito i suoi occhi è un colpo al cuore. Lo odio più che mai, e lo voglio da morire. 

E' venerdì, ho deciso che ho bisogno di staccare. Io e Hanna andiamo dai suoi per il weekend. 

-Vickie! Sei pronta?- mi urla lei dal soggiorno. Ficco le cose restanti nel borsone e me lo carico in spalla. -Ci sono- borbotto, anche se non mi sente. Mi infilo il telefono in tasca e la raggiungo. Carichiamo i bagagli nella sua chevrolet, quando lasciamo Londra tiro un sospiro di sollievo. Finalmente. 

Il viaggio trascorre tranquillo, ci diamo il cambio alla guida un paio di volte. Quando arriviamo nei pressi di Brighton iniziamo a insultarci per i gusti musicali dell'altra.

-Stai scherzando? Lady gaga?- scoppio a ridere. Hanna mi da uno schiaffetto sulla mano quando cerco di cambiare stazione radio. -Vicktoria Haim, non osare. Lady gaga è la regina del pop-.

Faccio una smorfia. -Scusa, ma non riesco a prendere sul serio una che si presenta in giro vestita di bistecche-. 

Hanna alza gli occhi al cielo. -E' arte, Vickie! Fa parte del suo personaggio-.

-Ciò non toglie che faccia musica di merda. Ti prego, togli questa roba- gemo.

Hanna mi guarda divertita. -Un altra parola e ti lascio a piedi. Se ti va puoi scegliere la prossima canzone-. 

Andiamo avanti così fino all'arrivo. Quando parcheggiamo davanti a casa de suoi, una graziosa villetta a schiera, abbiamo raggiunto un comune accordo: niente boyband nè lady gaga per lei, niente trash metal nè beatles per me. Passi il metal, ma non riesco davvero a capire come possano non piacerle i beatles. Criminale. 

Non appena sua madre ci fa entrare, mi ritrovo soffocata nel suo abbraccio morbido. Caroline Klark è una donna piccola e cicciotta, la tipica madre amorevole che non aspetta altro se non riempirti di cibo e complimenti. La tritera "mio Dio, quanto sei diventata bella" "mio Dio, sei troppo magra" dura per almeno dieci minuti. Il padre di Hanna, John St. Claire, è un uomo molto più timido e composto della moglie. Mi abbraccia frettolosamente, e mi sorride. Voglio un mondo di bene ai genitori di Hanna, non li vedo da qualche mese ma per me sono come una famiglia. 

Il fratellino di Hanna, Mark, adesso ha tredici anni. E' nella fase cappellino-pantaloni larghi-musica rap. Appena ci sediamo a tavola inizia a parlarmi in modo appassionato della cultura dell' hip hop della west coast. Potrebbe lavorare come pubblicitario, il ragazzino. Ha una parlantina micidiale.

-Mark, lasciala mangiare in pace- bofonchia Hanna con la bocca piena. 

Mark le fa il medio, io scoppio a ridere rischiando di sputare l'acqua. Caroline fulmina il figlio con un occhiataccia. Mi mancava un atmosfera del genere, familiare. Così deliziosamente normale. Non ho mai avuto niente del genere solo per me, non so quante volte avrei fatto cambio con la vita di Hanna. 

-Ragazze, questa sera fanno una festa in spiaggia. Andate a divertirvi- salta su Caroline. Io guardo Hanna, che mi sorride complice. 

-Mi sembra un ottima idea, Vickie la musona ha bisogno di svagarsi un po'-. 

Alzo gli occhi al cielo. -Come mai, cara? Problemi in amore?- chiede Caroline, curiosa. 

Scocco un occhiataccia alla mia amica. -No, niente del genere- sorrido -E' un periodo un po' stressante, tutto qui-. 

-Ce l'hai il fidanzato?- chiede Mark.

Scuoto la testa. 

-Esci con me?- sorride come un deficiente. Gli do uno scappellotto, facendo ridere tutti.

-Magari in un altra vita, piccoletto. Quando non avrai sei anni in meno di me-.

Mark sbuffa. -Io ci ho provato. Mamma, posso andare con loro stasera?-.

Caroline si acciglia. -Neanche per sogno, sei troppo piccolo. E poi devi recuperare quel votaccio in storia, se non ti vedo sui libri per tutto il week end non ti faccio più da mangiare-. 

Mark alza gli occhi al cielo, borbottando insulti. Caroline lo ignora e si mette a discutere di politica con il marito. A fine pranzo aiuto a sparecchiare, poi gioco un po' alla play con Mark mentre Hanna fa un paio di chiamate. Torna in soggiorno sbuffando. 

-Non sopporto più il mio capo, sembra che non riesca a fare niente senza chiamarmi ogni dieci minuti. Non sono mica la sua baby sitter-. Hanna lavora in una casa editrice, fa l'assistente appunto a un editore. Ridacchio, concentrata sul gioco. 

-Significa che da molto peso alla tua opinione. E' una buona cosa, direi-. 

Lei sospira. -Sarà. Senti, andiamo a fare un giro? Lo so che si gela fuori, ma devo comprare un paio di cose-. 

Sconfiggo definitivamente Mark, e acconsento. -Voglio la rivincita!- mi urla dietro il ragazzino. 

Brighton è una città carina, anche se un po' tetra in questo mese. Il mare a novembre ha sempre qualcosa di malinconico, e le strade, anche se non sono cupe e squadrate come quelle Londinesi, hanno un che di grigiastro. Io e Hanna passiamo il pomeriggio a fare shopping e mangiare schifezze, poi andiamo in spiaggia a dar da mangiare ai gabbiani. Non abbamo avuto molto tempo per parlare in quest'ultimo periodo, nonostante viviamo insieme. Lei mi aggiorna sul suo lavoro, su Loren, sui suoi amici. Io le parlo di Slade, dei problemi di Shay. 

La cosa bella di Hanna è che, anche se ha una vita praticamente perfetta, non si è mai permessa di giudicare nessuno. Non potevo chiedere un amica migliore. 

Awake.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora