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-Quando ha detto "stasera corriamo" avevo capito fosse una cosa collettiva, cazzo!- strillo per l'ennesima volta. Shay sospira, colpevole, ma non molla la presa. Mi sta tenendo sulla spalla stile sacco di patate, e io lo sto picchiando e insultando da almeno dieci minuti. 

Sono le tre del mattino, e stiamo andando al punto d'incontro. Quel bastardo di Slade si è già avviato con la Camaro al punto di partenza degli sfidanti. Stavolta il pubblico assisterà da una zona più in alto, su un ponte. Il circuito di stasera è dannatamente pericoloso. Si tratta di una zona chiusa intorno al fiume, piena di cantieri aperti, macerie e strada a buche. Slade mi ha fatto credere che avrei gareggiato con lui, ma non ne ha mai avuto l'intenzione. Mi ha fatto un sorriso di scuse, mi ha detto "mi dispiace, piccola, ma non ti metterò in un pericolo del genere". Poi Shay è entrato in azione e mi ha sollevato di peso fuori dall'auto, mentre Slade sgommava via e io bestemmiavo. 

Stringo gli occhi. Sono così furiosa e preoccupata che potrei quasi ammazzare il mio amico. Slade non può farmi questo, non può! Abbiamo sempre affrontato tutto insieme, non può decidere da un momento all'altro di lasciarmi nell'angolo per proteggermi. Ha pensato a come si sentirebbe lui se i ruoli fossero invertiti? Non posso permettergli di fare queste cosa da solo. Smetto di agitarmi. Ok, Vickie, pensa. Cosa farebbe Slade al posto tuo, adesso. Apro gli occhi di scatto. Shay ha rilassato la presa, probabilmente ha pensato a una mia resa.

-Perdonami, Shay- mormoro. 

Prima di dargli il tempo di fare altro, gli assesto un calcio nelle palle abbastanza potente da farlo piegare in due con un urlo strozzato. Mi divincolo con tutta la forza che ho e mi allontano di qualche metro. Shay ha le lacrime agli occhi dal dolore, ma non è arrabbiato. Sembra disperato. 

-Non farlo, Vicks. Ti prego-. 

Mi allontano camminando all'indietro, guardandolo negli occhi. Non so perchè, ma ho la sensazione di dovermi scolpire nella testa il suo viso, in questo momento. 

-Ti voglio bene. Tantissimo-. Mormoro.

Passa qualcosa tra noi due, i suoi occhi si rassegnano. 

Mi volto e corro.

Corro finchè non sento l'aria bruciami nei polmoni a ogni respiro, la milza spappolata, le gambe a pezzi e la testa pulsante. Corro portando il mio corpo allo stremo, senza rallentare, senza fermarmi. Guardo l'orologio del telefono, disperata. Partono tra quattro minuti. Cazzo!

Accelero, pesto l'asfalto con violenza. Mi viene da vomitare, ma stringo gli occhi e non mi arrendo. Scorgo la vernice lucida delle auto in linea, in lontananza. Hanno i motori già accesi, il rombo delle marmitte si confonde con quello del mio cuore, del mio sangue che pompa disperato. Un minuto. Scatto finale. Il gallo della Camaro mi guida, mi sento quasi incosciente. Senza vedere niente a parte la portiera chiusa, la afferro e mi fiondo nell'auto nell'esatto momento in cui Slade parte. 

Spalanca gli occhi, so che sta per frenare di colpo, e gli salto in braccio pestandogli il piede sull'acceleratore con il mio. La camaro sbanda un po', ma rallenta di poco e schizziamo impazziti dietro agli altri. 

-Che cazzo stai facendo?! Sei impazzita, Vickie!- mi urla nell'orecchio. sto quasi per svenire. 

-Tu non mollare l'acceleratore. Non ci provare neanche. Adesso mi sposto-. 

Slade ringhia e bestemmia, ma fa come gli dico. Mi lascio cadere sul sedile e mi allaccio la cintura, sto respirando così veloce che penso andrò in iperventilazione. Alzo un dito nella sua direzione. -Dammi... Un attimo- sfiato. Mi concentro sul respiro. Dentro, fuori. Dopo due minuti siamo ancora in terza posizione, e il mio cuore è tornato a battere più o meno normalmente.

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