17.

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Ci mettiamo parecchio per ritrovare il capannone, quando abbiamo lasciato lì la macchina era buio e di capannoni qui in giro ce ne sono una dozzina. Quando lo raggiungiamo, smonto dalla moto stiracchiandomi. Amo viaggiare su due ruote, ma resta parecchio scomodo se devo starci su per più di un ora. Slade sta guardando la striscia di pelle scoperta dalla maglietta. Abbasso le braccia. 

-Possiamo riposarci un attimo? Non ce la faccio a risalire sulla moto, non mi sento più le gambe-.

Slade sorride. -Non ho nessuna fretta-. 

Tiriamo fuori la camaro dal capannone e infanghiamo un po' la targa. Certo, come se servisse a qualcosa. -Non vorrei riaprire la discussione, ma che ne dici di cambiarle colore? Un bel nero, magari?- butto lì.

Slade ridacchia. -Dovrai passare sul mio cadavere. Questa macchina è nata per essere gialla-. 

Giro gli occhi, e mi sdraio sul tettuccio. Fa freddo, il cielo è grigio e le nuvole sembrano pesare cento chili l'una. Slade mi raggiunge e si sdraia accanto a me, accendendosi uno spinello. 

Restiamo in silenzio a guardare il cielo londinese e a passarci la canna. Slade mi passa un braccio dietro le spalle, lo lascio fare. Il suo corpo mi scalda. 

-Dove vivevi prima di trasferirti da Shay?- chiedo, dopo un po'. Mi rendo conto che non so quasi niente di lui. Slade resta in silenzio per un po', penso che non mi risponderà più quando dice:

-Abitavo vicino a Camden Town, dividevo l'appartamento con mio fratello Darren-. 

-Hai un fratello?- non so perchè ma la cosa mi sorprende. 

-Si, ha ventott'anni. E' un coglione parassita, praticamente viveva mantenuto da me. Volevo liberarmi di lui da un bel pezzo, e Shay è stata l'occasione perfetta. Avevo bisogno di cambiare aria-. 

Mi acciglio. -E' pur sempre tuo fratello. Che fine ha fatto se non lo stai più mantenendo?-

Lui sbuffa. -Non lo conosci, se no non parleresti così. Non ha mai saputo combinare niente, si è sempre trovato la pappa pronta. Diciamo che la sorella di Shay e Darren hanno parecchio in comune-. 

-Come fa a vivere se non lo mantieni più?-

-Come tutti i falliti. Taccheggio, truffa, gioco. Cose così-.

Silenzio. Tiro, sbuffo. E' piuttosto forte questa canna, inizio a sentirmi un po' sballata, i contorni del cielo si fanno strani. 

-Dove sono i tuoi?- chiedo.

-Morti- replica indifferente.

Non gli dico che mi dispiace, non gli dico niente. Quando mia madre è morta odiavo le frasi compassionevoli e gli sguardi pietosi. Lo spinello mi fuma tra le labbra, mi volto a guardare Slade. -Te la cavi bene, da solo-.  Anche lui gira la testa, i suoi occhi blu incrociano i miei. Oggi indossa una cuffia color ruggine, gli sta benissimo. 

Mi guarda ancora in quel modo che mi fa girare la testa

-Non guardarmi così- sussurro, la canna mi sobbalza tra le labbra mentre parlo. Slade socchiude un po' le palpebre, ha un espressione intensa. Mi sfila lo spinello dalla bocca, con calma, e lo lascia cadere a terra. Mi balza il cuore in gola. Non riesco a muovermi, a pensare. E' così vicino. I suoi capelli mi sfiorano la fronte, le sue pupille sono enormi. 

Il mio respiro impazzisce non appena le sue labbra toccano le mie in una carezza provocante, e il mio battito impenna. Penso di morire. Come posso resistere a una cosa del genere?

Apro la bocca sotto la sua, e Slade con un gemito cupo approfondisce il bacio, le nostre lingue si scontrano e si cercano con una fame sensuale che manda in delirio le mie terminazioni nervose.

Slade mi afferra il collo con una mano, senza stringere, e mi bacia più velocemente. In un attimo mi ritrovo sotto di lui, il suo corpo bollente a contrasto con il gelo del tettuccio sotto la mia schiena. Gli mordo il labbro inferiore, lo sento ansimare nella mia bocca. Le sue mani sono ovunque, risalgono lungo le mie cosce fino alla vita, abbiamo troppi vestiti addosso. -Ti voglio così tanto- sospiro sulla sua bocca. 

-Lo so. Anch'io-. Mi bacia il mento, la mascella, il collo. Una goccia mi cade sulla fronte, trasalisco. Inizia a piovere come se non ci fosse un domani. 

Slade si stacca, ma non si sposta da sopra di me. Le gocce gelide mi colpiscono il viso, mi scivolano tra i capelli, mi bagnano le ciglia, e Slade mi guarda, puntellato con i gomiti ai lati del mio viso, e i suoi capelli bagnati gocciolano. I nostri respiri tornano regolari, i nostri toraci sono ancora schiacciati l'uno contro l'altro. 

-Che diavolo mi stai facendo?- mormora lui. Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo viso imperlato di pioggia. E' magnifico. 

-Cosa mi stai facendo tu- replico. 

Nel momento in cui mi ha baciato il mio mondo si è riassestato ed è sprofondato allo stesso tempo nel caos. Niente sarà più come prima. 

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